Lecco-Bari, l’analisi: il trio di centrocampo, la dipendenza da Sibilli e i cambi di Marino

L'analisi di Lecco-Bari

Non c’è fine al peggio per il Bari, che dopo esser stato travolto dal Venezia al San Nicola perde anche in casa del Lecco. L’1-0 finale è la conseguenza di una partita brutta, a tratti bruttissima, ma che i padroni di casa hanno avuto il merito di condurre con maggiore coraggio rispetto agli avversari. Per il Bari la seconda sconfitta consecutiva vuol dire zona playoff sempre più distante, ma anche e soprattutto play out pericolosamente vicini, in questo momento lontani solo 2 punti.

Per approfondire ciò che è accaduto al Rigamonti-Ceppi torna il Bari a Scacchi, la rubrica attraverso cui analizziamo il match di giornata individuandone i punti che l’hanno contraddistinto. Per Lecco-Bari ci siamo soffermati sulle difficoltà del centrocampo biancorosso, sulla dipendenza da Giuseppe Sibilli e, ancora una volta, sui cambi incomprensibili di Marino.

Marino
Copyright: SSC Bari

I problemi del centrocampo

A sorpresa Marino ha optato per un centrocampo inedito in questa stagione. Nonostante la prestazione insufficiente contro il Venezia, Benali è stato confermato in cabina di regia, affiancato da Acampora e da Maita, per la prima volta titolare da quando Marino siede in panchina. L’escluso eccellente è stato Ilias Koutsoupias, per distacco il miglior centrocampista biancorosso in questa prima metà di stagione. Le difficoltà, facilmente preventivabili date le caratteristiche degli uomini scelti, si sono viste sin dai primi minuti. Maita e Acampora sono giocatori molto simili: hanno lo stesso passo e condividono la scarsa confidenza nel muoversi senza palla nell’ultimo terzo di campo.

Questo ha comportato grossi problemi nella progressione del gioco, perchè privi di un supporto alle spalle gli attaccanti hanno patito l’inferiorità numerica contro la difesa di casa. Nasti è stato facilmente imbrigliato dalla coppia Bianconi-Celjak e abbandonato nell’occupazione dell’area di rigore sui cross provenienti dalle fasce. Avevamo indicato come la presenza delle due punte, i movimenti verticali di Koutsoupias e la proiezione offensiva dei quinti consentissero al Bari di attaccare l’area di rigore con tanti uomini, ma questi progressi sono svaniti nella gara di ieri pomeriggio.

Oltre a non essere complementari, Maita, Acampora e Benali sono incappati in una brutta prova anche da un punto di vista individuale. Degli errori tecnici si è perso il conto già a metà primo tempo, e per questo risuona incomprensibile la scelta di Marino di tenerli in campo per oltre 75 minuti.

Maita Allenamento
Copyright: SSC Bari

Il Bari è Sibilli-dipendente

Che la fase offensiva del Bari fosse ancorata alla verve di Giuseppe Sibilli lo avevamo capito da tempo, ma le recenti prestazioni dell’ex Pisa ci avevano illuso che questo potesse bastare. Ovviamente non è così: quando Sibilli, come è fisiologico che sia, non gira il Bari diventa innocuo. Anche nella partita di ieri il numero 20 ha cercato di imprimere il suo marchio tentando qualche conclusione estemporanea, svariando su tutto il fronte offensivo a caccia della posizione giusta da cui agire, ma lo scarso apporto dei compagni lo ha portato ad incaponirsi in azioni inconcludenti.

Ieri ha deluso anche il debuttante Achik, anch’egli troppo isolato sul centro-destra per riuscire a produrre qualcosa. Nonostante l’abitudine a giocare nei corridoi centrali (a Cerignola giocava anche seconda punta) Achik ha commesso errori banali sia nei passaggi che nei controlli, palesando difficoltà inedite e figlie probabilmente di una sfiducia contagiante.

Le mancanze dei centrocampisti e le prestazioni opache delle due mezze punte si sono riverberate anche su Marco Nasti, a cui viene chiesto un lavoro distante dalle sue corde. Parliamo di un classe 2003 alla seconda stagione tra i professionisti incaricato di battagliare con due difensori, difendere palla, ripulirla, far salire la squadre e occupare l’area di rigore praticamente da solo. Come spesso accade quando si è oberati di compiti, non è riuscito a fare nulla di tutto ciò.

Achik
Copyright: SSC Bari

La gestione dei cambi di Marino

A complicare una gara già di per sé ostica  dato l’ottimo momento di forma del Lecco ci ha pensato Pasquale Marino con la gestione dei cambi. Le difficoltà del Bari erano palesi sin dalla prima frazione, ma Marino non ha modificato l’assetto inziale nell’intervallo, confermandolo fino al prevedibile cambio Nasti-Diaw. Da quel momento, stallo totale e per certi versi inspiegabile. Mentre il baricentro del Bari si abbassava pericolosamente, Bonazzoli alimentava la spinta dei suoi inserendo forze fresche (Di Stefano in primis), al contrario di un Marino fermo sulle sue posizioni.

A svegliare il tecnico di Marsala dal torpore ci ha pensato il gol di Buso, a cui hanno fatto seguito (6 minuti dopo) gli ingressi di Aramu e Morachioli per Maita e Achik. Per sporcare i guantoni di Saracco si è però dovuto attendere l’87esimo, quando Edjouma, scongelato dopo mesi di panchina, seppur in fuorigioco ha calciato verso la porta avversaria. Nel finale Morachioli e lo stesso Edjouma hanno creato un po’ di scompiglio, giusto per aumentare il rammarico di non averli visti in campo prima.

Edjouma Bari
Copyright: SSC Bari

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By Giovanni Fasano

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