I tanti equivoci di questo Bari. In che direzione andare?

L'editoriale del direttore Claudio Mele

Nove partite sono troppo poche per fare un bilancio, ma la strada che ha intrapreso il Bari è decisamente in salita. Un sentiero irto, con anche numerosi ostacoli lungo il tragitto e da cui francamente si fa fatica a venirne fuori. È una diretta conseguenza di scelte, societarie e non, con numerosi punti interrogativi (da noi raccontati fin dall’inizio) che al momento stanno pesando come un macigno.

Dispiace umanamente per Mignani, in questo momento il capro espiatorio di una squadra incapace di strappare i tre punti neanche se gli avversari restano in 10 come successo col Como e col Catanzaro. E dispiace ancora di più sentire allenatore avversari, nel più recente caso Nesta, affermare che «Il Bari faticava a starci dietro».

Parole assolutamente condivisibili per chi ha assistito alla deludente partita con la Reggiana,  dove si è potuto ammirare gente passeggiare in campo mentre l’unico baluardo di questa squadra, il 40enne Di Cesare, si sbracciava da una parte all’altra per guidare i suoi. Tutto questo mentre alla vigilia Mignani aveva assicurato che «Il Bari ha più fame del suo avversario». Tanta confusione, insomma.

Mignani Cremonese-Bari
Copyright: SSC Bari

Quelle parole di Maiello

Ciò che ha colpito maggiormente sono state le dichiarazioni di Maiello nel post partita. L’esperto centrocampista, da lodare in quanto non si è mai nascosto nei momenti difficili, a fine gara ha dichiarato che «Dobbiamo ancora diventare squadra». Una frase ampiamente sdoganata nel mondo del calcio, sinonimo di un’annata tribolata che non promette nulla di buono. Affermazioni, ad esempio, di uso quotidiano nell’annata scadente con Auteri in panchina.

Parole che poi vanno in controtendenza con quanto affermato dallo stesso Mignani nel post Como, quando a domanda di Franco Cirici se questo Bari fosse squadra il tecnico rispose che «Questi ragazzi sono gli stessi che hanno preso un punto col Palermo o hanno vinto a Cremona.  Allora tutti dicevano che eravamo una squadra e oggi allora non lo siamo?». In che direzione allora andare? Queste due settimane dovranno essere utili per chiarire e chiarirsi.

Maiello
Copyright: SSC Bari

La confusione del Bari

Restando in tema di confusione, la fotografia di questo momento è quella di una squadra tatticamente senza idee. “Svuotato”, come analizzato da Luca Guerra, è l’aggettivo giusto da usare per questo Bari. Giocatori che palla al piede spesso non sanno che fare, in un contesto tattico che non si sa in che direzione stia andando.

Una squadra spesso incapace di risalire il campo, che porta in area di rigore avversaria sempre troppi pochi uomini, che va in difficoltà se pressata o quando si alzano i ritmi e che spesso si trova costretta a gettare palla in avanti a mo di vediamo che succede.

C’è poi chi sottolinea come il Bari abbia perso solo una partita in nove giornate, come del resto hanno fatto Parma e Palermo in vetta alla classifica, ma anche Venezia e Catanzaro. Sarebbe mediocre sottolineare la differenza che c’è oggi tra il Bari e queste squadre (sì, squadre), ma la domanda è allora quanti di questi 7 pareggi sono meritati?

Col Palermo solo Di Mariano e il Var hanno salvato il Bari, con la Ternana ci ha pensato la dea bendata a spedire sul palo il sinistro a botta sicura di Raimondo. A Pisa ci è voluto il tocco provvidenziale di Akpa Chukwu (!). Ed essere soddisfatti dei pareggi col Catanzaro e col Como, ridotti in 10 per diversi minuti senza riuscire neanche a tirare nella porta avversaria, è altrettanto deludente.

Di Cesare Ruscitto
Copyright: SSC Bari

Cosa ne sarà del Bari

È chiaro allora che il Bari deve invertire la rotta e fare una netta inversione a U dal sentiero in salita che ha imboccato. Devono farlo in primis i giocatori, quelli che scendono in campo (e talvolta passeggiano), soprattutto quelli che finora non hanno dato nulla sebbene un curriculum imbottito di presenze in Serie A o alta Serie B. Sono proprio loro che hanno ammesso in queste settimane di venire qui con ambizioni di riscatto o rivalsa, ma che fino ad oggi hanno dimostrato tutt’altro.

Deve farlo anche Mignani, che pare non aver ancora capito e compreso la sua squadra. Chi scrive pensa che la squadra non sia più debole dell’anno scorso (ma neanche più forte per usare le parole di Polito). Tocca allora al tecnico tirarne fuori tutto il potenziale, visto e considerato che nel calcio a pagare è spesso l’allenatore se i risultati non arrivano.

E infine devono farlo anche Polito e il presidente, chiamati a parlare e dare risposte serie a chi macina chilometri per il Bari domenica dopo domenica e popola l’Astronave in ogni partita, nella buona e nella cattiva sorte.

Polito De Laurentiis Roccaraso Sondaggio
Copyright: SSC Bari

 

 

By Claudio Mele

Ho un assegno di ricerca in matematica, sono anche un insegnante di matematica e fisica. Nel tempo libero faccio il giornalista (con scarsi risultati)

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