Da sosta a sosta: che Sibilli! Pucino si riscopre colonna del Bari, Aramu e Frabotta così non va

Il Focus sul momento del Bari

8 punti in 4 partite, un nuovo modulo e una squadra con un ritrovato spirito. Il Bari riemerso dal ritorno dalla pausa di ottobre ha portato a termine un filotto più che positivo nelle prime uscite della gestione targata Pasquale Marino. Si sono messi in risalto alcuni elementi esaltati dalle novità portate dall’esperto tecnico siciliano.

Con la rubrica Da sosta a sosta individuiamo i calciatori a cui sventolare il semaforo verde (prestazioni positive), quelli a cui tocca il semaforo rosso (uscite negative) e quelli che si troveranno di fronte il semaforo giallo (prestazioni incerte). Qui potete recuperare la puntata precedente, in cui veniva preso in esame il nucleo di partite di settembre ed inizio ottobre.

Esultanza Bari
Copyright: SSC Bari

Semaforo verde, i migliori del Bari: Sibilli anema e core, la ritrovata importanza di Pucino

Secondo la Treccani, si definisce epicentro “Il centro da cui si diffonde un’epidemia o,  figurativamente, un movimento insurrezionale, un’ideologia e simili”. Difficile dire se questo Bari sia più un’epidemia o un’ideologia, dipende dai punti di vista; di sicuro Peppe Sibilli è l’origine della rinnovata energia di questo Bari, il centro di diffusione degli impulsi di vita di questa squadra.

Schierato ala sinistra contro il Modena (prima partita della gestione Marino), Sibilli ha trovato subito il modo di incidere con un coast to coast terminato con un una baionettata all’angolino basso. È dalla sfida di Brescia, però, che Sibilli diventa definitivamente anema e core di questo Bari: parte esterno sinistro nel 4-4-2 asimmetrico che vede Dorval dall’altro lato, poi, con il cambio tattico di Marino che passa alla difesa a 3, comincia a galleggiare nel ruolo ibrido tra mezzala sinistra e trequartista con cui ha brillato nelle ultime partite. Suo l’assist di lunga gittata per Diaw, suoi gli spunti palla al piede più incisivi.

Sibilli Bari
Copyright: SSC Bari

Nella sfida contro l’Ascoli, Sibilli si accende attorno all’ora di gioco: un paio di sfiammate prima di un altro gioiello, un diagonale diretto ancora una volta all’angolino basso dopo un altro assolo. Il terzo centro in quattro partite è il primo ad inquadrare l’angolino alto, con il mancino (piede debole, se così si può definire) potentissimo del provvisorio 0-2 contro la Feralpisalò, foriero di un tabù sfatato sintomo di una certa discontinuità di cui il fantasista napoletano non è mai riuscito a liberarsi del tutto.

Sibilli è rinnovato protagonista del Bari in una posizione costruita su misura per lui, quella di mezzala offensiva, filo verticale della nuova creatura biancorossa nel momento migliore della sua carriera. Sarà fondamentale rimanere su questa scia per alzare il livello suo e della squadra.

Da un campano all’altro: Raffaele Pucino è il braccio destro su cui poggia le spalle questo Bari, il porto sicuro in fase di possesso, l’uomo della calma. Riciclato nel ruolo di terzo di difesa sul centrodestra (posizione in cui non veniva impiegato da 5 stagioni, quando giocava alla Salernitana) Pucino sembra poter rivivere una seconda giovinezza in questo ruolo, offrendo al Bari una soluzione più pulita in uscita palla e contribuendo con le sue qualità difensive.

Pucino Bari
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Semaforo giallo: Diaw bene ma non benissimo, Acampora in evoluzione

Un gol, un rigore procurato (e poi sbagliato) e tanta buona volontà per Davide Diaw in queste quattro partite. Perché, allora, inserirlo tra i giocatori le cui prestazioni sono state incerte? La risposta è immediata: Diaw ha migliorato le sue prestazioni, ma ad oggi non è ancora del tutto convincente.

