Bari, i numeri alla sosta. La difesa è di ferro, ma l’attacco è fin troppo sterile

Il FOCUS sul Bari alla sosta

Con il pari di ieri in casa della Ternana si è concluso il primo ciclo di partite estive del Bari. Ora ci sarà la sosta per le Nazionali, due settimane di pausa che piovono come una manna dal cielo per Mignani e Vergassola. Una decina di giorni di lavoro per assemblare un gruppo nuovo e assortito, privo del solo Nasti convocato in Under 21. Il prossimo appuntamento è sabato 16 settembre alle ore 14.00 in casa del Pisa di Aquilani e Valoti.

Bari
Copyright: SSC Bari

I numeri del Bari alla sosta

Chiusa la prima fase di campionato, con quattro partite (!!!) nell’afoso agosto, il bilancio del Bari è in perfetta correlazione con quello dello scorso anno. I punti sono gli stessi: 6. Anche il modo in cui sono stati raccolti analogo: 3 pareggi (di cui 2 casalinghi) e un colpo in trasferta, con la squadra tuttora imbattuta. Nella sostanza, però, il Bari 2023/24 ha una fisionomia completamente diversa da quello che appena 365 giorni fa si approcciava alla B dopo 4 anni di inferno nelle serie inferiori.

Il team di Mignani lo scorso anno debuttò al Tardini di Parma con un frizzantissimo 2-2. Poi il pari al San Nicola contro il Palermo per 1-1, la vittoria di Perugia per 3-1 e il pari in rimonta contro la Spal in Puglia per 2-2. Totale: 8 gol fatti e 6 subiti, nessun clean sheet per l’enfant prodige Caprile, sebbene le sue parate (soprattutto in Umbra) furono letteralmente decisive ai fini della classifica provvisoria. Allora il Bari era nono in classifica, a meno tre dalla vetta occupata in coabitazione da Reggina, Frosinone e Brescia.

È cambiato il mondo quest’anno. La squadra per ovvie (non del tutto) esigenze è stata stravolta e il nuovo gruppo si è formato soltanto ad agosto (e non purtroppo in ritiro, dove di nuovi c’erano solo Faggi, Nasti e lo sfortunatissimo Menez). I biancorossi nei loro 6 punti hanno totalizzato 2 gol fatti e 1 solo subito (tra l’altro su palla inattiva), con ben 3 clean sheet per Brenno. Un dato su cui pesano però diversi episodi, come il rigore sbagliato da Di Mariano o il gol annullato a Brunori, fino ai due pali di Cassano e Raimondo.

Nasti
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È da lodare sicuramente allora la compattezza difensiva del Bari, uno dei must dello scorso anno che però solo raramente era sembrato così continuo nel tempo. Con il solo innesto del portiere brasiliano, il resto della retroguardia è la stessa: Dorval, Di Cesare o Zuzek, Vicari e Ricci. Lo spirito battagliero, votato al sacrificio che tanto aveva colpito nella passata stagione non si è allora sopito. Ed è sicuramente un bene.

Dall’altro lato, purtroppo, i soli 2 gol segnati da Sibilli e Nasti sono un brodino che non può soddisfare. Sottolineare soltanto il muro difensivo sarebbe come nascondere la polvere sotto il tappeto. Questo Bari manca del guizzo, di quel killer instinct che l’anno scorso vide in Cheddira un marcatore a tratti immancabile. E non diamo assolutamente colpe al giovane Nasti, fin qui tra i migliori della truppa biancorossa.

Nasti
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È pur vero che Mignani ha dovuto fare a meno di Davide Diaw, che in quei primi 15 minuti di Bari-Palermo aveva dato prova di una grande intesa con i suoi compagni. Ma è altrettanto vero che a Cremona il Bari ha tirato in porta una sola volta, così come ieri su una sterile punizione di Aramu. In casa col Cittadella e col Palermo qualcosa di più è stato fatto, ma sicuramente imparagonabile con quanto produceva la squadra lo scorso anno.

Ecco, a mancare non è solo l’apporto del terminale offensivo, ma soprattutto la fase d’attacco nella sua interezza. Il Bari fa una fatica immane a costruire occasione nitide da rete, al contrario proprio dell’anno scorso quando con molta facilità si arrivava in porta.

SIbilli Cremonese-Bari
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Alla sosta allora il Bari è settimo, questa volta a meno quattro dalla vetta e in una classifica zeppa di asterischi per le note difficoltà di inizio stagione. Guardare la graduatoria oggi 4 settembre è un esercizio stucchevole, ma indicativo di come malgrado le tante novità di questa stagione il canovaccio non sia cambiato. Ad essere mutata, come detto, la forma. C’è però tantissimo tempo e delle risposte ce le attendiamo già dalla gara sotto la Torre in programma il 16. Ora tocca a Mignani riportare la sua impronta a un gruppo tanto nuovo quanto sbarazzino. Le premesse per recitare un ruolo da protagonista ci sono ancora tutte.

 

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By Claudio Mele

Ho un assegno di ricerca in matematica, sono anche un insegnante di matematica e fisica. Nel tempo libero faccio il giornalista (con scarsi risultati)

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