Perchè il Bari segna così poco?

Il focus sui problemi offensivi del Bari

In questa prima metà di stagione del Bari c’è una costante che si ripete senza segnali di discontinuità da inizio campionato: la scarsa produttività offensiva. I motivi, che sono molteplici e di varia natura, andremo ad analizzarli in questo articolo, ma per dare un po’ di contesto è utile sciorinare alcuni numeri piuttosto emblematici.

Bellomo Aramu Allenamento
Copyright: SSC Bari

I numeri offensivi del Bari

Partiamo dal più lampante: con 17 gol realizzati in 17 partite, il Bari ha il quinto peggior attacco del campionato, in coabitazione con Brescia, Reggiana e Ascoli. Solo Feralpisaló, Lecco, Pisa e Spezia hanno fatto peggio. Guardando alla stretta attualità, il Bari ha realizzato un solo gol su azione nelle ultime quattro partite, quello di Di Cesare decisivo per la vittoria contro il Sudtirol. Anche il dato sugli Expected Goals è piuttosto inquietante: con 17,2 xG totalizzati il Bari è 15esimo in questa speciale classifica, alle spalle di squadre come Cittadella, Lecco e Ternana che dispongono di risorse offensive limitate rispetto ai biancorossi.

Per tiri ogni 90 minuti il Bari è nella top 10 del campionato, ma il dato peggiora drasticamente se guardiamo ai tiri in porta, che sono poco più di tre ogni 90 minuti, meglio solo di Reggiana, Feralpisalò e Sudtirol. Sempre attraverso le metriche di Fbref possiamo notare come il Bari sia una delle squadra che calcia di più da lontano, nello specifico la distanza media dei tiri effettuati dai biancorossi in questa stagione è di 18,7. Un dato in linea con le caratteristiche dei calciatori, in primis Acampora e Aramu, sulla carta entrambi ottimi tiratori, ma che fino ad ora non lo hanno dimostrato.

Acampora Bari
Copyright: SSC Bari

Singoli e contesto

Le caratteristiche e il curriculum realizzativo dei giocatori del Bari sono alla base delle problematiche offensive della squadra. Dei 6 giocatori facenti parte dell’attacco solo Aramu e Diaw sono andati almeno una volta in doppia cifra di gol nel corso della loro carriera. Achik ci è andato vicino sia in Serie D che in Serie C, Sibilli ha appena eguagliato il suo record realizzativo (5 gol), Nasti è alla seconda stagione tra i professionisti dopo i 4 gol realizzati a Cosenza e Morachioli, i cui limiti in finalizzazione sono emersi nelle ultime settimane, non è mai andato oltre i 3 gol (tra giovanili e professionisti).

In una squadra che vuole fondare le proprie fortune sulla produttività del tridente offensivo è evidente che i giocatori messi a disposizione dello staff tecnico non siano sufficienti. Se aggiungiamo che sia Diaw che Aramu sono, per motivi diversi, in fase discendente, la situazione si complica ulteriormente.

A colmare le lacune del reparto avanzato dovrebbero pensarci i centrocampisti, ma fino ad ora nessuno è riuscito ad assurgere al ruolo di erede di Folorunsho. Edjouma, stando alle dichiarazioni di Polito, pareva essere il profilo designato, ma l’ambientamento in un campionato radicalmente diverso da quello di provenienza ne ha minato l’impatto. Acampora e Koutsoupias invece stanno rendendo decisamente al di sotto delle aspettative e non hanno mai mostrato capacità realizzative sopra la media. Acampora ha sempre rimpolpato il proprio realizzativo servendosi di doti balistiche sopra la media, che però in questa fase di appannamento non emergono, mentre Koutsoupias è abile negli inserimenti senza palla ma non ha ancora sviluppato quel killer instinct necessario negli ultimi metri.

Koutsoupias
Copyright: SSC Bari

La tattica non aiuta

I limiti dei giocatori fanno da contorno ad un contesto tattico che piuttosto che proiettare i singoli oltre le proprie possibilità li traina verso il basso. Come abbiamo ribadito da inizio anno, il Bari fatica a risalire il campo dal basso perchè non riesce a proporre soluzioni codificate in grado di ovviare a questo problema. In questo scenario si aggiunto l’infortunio di Maiello, che ha ulteriormente complicato la situazione. Questa problematica si riversa a cascata sull’intero impianto di gioco, che risente dell’incapacità di difesa e centrocampo di servire gli attaccanti nel modo corretto. Capita spesso di vedere il Nasti o l’Aramu di turno ricevere spalle alla porta a distanze chilometriche dall’area di rigore avversaria con poche linee di passaggio a disposizione. L’unico calciatore che riesce a rendersi autosufficiente è Sibilli, che per indole ha sempre avuto la capacità di mettersi in proprio per cercare soluzioni estemporanee.

All luce di ciò, un parziale rinnovamento dell’attacco e un innesto a centrocampo sarebbero fondamentali per rianimare un reparto offensivo il cui encefalogramma è piatto da inizio anno.

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By Giovanni Fasano

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