Da pochi giorni si è chiusa la prima metà di campionato. Il Bari ha vissuto nell’anonimato, ora viaggia a metà classifica, con un preoccupante +3 dalla zona playout e un -5 dalla zona playoff. Nel girone di ritorno servirà tutto altro spirito per risalire la china. Nel frattempo, diamo i voti ai protagonisti del girone d’andata biancorosso. Dopo la difesa e il centrocampo, passiamo all’attacco.
I voti all’attacco del Bari
DIAW 5.5: Arrivato con i galloni del sostituto di Cheddira, non lo si vede quasi mai per problemi fisici. Tra agosto e settembre soffre di una lesione muscolare e quando torna non riesce a esprimersi con continuità . Con Marino trova maggior confidenza nel 3-5-2 in coppia con Nasti, ma manca spesso di incisività . Il suo girone d’andata termina col rigore fallito a Piacenza, con un’ernia al disco che lo tormenta. Nel complesso non male, ma neanche i numeri per raggiungere la sufficienza.
ACHIK 6: Arrivato l’ultimo giorno di mercato dal Cerignola, è l’unico calciatore su cui sono stati investiti denari. Con Mignani non si vede mai, il suo campionato cambia nella trasferta di Piacenza, quando trova il suo primo gol in Serie B. Di lì le gioca tutte, diventando un titolare. Tanti errori sotto porta, ma è tra i pochi a tentare di saltare l’uomo  e creare superiorità numerica. Sufficienza meritata, ma nel 2024 occorre maggior cinismo.
MORACHIOLI 5: Doveva essere l’anno della sua consacrazione dopo quanto di buono fatto nei primi mesi dell’anno, invece la seconda metà del 2023 si è rivelata nefasta. Dopo un discreto inizio con Mignani, con un assist a Cremona per Sibilli, viene relegato sempre in panchina. Con Marino il feeling non sboccia ed ecco che i musi lunghi sono una naturale conseguenza. Le rare volte che viene impiegato dimostra di essere sconnesso con la realtà barese. La cessione a gennaio in prestito servirà per trovare nuovi stimoli.
SIBILLI 7.5: Se in appena cinque mesi supera il suo record personale di marcature, vuol dire che l’annata è da incorniciare. Segna in tutti i modi, gioca in tutte le posizioni: mezzala, esterno, seconda punta, prima punta. Prima con Mignani, poi con Marino, è l’uomo più pericoloso. Quando non gira il Bari è piatto e sterile, quando vuole si trascina i compagni sulle spalle. Leader totale, ha già dichiarato di volere la doppia cifra nel 2024. Il suo riscatto è già certo.
MENEZ 6:Â 10 minuti stoici col Palermo, poi la rottura col crociato che compromette il girone d’andata. Il recupero miracoloso in 4 mesi lo riconsegna al campo per le ultime due partite. A Genova un assist che dimostra come la sua assenza sia stata pesantissima.
AKPA CHUKWU 5.5: Mignani lo getta per disperazione, probabilmente anche per dare un segnale alla società . Lui ripaga la scelta con un gol da attaccante vero. Finisce però tutto lì, torna a giocare con la Primavera sebbene la moria di attaccanti in rosa. E con i pari età si rende protagonista di gravissimi (e anche imbarazzanti) errori che non possono passare inosservati.
AHMETAJ SV: C’è anche lui nell’emergenza del Bari. Non trova però la gioia dell’esordio.
ARAMU 4: È incredibile come il calciatore che appena due stagioni fa totalizzava 7 gol e 5 assist col Venezia in Serie A possa avere avuto una netta involuzione. Impresentabile, irriconoscibile, completamente avulso dal gioco in qualsiasi posizione lo si metta, pare essersi dimenticato anche come si dribbla. La sua testa è rimasta proprio al 2022, quando dominava sui campi della massima serie. L’Aramu di oggi è una copia sbiadita, troppo brutta per essere vera. A soli 28 anni sembra aver buttato alle ortiche una grande carriera. Tornerà senza alcun rimpianto al Genoa per fine prestito.
NASTI 5: Primi mesi discreti, poi qualcosa si rompe, complice anche l’alterco in Nazionale con Ruggeri che gli costa l’espulsione dal ritiro dell’Under 21. A 20 anni il tempo è dalla sua parte, ma palesa ancora grandi limiti sia nel lavoro spalle alla porta che nei movimenti ad attaccare gli spazi. Complici i problemi di Diaw e Menez, acquisisce una centralità che dimostra di non saper ancora gestire. C’è da lavorare molto, soprattutto se la strada tracciata è quella del 4-3-3.
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