Mattia Aramu è senza ombra di dubbio il giocatore più importante della campagna acquisti estiva, ma allo stesso tempo quello che sta facendo più fatica in questo avvio di stagione. Sei presenze finora, nessun gol all’attivo e appena 45 minuti nell’era Marino, con il cambio all’intervallo nella gara col Modena e gli zero minuti concessi a Brescia, gara coincisa con la prima vittoria nella nuova gestione.
Un dato sicuramente allarmante, se motivato dal fatto che il giocatore al 3 novembre sia fuori condizione. Lo ha ancor una volta ribadito il tecnico, proprio a nostra domanda, affermando che il compito di un allenatore è quello di salvaguardare gli interessi della squadra e non dei singoli. «Alleno più di 25 giocatori, mi devo preoccupare di tutti, chi gioca e chi non gioca. A me non piace parlare dei singoli, ma di squadra. Aramu è un ragazzo che sta cercando di trovare la condizione. È uno di quelli che sicuramente deve crescere» le parole quest’oggi di Pasquale Marino, che ha stoppato sul nascere i nostri interrogativi sul momento (buio) dell’ex Genoa e Venezia.
A complicare le cose anche un sistema di gioco, il 3-5-2, che poco si sposa con le sue caratteristiche. Può fare la seconda punta, ma è a questo punto un disperato tentativo di ritagliargli un ruolo consono alle sue caratteristiche.
Aramu, però, può sperare in un portafortuna. O almeno appellarsi alla buona sorte. L’Ascoli è infatti la sua vittima preferita in carriera: 5 gol, meglio di qualsiasi altro avversario (almeno due in più che contro ogni altra squadra). Domani l’occasione (se ci sarà) di incrementare il dato.