Se ci fosse una via di mezzo tra il semaforo verde e quello giallo, Diaw sarebbe inserito in quella fascia: un giallo tenue, quasi un lime. C’è il gol di Brescia, con una gran falcata e una sassata perentoria; c’è il rigore procurato a Piacenza, con un altro scatto in profondità da vera volpe della metà campo avversaria; ma ci sono anche i contropiedi, due, sprecati contro il Modena e le imprecisioni diffuse, oltre al rigore poi fallito con un tiro lento e prevedibile.

Il Diaw di queste ultime giornate sembra un giocatore recuperato, ma non ancora per intero; ad oggi rimane tra gli elementi rimandati, in attesa di un miglior giudizio a fine 2023 (e di una miglior intesa con il suo compagno di reparto, Marco Nasti).

Diaw
Copyright: SSC Bari

Un gradino sotto Gennaro Acampora, che passa dal semaforo rosso di un mese fa a quello giallo. Un passo avanti nelle prestazioni, quello indietro sul terreno di gioco. Da mezzala sinistra a vertice basso del centrocampo a tre (o mediano sinistro della mediana a due), cambio attuato giocoforza per via dell’infortunio occorso a Maiello, che presidiava quella zona di campo al meglio.

Acampora si sta adoperando con tanta buona volontà. Seppur quello di playmaker non sia il suo ruolo principale, sta lavorando per offrire alla squadra il suo contributo: più diretto di Maiello, ma anche più fisico nell’interpretazione. Da parte sua si sta vedendo, paradossalmente, anche una maggior partecipazione nella metà campo avversaria, con passaggi chiave dispensati in grandi dosi e anche qualche conclusione interessante verso lo specchio della porta.

Il centrocampista ex Spezia sembra essere salito di colpi anche come condizione fisica: ci vorrà, però, un ulteriore step per diventare una colonna del Bari.

Acampora Marino
Copyright: SSC Bari

Semaforo rosso: Aramu, rialza la testa. Frabotta, così non va

La cura Marino è servita, tra le tante cose, a rimettere in sesto calciatori importanti che procedevano a rilento. Sono due, però, i calciatori che sono riusciti financo a fare passi indietro in questo mese: Mattia Aramu e Gianluca Frabotta.

Su Aramu tocca essere ripetitivi: un calciatore dalle qualità tecniche elevatissime, di cui però non si è minimamente vista l’ombra in un terzo di campionato. Qualche buono spiffero è arrivato dal subentro contro la Feralpisalò, ma parliamo di dettagli, in confronto alle prestazioni tra il mediocre e il pessimo offerte contro Modena (dove ha avuto un’occasione da titolare, miseramente sciupata) e Ascoli (ingresso scialbo).

Marino è stato chiaro: Aramu è un calciatore come gli altri, così dovrà essere valutato e impiegato. Da lui, però, dev’essere sempre lecito aspettarsi tanto, visto l’investimento corposo fatto dalla società in estate per accaparrarselo. Per il trequartista scuola Torino si potrebbe dire, citando il film del momento, che c’è ancora un domani che dà speranza: sta a lui sfruttarlo.

Bellomo Aramu Allenamento
Copyright: SSC Bari

Speranza meno evidente per Frabotta, che oramai sembra piombato lontano nelle gerarchie. Out contro Modena e Feralpisalò e subentrato contro l’Ascoli, l’unica uscita da titolare di questo mini-ciclo è il primo tempo di Brescia. Schierato dal 1′, ha dovuto addirittura cedere il passo al neo-papà Ricci, che, nonostante i pochi allenamenti con la squadra, ha fatto gli straordinari per sostituirlo dignitosamente (interessante la crescita del terzino ex Parma).

Per Frabotta le prospettive di futuro prossimo si fanno cupe. L’ex Juve vede davanti a sé un Ricci consolidato in una posizione, quella di esterno a tutta fascia, in cui – oltre alle consuete qualità (attenzione, tecnica, velocità e intelligenza) – serve anche una capacità atletica olimpionica, cosa che ad oggi il terzino cresciuto tra Bologna e Juventus appare non avere.

Se a ciò si aggiunge che, dovesse salire ulteriormente il tono delle prestazioni di Achik, a sinistra potrebbe candidarsi per una maglia anche Dorval, i margini di manovra per Frabotta sembrano davvero risicati per il futuro prossimo.

Bellomo Frabotta Bari
Copyright: SSC Bari

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By Gianluca Losito

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