Catanzaro-Bari, l’analisi: le differenze tra primo e secondo tempo e la prova di Lulic

L’analisi di Catanzaro-Bari

Ebbene, se le trasferte di Bolzano e Catanzaro dovevano scogliere i dubbi sulle ambizioni del Bari possiamo dire che entrambe le gare, a loro modo, hanno fornito le risposte richieste. Contro il Sudtirol il Bari ha perso di misura un match approcciato con poco mordente e condotto con superficialità; mentre al Ceravolo, seppur la squadra abbia mostrato tutt’altra aggressività, l’esito è stato lo stesso. I motivi sono rintracciabili nella consueta inefficacia offensiva, questa volta più legata a prestazioni opache dei singoli che a lacune nella preparazione della gara. Il Bari, nel nuovo abito pensato da Iachini, ha tenuto bene il campo contro un avversario di ottimo livello, senza però capitalizzare le diverse potenziali occasioni generate.

Considerando che siamo giunti a poco più di due mesi dal termine della stagione regolare, per il Bari diventa quasi inutile porsi obiettivi di classifica, se non quello di salvarsi il prima possibile e crescere con il nuovo allenatore per rilanciare le proprie ambizioni l’anno prossimo. La distanza dai playoff resta risibile, così come quella dai playout, ma ormai l’impressione è che questo gruppo sia destinato ad un limbo perpetuo.

Nonostante la sconfitta, almeno nel punteggio, senz’appello, la gara del Ceravolo ha lasciato indicazioni interessanti sulle idee di Iachini, che cercheremo di analizzare nella nostra rubrica il Bari a Scacchi. Catanzaro-Bari è stata la gara di esordio di Karlo Lulic da titolare, la cui prova merita un approfondimento, ma anche la prima partita in cui il Bari ha pressato con coraggio e discreta efficacia gli avversari.

Iachini
Copyright: SSC Bari

Le differenze tra primo e secondo tempo

L’approccio alla partita del Bari è stato subito positivo, ma il gol di Vandeputte alla prima reale discesa dei padroni di casa ha condizionato l’intera prima frazione. I biancorossi, seppur animati da buone intenzioni, si sono rivelati ancora una volta troppo fragili per poter reagire immediatamente ad un evento negativo. La partita di ieri è l’ultima di tante in cui il Bari ha compromesso il piano gara perché condizionato da un episodio sfavorevole. Nella mezz’ora successiva al gol di Vandeputte il passivo poteva essere ancora più pesante. Brenno è stato prodigioso sul diagnoale di Iemmello, mentre Sounas, brillantemente ispirato da Ambrosino, ha spedito sul fondo un’occasione semplice.

Buona parte delle occasioni del Catanzaro sono nate attraverso uscite dal basso ben elaborate e che non hanno trovato l’opposizione dei biancorossi. Iachini, come confermato nel dopo gara, aveva dato direttive specifiche in fase di non possesso, richiedendo un atteggiamento proattivo e coraggioso. La squadra ha assecondato il mister, ma il Catanzaro, sfruttando i movimenti di Vandeputte, l’abilità sotto pressione di Petriccione e il preciso gioco spalle alla porta dei due attaccanti, è riuscito a risalire il campo senza troppi patemi. Determinante è stata la posizione di Ambrosino, che si allargava sulla sinistra interscambiandosi con Vandeputte. La sua prestazione, paragonata a quella del coetaneo Nasti, evidenzia come fiducia e un sistema ben organizzato possano massimizzare le potenzialità di un giocatore.

Mentre l’attaccante del Bari battagliava con scarso successo sui tanti palloni lunghi che gli venivano recapitati, Ambrosino, servito nel modo giusto, manipolava la struttura difensiva avversaria riuscendo sempre a trovare un compagno con cui associarsi.

Nei secondi 45 minuti, complice anche un calo del Catanzaro, il Bari ha pressato con maggiore convinzione, costringendo Fulignati e i difensori a rintanarsi in lanci lunghi e approssimativi. Gradualmente il Bari ha conquistato campo, senza però mai riuscire a creare concrete occasioni da gol. Il problema, a differenza della gara contro il Sudtirol in cui non si erano creati neanche i presupposti per generare pericoli, è stata la scarsa verve di Sibilli e Menez. Entrambi hanno commesso diversi errori, sia di precisione che di frenesia, compromettendo potenziali situazioni da gol. Nonostante ciò, un atteggiamento che può indurre l’avversario all’errore nella propria metà campo non potrà che giovare ad una squadra che, per le caratteristiche degli uomini offensivi, deve stazionare a ridosso dell’area nemica. Calciatori come Menez, Nasti e Puscas non hanno l’atletismo e la velocità per replicare il calcio verticale e di lunghe transizioni dell’anno scorso, ma vanno sollecitati negli ultimi 20 metri.

Nasti
Copyright: SSC Bari

La prima da titolare di Lulic con il Bari

Dopo diverse settimane di attesa, Karlo Lulic ha fatto il suo esordio da titolare con la maglia del Bari. La prestazione è stata macchiata dal grosso errore commesso sotto porta dopo 50 secondi, ma nel complesso è stata sufficiente. Impiegato sul centro destra, Lulic ha partecipato attivamente allo sviluppo della manovra, riuscendo sempre ad offrire una linea di passaggio pulita a Pucino. L’inferiorità numerica del Catanzaro in mezzo al campo ha sicuramente facilitato i suoi movimenti, ma lui è stato bravo a comprendere sin dai primi minuti come e dove posizionarsi.

Al pari di tutti i centrocampisti in rosa Lulic non ha il cambio passo che l’anno scorso garantivano Folorunsho e Benedetti, ma rispetto ai vari Maita, Edjouma ed Acampora è meno caotico nella gestione del pallone. Ieri ha disputato 75 minuti di discreto livello e se la condizione fisica dovesse continuare a migliore potrebbe diventare una risorsa importante per il finale di stagione.

Lulic
Copyright: SSC Bari
By Giovanni Fasano

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