Lorenzo Amoruso: “Bari, servono certezze. L’assenza di Di Cesare si sentirà tanto. Su Partipilo…”

Le parole dell'ex Amoruso

Da poco meno di una settimana, in casa Bari, è iniziato un nuovo corso targato MagaliniLongo. Intervenuto ai microfoni di tuttob.com l’ex difensore biancorosso Lorenzo Amoruso ha parlato del futuro dei galletti.

Le parole di Amoruso

ll Bari cambia tutto e riparte dal tandem Magalini-Longo: sono i profili giusti per rilanciare le ambizioni biancorosse, dopo una stagione tanto tormentata?

“Bari è una piazza importante, di Serie A, ma tutto dipenderà dalla campagna acquisti che verrà condotta. Serve la voglia di dimostrare che gli errori commessi non saranno ripetuti; ciò non significa ammazzare il campionato ma perlomeno giocarsela, senza svegliarsi più solo alla fine della stagione. D’altra parte già ad agosto dell’anno scorso si diceva che la squadra allestita non sarebbe stata competitiva, nemmeno per i playoff, e i fatti lo hanno confermato. Detto questo, Magalini e Longo possono anche andare bene, fermo restando che i nomi non fanno la differenza, a meno che non ti chiami Messi…”.

Il nuovo direttore sportivo, intanto, ha dichiarato che ci sarà un gran lavoro da fare sul mercato: si parla di 10-12 nuovi innesti…

“Per forza, la maggior parte dei giocatori non sono di proprietà…; oltretutto molti sono reduci da una stagione segnata da prestazioni insoddisfacenti, quindi torneranno alla base. Spero che la dirigenza biancorossa abbia già le idee chiare sul da farsi… Ecco, la domanda che andrebbe rivolta al direttore è questa: quali sono le intenzioni della società, vivacchiare in Serie B o puntare a un campionato di alta classifica come Bari merita? Ognuno potrà giudicare in base agli acquisti effettuati”.

Ambrosino e Sgarbi, segnalati in dirittura d’arrivo, sono attaccanti giovani e promettenti che potrebbero trovare a Bari la definitiva consacrazione. Servirà però anche un bomber affermato…

“Per emergere dalla moltitudine e disputare un campionato importante servono certezze nei ruoli cardine: giocatori di spessore, grande personalità e in grado di caricarsi sulle spalle la squadra nei momenti difficili. Quindi un portiere che trasmetta sicurezza, un paio di difensori centrali di sicuro affidamento, un centrocampista d’ordine e un centravanti col fiuto del gol…”.

Che ne pensa Amoruso del possibile arrivo del barese doc Partipilo?

“Tutti i nomi possono essere validi, ma non c’è a oggi un piano generale esposto. A me piace l’idea che nella squadra ci siano giocatori, piuttosto che nella società dirigenti, che incarnano la baresità. Credo sia un plus. Il senso di appartenenza è importante, quindi ben venga Partipilo.”

Quanto peserà l’assenza (in campo) di capitan Di Cesare, passato dietro la scrivania?

“Tanto. Soprattutto mancherà l’esperienza di un leader che ci ha sempre messo cuore e anima, sopperendo con la sagacia tattica a quei limiti di brillantezza dovuti alle 41 primavere: il gol segnato alla Ternana nei playout ne è la testimonianza. Spero che adesso Di Cesare possa trasmettere ai nuovi la voglia di lottare per una maglia così prestigiosa come quella del Bari”.

Come commenta l’uscita del presidente Luigi De Laurentiis, che ha ‘bacchettato’ con parole colorite papà Aurelio? Un tentativo di firmare una tregua con la tifoseria?

“Le dichiarazioni avventate del patron Aurelio De Laurentiis hanno creato una frattura tra società e tifosi. Inevitabile. Definire il Bari la seconda squadra del Napoli è inaccettabile, oltre che di cattivo gusto. Nessuno vuole essere secondo a nessuno. Ci sono valori, caratteristiche e sensibilità da rispettare…

Il presidente Luigi ha cercato a ragion veduta di metterci una pezza, atteso che la situazione a Bari era diventata insostenibile per via del malcontento generale. Certo, sconfessando il proprio padre non ha però risolto tutto… Ora comunque è tempo che le chiacchiere lascino il posto ai fatti. Tuttavia non so quanta voce in capitolo il presidente abbia nella campagna acquisti…”.

Che Serie B sarà la prossima per Amoruso?

“Un campionato molto difficile perché sono scese dalla A realtà importanti e consolidate come Sassuolo, Salernitana e Frosinone; poi ci sono squadre potenzialmente in grado di fare bene (Palermo, Cremonese, Catanzaro…) e le outsider. Mi aspetto un bel campionato, con tanti giovani in rampa di lancio: la Serie B è una vetrina per loro e la speranza è che qualcuno possa ‘esplodere’ per poi andare a rinfoltire, perché no, le fila della Nazionale”.

By Domenico Farella

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