Bari-Sampdoria, l’analisi: i problemi in rifinitura, le scelte singolari di Iachini e l’importanza di Morachioli

L’analisi di Bari-Sampdoria

Sembra inarrestabile la marcia verso il basso del Bari, che nel match casalingo contro la Sampdoria è incappato nell’ennesima sconfitta stagionale, questa volta ancor più sanguinosa e preoccupante delle precedenti. Rispetto alle ultime uscite i biancorossi hanno disputato un match più costante, senza alternare momenti brillanti ad altri meno centrati, ma nel finale hanno pagato a caro prezzo un paio di episodi favorevoli alla squadra di Pirlo. Nello specifico, il rigore sbagliato da Sibilli è stato il vero turning point del match: da quel momento e per il successivo quarto d’ora il Bari ha abbassato il baricentro drasticamente, consegnandosi al palleggio della Sampdoria. Proprio tramite un’azione ben manovrata i blucerchiati hanno trovato il varco per penetrare la difesa biancorossa, tutt’altro che ermetica nell’occasione.

La quarta sconfitta nelle ultime cinque gare assottiglia ulteriormente il margine dalla zona play out, che adesso dista soltanto 2 punti. Per la squadra di Iachini, con all’orizzonte un calendario tutt’altro che favorevole, la sosta diventa un’occasione ghiotta per ricaricare le pile e cercare di fare fronte comune.

La gara contro la Sampdoria è ormai storia, ma come di consueto cerchiamo di analizzarla attraverso la rubrica il Bari a Scacchi. La nota positiva del pomeriggio biancorosso è sicuramente la prova di Morachioli, che merita un approfondimento specifico, mentre gli aspetti negativi riguardano i problemi in fase di rifinitura e la gestione singolare dei cambi da parte di Iachini.

Sibilli
Copyright: SSC Bari

Gli errori in rifinitura

Come nella gara contro il Venezia, il Bari ha sviluppato il gioco soprattutto sulla sinistra. Nonostante la pesante assenza di Ricci, la squadra è riuscita a riproporre le combinazioni che coinvolgono Sibilli, Morachioli e l’esterno di centrocampo, nel caso della partita di sabato Dorval. L’algerino ha dimostrato come giocare a piede invertito gli apra scenari che sulla destra gli sono preclusi, come ad esempio la possibilità di rientrare sul piede forte e crossare. Dai suoi piedi sono nate diverse azioni interessante, nonostante qualche imprecisione di troppo in fase di costruzione. Ad alimentare la buona verve di Dorval, oltre ai consueti movimenti di Sibilli, si sono aggiunti quelli di Morachioli, puntuale nel sovraccaricare il lato forte per creare superiorità numerica.

Gli ottimi sviluppi sono stati dilapidati dai soliti errori in rifinitura, principalmente a carico di Maita. Il centrocampista siciliano ha fornito una prova eccellente in quanto a contributo atletico e fisico, ma mediocre nella gestione del pallone nell’ultimo terzo di campo. Sono state due le occasioni in cui avrebbe potuto mettere dinanzi al portiere un compagno, ma in entrambe ha fornito verticalizzazioni troppo profonde. Nella prima avrebbe potuto completare un’ottima aziona corale sviluppata sulla sinistra, nella seconda ha sbagliato di diversi metri una semplice imbucata per Puscas. I limiti dell’ex Catanzaro sono estendibili a tutto il centrocampo biancorosso, privo di elementi in grado di rifinire l’azione con qualità e tempismo.

L’unico in grado di farsi carico di questi compiti è Sibilli, ma il lavoro sfiancante in fase di costruzione che lo costringe a ricevere il pallone in zone di campo distanti dall’area di rigore ne limita l’impatto nella trequarti avversaria.

Maita
Copyright: SSC Bari

La gestione dei cambi

Se nel primo tempo la paura di concedere il fianco alle iniziative degli avversari aveva vincolato la pericolosità delle squadre ad iniziative individuali, nella ripresa gli spazi si sono dilatati e il caos ha padroneggiato. A contribuire a questa fase di batti e ribatti è stato l’attendismo dei due allenatori nell’innestare forze fresche dalla panchina. I primi due cambi sono stati da ambo le parti obbligati, e per vedere i successivi abbiamo dovuto attendere il 73esimo lato Sampdoria e addirittura il 78esimo lato Bari.

Iachini ha preferito tenere in campo per 89 minuti il rientrante Maita, segno che la fiducia in Lulic ed Edjouma sia ai minimi termini. Anche la gestione di Guiebre fa riflettere: nonostante l’assenza di Ricci, il tecnico marchigiano ha preferito impiegare Dorval a sinistra e Pucino a destra senza mai prendere in considerazione il subentro dell’ex Modena. In quella che sembra una bocciatura completa del mercato invernale, anche Kallon pare estromesso dalle rotazioni, sorpassato sia da Morachioli che da Nasti. Parlare a posteriori dei cambi fatti o non fatti è semplice, ma per gli spazi che si erano inevitabilmente aperti nel secondo tempo l’apporto dei subentranti avrebbe potuto spezzare un equilibrio traballante.

Iachini Bari
Copyright: SSC Bari

L’importanza di Morachioli nel Bari

Chi invece sembra essere entrato nelle grazie di Iachini è Gregorio Morachioli, che con la prestazione di sabato ha forse legittimato in via definitiva la sua centralità in questo Bari. Dell’ex Renate si è sempre detto fosse troppo ancorato al ruolo di ala pura per poter avere un impatto costante in Serie B, ma contro la Sampdoria ha per la prima volta dimostrato di potersi disimpegnare al meglio anche tra le linee. Dal suo piede sono nate buona parte delle occasioni biancorosse, soprattutto nel primo tempo quando con la sua mobilità ha disordinato lo schieramento difensivo avversario.

La giocata più pregevole resta quella effettuata intorno alla mezz’ora, quando con un delicato tocco di prima ha prolungato un lancio proveniente dalla difesa innescando Puscas. Oltre a quello che poteva essere uno degli assist più belli di questa stagione, della gara di Morachioli restano i tanti palloni gestiti con pulizia e lucidità nelle strettoie della trequarti avversaria. In una squadra sull’orlo del baratro e apparentemente prossima al tracollo psicologico, la rinascita di Morachioli potrebbe rappresentare l’innesco necessario per una crescita complessiva della squadra.

Morachioli
Copyright: SSC Bari
By Giovanni Fasano

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