Come giocherà il Bari di Beppe Iachini?

Le possibili mosse di Beppe Iachini

L’inappellabile sconfitta di Palermo ha aperto la seconda crisi tecnica stagionale in casa Bari, culminata con l’esonero di Pasquale Marino e l’annuncio, quasi 24 ore dopo, di Beppe Iachini come suo successore. Come prevedibile, la repentina regressione, in termini di risultati e soprattutto di prestazioni, avuta dalla squadra dal secondo tempo di Ascoli in poi è costata la panchina a Marino, che lascia il San Nicola con appena 17 punti conquistati in 14 partite.

Al suo posto arriva dunque Beppe Iachini, al termine di un casting che si è protratto per diversi oggi e che contemplava diverse candidature, tra cui quella di Fabio Cannavaro, il cui nome ha riecheggiato con insistenza fino alla serata di lunedì. Alla fine la società ha optato per un profilo navigato, con alle spalle un passato glorioso in questa categoria (4 promozioni conquistate dal 2008 al 2012) e un’abitudine, consolidata negli ultimi anni, a salpare su navi prossime al naufragio che potrebbe far comodo a questo Bari. Iachini torna in panchina dopo quasi due anni di inattività, successivi all’esperienza a Parma per certi versi similare a quella che si appresta a vivere. In quel novembre del 2021 venne chiamato dagli emiliani per raccogliere i cocci di una squadra costruita per la promozione ma in caduta libera da diverse settimane, e il suo compito riuscì a metà: evitò il disastro ma senza rilanciare le ambizioni della squadra. Questo Bari non condivide né i costi e neanche le ambizioni di quel Parma, ma il tracollo dai contorni sinistri si, quindi a Iachini spetterà il compito di stemperare gli animi, sedare l’ambiente e invertire la rotta.

Iachini
Copyright: SSC Bari

Tra cambio tattico e continuità

Per farlo dovrà mettere mano ad un rosa sul cui valore si è spesso discusso negli ultimi mesi, ma che è senza dubbio variegata e può quindi assumere diverse forme. Il mercato, in virtù della presenza di un seguace del 4-3-3 come Marino, aveva seguito una determinata linea, ma è possibili che Iachini ne tracci una diametralmente opposta. Negli ultimi anni abbiamo visto Iachini virare con decisione verso la difesa a 3, probabilmente perché ritenuto il sistema più adatto da rispolverare in situazioni delicate.

L’ipotesi che il Bari possa schierarsi con il 3-5-2 è concreta, soprattutto se consideriamo che anche Marino attuò questo sistema (con risultati discreti) nelle prime settimane del suo interregno. Con la crescita di Matino il Bari ha scovato una risorsa spendibile in un sistema a 4 ma che trova nella difesa a 3 il suo habitat naturale. Al suo fianco i soliti Di Cesare e Vicari, che vanno bene per qualsiasi stagione. Mentre a destra ci sarebbe il solo Dorval, con Achik più defilato ma comunque presente come alternativa, a sinistra acquisirebbe tutt’altro valore l’innesto di Guiebre, travolgente nel 3-5-2 che l’anno scorso valse la promozione in B alla Reggiana di Diana.

Guiebre
Copyright: SS Monopoli 1966

Il trio di centrocampo potrebbe essere anch’esso multiforme: il canonico triangolo con un mediano e due mezzeali o l’opzione ribaltata con due mediani a fare da frangiflutti e un vertice alto a galleggiare tra le linee. Un’alternativa, quest’ultima, già varata a Parma con Franco Vazquez a dividersi tra centrocampo e attacco. Nel Bari tali compiti potrebbero essere ereditati da Giuseppe Sibilli, impiegabile un po’ dappertutto nella metà campo offensiva. Per l’ipotetico tandem d’attacco il Bari avrebbe diversi profili utilizzabili ed altri (uno in particolare) adattabili. Puscas, Nasti, Menez e Diaw diventerebbero i principali candidati ad una maglia da titolare, con Kallon schierabile ma più utile a partita in corso. In una squadra proattiva in fase di non possesso Nasti e Diaw, per mobilità e propensione al sacrificio, sarebbero utili alla causa, ma immaginando un approccio più accorto, con una fase di non possesso vissuta nella propria metà campo, anche Puscas e Menez rientrerebbero in corsa.

Iachini è agli antipodi rispetto agli allenatori che perseguono un ideale di gioco definito. Lo si può definire un tecnico pragmatico, che ha le caratteristiche dei giocatori come propria stella polare. In virtù di ciò, resta valida l’ipotesi 4-3-3, anche per assecondare le idee sbandierate più volte dal direttore sportivo Ciro Polito. I vantaggi sarebbero diversi: dare continuità alla coppia difensiva Di Cesare-Vicari, non generare ulteriore caos nella testa dei calciatori e infondere fiducia nei calciatori più briosi della squadra, Kallon e Morachioli, la cui vivacità potrebbe rappresentare una via da percorrere per scampare alle sabbie mobili della zona playout.

Kallon
Copyright: SSC Bari

Le prospettive del Bari di Iachini

Le soluzioni sono tante e il suo percorso ventennale in panchina non ci aiuta a predire con certezza quali saranno le mosse del tecnico marchigiano. A Genova, con la Sampdoria, conquistò la Serie A con il 4-3-1-2 e il rombo a centrocampo, mentre a Palermo, nella sua miglior stagione nella massima categoria, fu il 3-5-2 il sistema di riferimento. Iachini è un tecnico scaltro, malleabile e con il chilometraggio giusto per cogliere subito le necessità di una squadra in difficoltà: da questo punto di vista rappresenta una certezza.

I dubbi sul suo futuro a Bari sono legati all’impatto emotivo che avrà sul gruppo. Marino non è stato in grado di penetrare nella mente dei calciatori, raccogliendo sporadiche manifestazioni delle sue idee in 4 mesi di generale mediocrità. Iachini in questo è sempre stato abile ed anche energico, il soprannome Cagnaccio, lascito della carriera da calciatore , è lì a dimostrarlo, ma il tempo passa per tutti e le ultime esperienze non sono state in linea con le precedenti. Nei prossimi mesi Bari e il Bari si aggrapperanno a lui per rimettere in piedi una stagione sciagurata, ma anche Iachini troverà nel Bari una grande occasione per rilanciare la sua carriera.

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By Giovanni Fasano

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