La settimana scorsa si è conclusa con la conferenza di inizio stagione in cui il presidente Luigi De Laurentiis si è concesso alla stampa ed ha presentato il nuovo assetto tecnico e societario del Bari. In quella appena iniziata è verosimile credere che la dirigenza inizierà a muoversi concretamente sul mercato per tenere fede alla richiesta di Longo di avere una parte consistente della rosa a disposizione per il ritiro, che avrà inizio il 10 luglio.
A domanda sulle mosse di mercato da effettuare, il direttore sportivo Magalini ha risposto che serviranno più di 10 movimenti in entrata per completare una rosa svuotata dalla precedente gestione tecnica. Ad oggi il Bari conta una ventina di giocatori utilizzabili, di cui una buona parte indirizzata verso la cessione.
In questo FOCUS cercheremo di capire cosa manca al Bari per assecondare le idee di Moreno Longo, che da quanto ci risulta vorrà sviluppare la squadra secondo un 3-4-2-1/3-4-1-2. Ammesso che i discorsi sui moduli, come dichiarato dallo stesso tecnico, lasciano il tempo che trovano, è interessante vedere quali siano le aree di gioco da infoltire nell’attuale organico biancorosso.
Le mosse tra porta e difesa
Partiamo dalla retroguardia: Pissardo ha ben figurato nel finale di stagione, con ogni probabilità rinnoverà il suo contratto e resterà in biancorosso, ma la dirigenza è a caccia di un primo portiere. I nomi che circolano sono diversi – siamo ancora nella fase dei sondaggi e delle valutazioni -, ma la sensazione è che si voglia cercare un profilo abile nel giocare con i piedi. Un portiere, insomma, che possa consentire alla squadra di costruire dal basso in sicurezza.
Un’ipotetica difesa a 3 conta il solo Vicari come punto di riferimento, con Pucino e Matino potenziali rincalzi. Assieme all’attacco è sicuramente il reparto che richiederà più interventi ed investimenti. Servono due centrali titolari, di cui uno mancino, e forse un terzo che possa completare una batteria composta da 6 elementi.
Sulle fasce con ogni probabilità verranno riconfermati Ricci e Dorval, a cui però andranno affiancati dei degni sostituti. Le valutazioni sui due esterni verranno fatte in ritiro, e probabilmente in base alle risposte date dai calciatori si deciderà se puntare su potenziali titolari o su semplici rincalzi.
Cosa manca al centrocampo?
Ipotizzando una mediana a 2, il Bari ha diversi elementi spendibili. Maita è il centrocampista ideale per questo sistema, in quanto non verrebbe sovraccaricato di responsabilità offensive e potrebbe concentrarsi solo sulla fase di rottura del gioco avversario. Maiello e Benali sono centrocampisti completi, in grado di interpretare qualsiasi spartito, compreso quello immaginato da Longo.
In un centrocampo a 2 potrebbe riprendere quota anche la candidatura di Karlo Lulic, centrocampista arrivato nello scorso gennaio di cui però non si è ancora compreso il reale valore. Con ogni probabilità verrà aggiunto un ulteriore giocatore, ma anche in questo caso la scelta verrà presa in base alle risposte che i centrocampisti sopracitati daranno in ritiro. È da registrare, infatti, un sondaggio di Magalini per il giovane Alessandro Bianco della Fiorentina.
View this post on Instagram
Ricostruire l’attacco del Bari
Il reparto offensivo, come avvenuto un anno fa, è quello che richiederà maggiori movimenti. In questo momento il Bari può contare su Sibilli, Achik e Morachioli, tutt’altro che attaccanti puri. Servirà dunque mettere a disposizione di Longo profili con caratteristiche diverse, in grado di completarsi e coesistere in quello che, a prescindere dalla disposizione, sarà un attacco che contemplerà la presenza di 3 calciatori.
Stando alle indiscrezioni che trapelano, la priorità di Magalini e Di Cesare in questo momento è proprio quella di strutturare il reparto offensivo. Nei giorni scorsi abbiamo parlato di sondaggi (più o meno approfonditi) per i vari Partipilo (clicca qui per approfondire), Cerri, Compagnon, Ambrosino, Sgarbi e Raimondo (clicca qui per approfondire): profili diversi ma che rispondono alla necessità impellente di acquistare una mezza punta mancina, un paio di attaccanti puri e un paio di jolly.
Il lavoro da fare è tanto e il tempo a disposizione è sempre meno, ma l’impressione è che, a differenza di quanto visto nel recente passato, tra dirigenza e area tecnica ci sia totale sintonia nella strada da perseguire.