Cosenza-Bari, l’analisi: le differenze nell’approccio, il piano gara di Giampaolo-Di Bari e il cambio Aramu-Morachioli

L’analisi di Cosenza-Bari

Il pomeriggio di Cosenza potrebbe rappresentare un punto di non ritorno nella stagione del Bari. L’approccio sconcertante, in un match che richiedeva maggiore applicazione rispetto al normale, e le dimensioni della sconfitta restituiscono l’immagine di una squadra fragile ed instabile emotivamente. Ad ulteriore dimostrazione di ciò c’è la gestione del secondo tempo, quando il Bari con maggiore fermezza e lucidità avrebbe potuto accerchiare un Cosenza visibilmente alle corde, piuttosto che cadere nelle trappole degli avversari. I calabresi sono riusciti a sporcare il match, trovando nel nervosismo dei biancorossi una sponda ideale per abbassare i ritmi e far scorrere i minuti.

La sconfitta, preceduta dalla vittoria dell’Ascoli a Terni, ha fatto sprofondare il Bari in piena zona retrocessione, ad un punto di distanza dal terzetto che occupa la zona playout e l’ultimo posto valido per la salvezza diretta. Adesso la squadra, come raccontato con le FOTO e i VIDEO di Pianeta Bari, è in ritiro ad Altamura per preparare il match di mercoledì contro il Parma, l’ennesima gara da non fallire per continuare a sperare nella salvezza.

Prima di proiettarci al prossimo match è nostra consuetudine fare un passo indietro per analizzare la gara appena disputata attraverso la rubrica Il Bari a Scacchi. I temi offerti da Cosenza-Bari sono stati diversi, sia di natura tattica che attitudinale. Perché il Bari ha approcciato così male il match? Quali sono state le chiavi tattiche che hanno permesso al Cosenza di dominare la scena per 25 minuti abbondanti? E poi, qual era il piano tattico di Giampaolo e Di Bari? E com’è cambiato a gara in corso?

Calendario del Bari Serie B esultanza
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L’approccio al match del Bari

Solitamente questa rubrica verte su tematiche di campo, ma è impossibile non partire dalla componente caratteriale per raccontare questa partita. Nei primi minuti, mentre gli undici del Bari girovagavano disorientati per il campo, il Cosenza azzannava i portatori di palla indirizzando l’inerzia del match subito a proprio favore. La pressione della squadra di Viali si è tradotta nel gol di Mazzocchi, che ha ulteriormente affossato un Bari troppo fragile per rialzarsi dopo l’ennesimo gancio incassato nei primi minuti di gioco.

Nei successivi minuti sono emerse anche alcune problematiche tattiche: la posizione di Tutino, che come di consueto si abbassava per  essere coinvolto nella manovra, non veniva mai assorbita né dal centrocampo e neanche dai difensori centrali. Il numero 9 aveva vita facile nel ricevere e imprimere un’accellerata all’azione, associandosi con Marras, sempre libero di ingaggiare duelli con Ricci. Il mismatch tra i due era così netto da sembrare parossistico: Marras, indiavolato, fluttuava danzando sulle punte, mentre Ricci sembrava correre con dei pesi attaccati alle caviglie. La stessa azione, con Ricci in affanno a fronteggiare Marras, si è ripetuta almeno 3 volte nel primo quarto d’ora, senza che nessun compagno riuscisse a garantire un raddoppio per arginare l’avversario. Che il lato forte dell’attacco cosentino fosse il destro, come avevamo anticipato nella preview, era facilmente preventivabile, ma il Bari è sceso in campo come se non sapesse chi fossero gli avversari di giornata.

Marras Cosenza
Copyright: Cosenza Calcio

Il piano gara di Giampaolo e Di Bari

L’unico modo per contenere la spinta del Cosenza ed esporre i limiti di Marras era quello di costringerlo a lunghe fasi di difesa posizionale, cosa che il Bari ha fatto in modo frammentario a cavallo tra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo. La mossa studiata dallo staff era quella di stringere la posizione di Ricci in mezzo al campo per far progredire il pallone nella fascia centrale, costringere uno tra Zuccon e Marras a restare stretto e liberare la linea di passaggio per Sibilli, che agiva da ala sinistra pura. Quando il 20 veniva imbeccato entrava in gioco anche Aramu, che da trequartista del 4231 aveva il compito di sovraccaricare il lato palla.

Questo sviluppo ha facilitato l’arrivo del Bari nell’ultimo terzo di campo, ma spesso è mancata precisione e lucidità nell’ultimo passaggio per generare occasioni realmente pericolose. Nonostante ciò, la coesistenza tra Sibilli e Aramu sembrava funzionare, soprattutto quando potevano far emergere la propria sensibilità tecnica dialogando in spazi stretti.

Bari silenzio
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Il cambio discutibile

Proprio in funzione di ciò, risulta quasi incomprensibile la scelta operata da Giampaolo e Di Bari di sacrificare le fluidità offensiva garantita dai due fantasisti per inserire Morachioli e passare ad un 4-2-3-1 rigido e monocorde. L’ex Renate ha un set di caratteristiche piuttosto limitato, che nonostante i diversi input ricevuti non sembra essere in grado di ampliare. La sua prevedibilità, unita all’incapacità della squadra di dare continuità e vigore alla manovra offensiva, ha reso gli attacchi del Bari affrettati e quindi poco pericolosi. I successivi cambi non hanno in alcun modo deviato il flusso del match, ormai ben saldo nelle mani dei padroni di casa dopo la punizione di Caló. Su tutti Bellomo, entrato già nervoso e che dopo 7 minuti si è fatto buttare fuori.

Bellomo Aramu Allenamento Bari
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By Giovanni Fasano

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