Nella vittoria pirotecnica ottenuta contro il Cittadella è emerso ancora una volta un aspetto che sta caratterizzando la stagione del Bari, ovvero la discrepanza di rendimento tra i due tempi di gioco. Nonostante alla fine il risultato di ieri ha portato 3 punti ai galletti, appare evidente che non si può ignorare l’ennesimo campanello d’allarme arrivato dalla partita di ieri. Clicca qui per leggere le pagelle BRUTTE della gara.
Il Bari e un rendimento da playout nei secondi tempi
Come si evince dalla classifica dei secondi parziali di gioco, il Bari è tra le peggiori squadre del campionato, finendo addirittura in zona playout con una media punti di 1,07 a partita. Considerando che i biancorossi sono attualmente sesti in campionato con una media di 1,42 punti per partita, la differenza tra le due medie è un’evidente sintomo di incapacità di garantire continuità di prestazione durante la partita. Inoltre, i galletti si ritrovano nella parte sinistra della classifica per numero di reti subite nei secondi tempi.
Se in alcune circostanze i biancorossi hanno ben poco da recriminare a se stessi come le partite con Cremonese e Cosenza condizionate da fattori esterni, al contrario, in situazioni come quella col Cittadella o in rimonte subite come ad esempio quelle casalinghe con Catanzaro e Reggiana, ci sono da registrare diversi aspetti che stanno condizionando la classifica del Bari. Ad esempio, anche nella partita di ieri è emerso come le alternative non riescano a garantire lo stesso livello dei titolari. Un problema, quello della panchina qualitativamente corta, ormai atavico e conclamato. Clicca qui per leggere l’approfondimento.
La visione di Longo per risolvere il problema
Come spiegato da Longo (clicca qui per rileggere le dichiarazioni post gara), uno degli aspetti su cui serve lavorare è quello legato alla personalità : «Dobbiamo crescere sotto l’aspetto della personalità , come notato nelle scorse partite. Se la avessimo avuta, avremmo qualche punto in più. Oggi ci sta mancando la leadership, la personalità , la partecipazione e la lettura dei momenti. Ognuno si chiude nel suo mood e non riesce a venirne fuori, neanche a correggere i suoi compagni. Non è un problema di condizione fisica, ma di leadership. Dobbiamo iniziare a trascinarci in maniera positiva dentro le partite. Il problema dei secondi tempi lo si nota perché siamo quasi sempre stati in vantaggio. Poi scatta questo blocco mentale di squadra, che non ti fa godere del secondo tempo come una squadra matura. È come se affiora paura e scoramento nella mente che non fa più essere liberi i giocatori».
Difficile capire come uscirne, ma se si vuole fare il salto di qualità occorre necessariamente trovare rimedio a questo grande limite che sta attanagliando il Bari da inizio anno.
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