Sono passati quasi due mesi dall’ultima apparizione di Malcom Edjouma con la maglia del Bari. Era il 24 settembre, al Bari era richiesta una vittoria casalinga dopo il rocambolesco pareggio di Pisa e Mignani scelse il francese per affiancare Giuseppe Sibilli sulla trequarti.
L’intuizione, come ben sappiamo, non fu fortunata. La prestazione di Edjouma fu a tratti inquietante, soprattutto se parametrata alle aspettative con cui questo centrocampista di oltre un metro e 90 era sbarcato a Bari. Lento, imbolsito, indolente: 45 minuti condensati in 20 tocchi, 8 passaggi eseguiti su 13 tentati, un paio di sponde volanti e una sequela di errori, tecnici e cognitivi, accompagnati dal brusio sempre più pressante del San Nicola.
I primi mesi a Bari del centrocampista francese
Fino a quel momento i pochi minuti concessi ad Edjouma avevano dato indicazioni contrastanti, ma tutto sommato in linea con il fisiologico ambientamento in un contesto diverso da quello di provenienza. Un bel tiro al volo contro il Cittadella, un paio di scivolate utili nelle barricate finali contro Palermo e Cremonese, ma anche il cameo lungo 30 minuti a Terni, in cui del suo passaggio non lasciò tracce. Alla vigilia della gara di Catanzaro le speranze che questo centrocampista con alle spalle diverse presenze in campo internazionale potesse rimpiazzare a dovere Folorunsho erano già flebili, ma dopo quel primo tempo si sono polverizzate.
Mignani nel post gara ribadì la necessità di tempo per completare l’ambientamento, una linea sposata anche da Marino ma che, settimana dopo settimana, risuona sempre meno credibile. Nel mezzo si è espresso anche il fautore dell’operazione, il direttore sportivo Ciro Polito, che nella conferenza stampa di preparazione dello stesso Marino è stato meno accondiscendente degli allenatori: “Mi aspetto tutto un po’ da tutti. Non solo da lui. Ho detto anche a lui di svegliarsi, non può mica essersi dimenticato come fare i passaggi”.
La tanto agognata svolta non è però arrivata. Da Bari-Catanzaro in poi di Edjouma si sono perse le tracce, sia nelle parole dei mister che nell’effettivo impiego in campo. Il Bari nel frattempo ha toccato il fondo con Mignani, ha vissuto due settimane di caos seguite all’annuncio di Pasquale Marino e proprio con quest’ultimo è tornato in linea di galleggiamento, riassestandosi con un 3-5-2 che potrebbe anche adattarsi alle caratteristiche di Edjouma. Ogni tanto la sagoma bislunga del francese si intravede negli angoli più bui della panchina, ma il suo impiego non sembra essere tra le opzioni vagliate dal nuovo allenatore. La cosa sconvolgente è proprio questa: da quel 24 settembre non solo l’ex FCSB non si è mai visto in campo, ma non si è neanche mai alzato dalla panchina per scaldarsi. Come se fosse un corpo estraneo al mondo biancorosso.
Edjouma nel 3-5-2 di Marino
Lo slot di mezzala destra, che in un centrocampo a 5 sarebbe il più indicato per lui, è occupato da Koutsoupias, che garantisce dinamismo, verticalità e disciplina in fase di non possesso. Scalzarlo in questo momento sembra difficile, soprattutto per Edjouma che ha caratteristiche diametralmente opposte.
Nonostante ciò, se dovesse finalmente ambientarsi e comprendere le richieste dell’allenatore, potrebbe rappresentare una risorsa importante. Come abbiamo visto nella gara con l’Ascoli, il Bari sta cercando di modificare il suo modo di attaccare, rifinendo anche tramite le fasce e portando tanti uomini nell’area avversaria. Edjouma, come dimostrato in Romania, ha il tempismo, la stazza e il fiuto per il gol per rappresentare un rebus irrisolvibile per le difese di Serie B.
Inoltre, potrebbe rappresentare una comoda via d’uscita per ovviare al problema che ha il Bari nel gestire il pressing avversario durante la prima costruzione. Cosciente di non avere difensori abili con i piedi, Marino ha optato per la soluzione più conservativa: il lancio lungo verso le punte. Sia contro il Modena che contro il Brescia l’input dato era evidente, mentre contro squadre che non pressano, come Ascoli e Feralpisalò, il Bari ha avuto modo di fraseggiare con più calma. Una figura come Edjouma potrebbe fungere da catalizzatore di palloni da riciclare per i compagni.
Insomma, i modi per utilizzare Edjouma e rendere fruttuoso il suo ingaggio in teoria ci sarebbero, ma è evidente che le problematiche trascendano il piano tecnico-tattiche per toccare quello attitudinale. In più, la fase di totale instabilità prestazionale ed emotiva che sta vivendo il Bari disincentiva lo staff tecnico a provare nuovi giocatori, ma al contrario induce a puntare su coloro che sono definiti più pronti ed affidabili.
Per Edjouma la strada al momento è in salita, ma è lecito aspettarsi che gli venga concessa un’altra possibilità per mostrare quelle qualità che hanno spinto Ciro Polito ad inseguirlo per oltre un mese e designarlo come erede di Michael Folorunsho.
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