Longo insoddisfatto: quelle frasi sui limiti e sul budget sono un bagno di realtà. Ma si può pranzare con 10 euro al ristorante?

Per l’ennesima volta il Bari si è buttato via. E in questa occasione, va detto, il pareggio fa più male del solito e ha lasciato qualche strascico in casa biancorossa. Il fatto che, per la prima volta in questa stagione, dalle tribune dello stadio San Nicola sia volato qualche fischio testimonia uno stato d’animo tutt’altro che positivo. L’entusiasmo generato dalle convincenti prestazioni mostrate qualche settimana fa è stato lentamente fiaccato dal bagno di realtà portato dai tanti pareggi arrivati nelle ultime gare, che hanno messo a nudo tutti i limiti di una squadra ancora incompleta e probabilmente con qualche problema relativo al livello delle alternative che subentrano a gara in corso. Le parole di Longo a fine gara corroborano questa tesi.

Serie B Bari-Reggiana pagelle
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L’analisi di Longo

È vero, il Bari non perde da ormai dieci partite. Ed è doveroso sottolineare come, in alcuni frangenti di queste gare, la formazione di Longo abbia fatto vedere anche delle belle cose. Sia contro la Carrarese che con la Reggiana, dopo un pessimo primo tempo, la compagine biancorossa era riuscita ad approcciare bene la ripresa alzando la soglia di pericolosità. In entrambe le occasioni, però, Sibilli e compagni non sono stati capaci di arrivare alla vittoria: nell’infrasettimanale, nonostante qualche pericolo in più e un gol annullato, la porta di Bleve è rimasta inviolata, mentre ieri è stato clamorosamente dilapidato un doppio vantaggio nel giro di pochissimi minuti.

È stato proprio questo crollo nel finale che sembra aver irritato parecchio Longo, apparso visibilmente amareggiato nelle interviste dopo la partita. Ai microfoni dei mediaad esempio, l’allenatore ha sostenuto: «In questo momento l’obiettivo è cercare di stare sempre lontani dalla zona calda. Prima ci mettiamo in serbo da questo, fare altri ragionamenti sarebbe da matti». È stato un bagno di realismo, forse di sangue, da parte di un tecnico che non è nuovo a dichiarazioni del genere.

Già le parole rilasciate nell’immediato post-gara contro la Carrarese, in cui Longo aveva sottolineato la differenza di budget fra il Bari e altre società, avevano alimentato le discussioni, portando anche a un commento di chiarificazione da parte del tecnico pochi giorni dopo. Che sia stata un’imposizione dall’alto è difficile da dirsi. Certamente non si può parlare di un atto di accusa, anche perché l’allenatore ha messo in discussione anzitutto sé stesso, ma questa sottolineatura di alcuni limiti propri di questa squadra rappresenta senz’altro un dato oggettivo, da tenere in conto nel lavoro che questa squadra dovrà fare per crescere.

Longo bari intervista
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I nodi vengono al pettine

Un tempo qualcuno, che dalle parti della Filmauro conoscono bene, avrebbe detto che non si può mangiare in un ristorante da cento euro con dieci euro. Forse a questa regola esistono delle eccezioni, ma quando una squadra viene costruita (pur con certi meriti per la direzione sportiva, capaci di individuare rinforzi di livello a prezzi contenuti) con un budget da metà classifica (questo dicono i 10 milioni totali tra ingaggi e cartellini) pensare di poter guardare alle posizioni nobili della graduatoria diventa sicuramente più difficile.

Nel calcio niente è impossibile, certo, e in un campionato equilibrato come quello di B è assolutamente possibile colmare con il gioco e le idee le differenze di investimenti. Chiaro, però, che questo richiede tempo e programmazione e non sempre accade. Bari, a differenza di altre piazze, difficilmente può accettare campionati intermedi e anonimi. Per la progettualità, sulla quale di recente ha insistito anche Longo (che non ha fatto a meno di sottolineare il punto di partenza del Bari e il budget inferiore rispetto alle altre), bisognerebbe dare continuità al lavoro. Questa può essere la stagione della rifondazione, come ha detto anche l’allenatore: ma si riuscirà a renderla tale, anche a costo di gettare quest’anno le basi per la stagione prossima, con così tanti prestiti?

By Raffaele Digirolamo

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