Sudtirol spartiacque: la gestione Marino insufficiente. Polito guarda a gennaio, Mignani (per ora) non torna

Il punto sul momento del Bari

Ad ascoltare i medici la ricaduta è sempre l’aspetto più preoccupante di una malattia. Questo Bari, dopo una discreta ripartenza in seguito all’avvicendamento in panchina tra Mignani e Marino, è nuovamente ricaduto nelle sue paure e nei suoi errori cronici.

Le sliding doors dell’era Marino al 51′ della gara contro la Feralpisalò, con l’autogol di Di Cesare che apre le porte alla rimonta dei padroni di casa, capaci in 20 minuti di fare 3 gol, esattamente la metà delle reti messe a segno fino a quel momento in campionato (!). A salvare la baracca l’acuto di Achik, che quantomeno ha permesso di portare un punto in saccoccia. Magra consolazione.

Di lì due ko consecutivi, contro il forte Venezia e il piccolo Lecco. Se del confronto con gli uomini di Vanoli c’è poco da dire, vista la netta superiorità ospite palesata per tutti i 90 minuti – al netto delle dichiarazioni post gara del tecnico siciliano -, la gara di domenica ha evidenziato tutti i limiti di una rosa costruita in affanno in estate, svuotata dei suoi uomini migliori e che galleggia in un mare di mediocrità.

La scossa Marino, allora, pare aver già finito il suo effetto divampante, vista la netta involuzione di prestazioni e risultati. Aramu è troppo brutto per essere vero, Frabotta dopo insufficienze su insufficienze è sparito, Acampora è impresentabile, Maita e Benali altrettanto irriconoscibili, Brenno alterna buone cose ad altre meno buone. L’unico che ci prova è Sibilli, tanto che ultimamente pensa di poter spaccare la partita sempre da solo. Dorval è in netta involuzione, Edjouma si è rivisto dopo due mesi, Faggi e Astrologo, invece, non si sa che fine abbiano fatto, quando il centrocampo al momento è allo sbaraglio.

La ciliegina su una torta per niente dolce, la squalifica di Nasti e l’infortunio di Diaw. Dai famosi 7 attaccanti, al solo Akpa Chukwu della Primavera adattato come prima punta nella gara decisiva col Sudtirol. E forse il buon Lombardo, che noi raccontiamo settimanalmente nelle cronache dei ragazzi di Giampaolo, addirittura scomodato per dare una mano sabato pomeriggio. Un match che l’anno scorso valeva la semifinale playoff, ma che oggi assume i contorni di uno spareggio in ottica salvezza.

Acampora Mignani
Copyright: SSC Bari

Il Sudtirol: spartiacque della stagione, tra Marino e Mignani

La sfida con gli altoatesini assume così i contorni di uno spartiacque. A fine gara col Lecco ci ha messo la faccia Polito, erigendosi «primo responsabile del peggior momento della gestione». Un intervento doveroso, che ha attirato a sé tutta l’attenzione sviandola da altri canali. Noi, però, analizziamo settimanalmente la partita di Di Cesare e compagni e non possiamo non mettere in luce (per l’ennesima volta…) la pochezza di soluzioni tattiche offerte da Marino.

La scelta dell’ex tecnico di Spal, Frosinone e Crotone di tenere 75 minuti in campo Maita, Acampora e Benali è incomprensibile. Altrettanto poco logico mettere dopo 6 minuti (!) dal gol di Buso, Aramu e Morachioli (migliore in campo per i nostri utenti, dopo tre partite consecutive in panchina) lasciando solo il buon Diaw con i suoi acciacchi alla schiena. Oppure inserire a 5 minuti dalla fine il redivivo Edjouma, che ha dimostrato per quel poco che gli è stato concesso di poter anche dire la sua, seppur evidenti limiti caratteriali. Mosse, al pari di quanto proposto finora, figlie di un calcio che fu.

La svolta tecnica, dunque, non c’è stata e non serve contare e confrontare i punti, i gol, i passaggi o i tackle tra la gestione Marino e Mignani. Del resto, lo ha detto anche Polito: Avevo fatto una scelta di cambiare il mister, perché c’erano delle cose che non mi piacevano. Ora dico: non sono tanto soddisfatto”. Un messaggio che risuona da giorni nelle orecchie dei tifosi biancorossi, che ha portato a suggestioni come le dimissioni dello stesso Marino, il ritorno di Mignani e tanto altro.

Quello che possiamo dire è che nulla di tutto ciò è avvenuto e nemmeno è passato per l’anticamera del cervello dei diretti interessati. Mignani si gode i giorni di riposo forzato a Santo Spirito e non è stato contattato da nessuno. Marino sta preparando la gara col Sudtirol, facendo la conta sui disponibili e le soluzioni da proporre soprattutto in avanti. Polito, descritto ben più deluso e amareggiato di quanto emerso domenica sera, si interroga sugli errori commessi ed è già proiettato a gennaio. Gli obiettivi sono stati già stabiliti: un play che sostituisca Maiello (ah quanto pesa l’assenza del Professore), un attaccante, qualche giovincello che possa con la sua freschezza dare energie nuove a una squadra apparsa completamente svuotata.

Inutile farsi grandi illusioni, anche perché il mercato di gennaio è da sempre molto complicato. Possibile allora qualche nuova occasione, probabilmente dalla tanto amata Serie C. In ogni caso, l’obiettivo del direttore sarà quello di limitare i danni in questi 20 giorni, portare la nave in porto al 31 con una situazione di classifica dignitosa e poi rivoluzionare l’organico. In panchina si spera di tenere Marino, ma è chiaro che in caso di nuova debacle l’esonero possa essere davvero più attuale che mai. Da capire se in tal caso Mignani sarebbe il primo candidato, ma è un discorso che oggi lascia il tempo che prova. L’unica certezza è che questa annata sta prendendo una brutta bruttissima piega. Benevento docet.

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By Claudio Mele

Ho un assegno di ricerca in matematica, sono anche un insegnante di matematica e fisica. Nel tempo libero faccio il giornalista (con scarsi risultati)

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