Salernitana-Bari, l’analisi: la strategia di Martusciello e gli accorgimenti di Longo, il peso delle 2 punte e la prova di Simic

L'analisi di Salernitana-Bari

La settima è quella buona per il Bari di Moreno Longo. Dopo 49 giorni scanditi da 6 pareggi, di cui alcuni arrivati in modo rocambolesco, i biancorossi all’Arechi di Salerno ritrovano i tre punti. La vittoria contro la Salernitana proietta il Bari in piena zona playoff, a dimostrazione di quanto gli equilibri e i rapporti di forza di questo campionato siano continuamente soggetti a ribaltoni.

A stappare e poi a sigillare la vittoria contro la Salernitana sono state le reti di Lasagna e Novakovich, nuovamente impiegati fianco a fianco. La scelta di utilizzare le due punte è stata una delle chiavi del primo tempo, così come la strategia adottata in fase di non possesso dal Bari. Meno densa di spunti la seconda frazione, in cui la squadra di Longo ha tirato i remi in barca costringendo la Salernitana a scontrarsi con i propri limiti.

Di questo, ma anche di alcune prestazioni individuali significative, parleremo ne Il Bari a Sacchi, la rubrica di analisi successiva ad ogni partita dei biancorossi.

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L’analisi di Salernitana-Bari

La strategia di Martusciello e la contromossa di Longo

Il primo tema da affrontare riguarda la disposizione della Salernitana. Fino ad ora il sistema di riferimento della squadra di Martusciello era stato il 4-3-3, ma contro il Bari si è visto qualcosa di diverso. Difatti, a cambiare è stata la struttura del terzetto offensivo: non più un tridente in linea, ma due attaccanti supportati da un trequartista (Soriano). Con questa mossa Martusciello voleva far saltare il sistema di marcature a uomo del Bari e creare superiorità numerica in mezzo al campo.

La struttura in fase di non possesso del Bari nei primi minuti. Pressione uomo su uomo per disturbare e orientare verso l’esterno il possesso avversario. Il problema è rappresentato dalla posizione di Soriano, troppo mobile per essere preso in consegna da uno dei centrali

Longo si è adattato a questa mossa 5 minuti dopo l’inizio del match, sacrificando, almeno in parte, la pressione alta sulla costruzione della Salernitana e riorganizzando la squadra in un 5-3-1-1 più compatto centralmente. L’idea iniziale era quella di alzare Sibilli su Amatucci, Lasagna e Novakovich sui due centrali difensivi avversari e Maita e Benali sulle due mezzeali, ma la posizione di Soriano tra le linee costringeva uno tra Maita e Benali a coprire il centro del campo, liberando dunque dei corridoi nei mezzi spazi. Abbassando Sibilli nella posizione di mezzala sinistra e accoppiando Lasagna con Amatucci, il Bari non ha contestato il possesso agli avversari (facilitando la prima costruzione a Ferrari e Ruggeri) ma ha coperto meglio il campo. Gli unici pericoli corsi nel primo tempo sono stati causati dalla mobilità di Verde, che accentrando la propria posizione spesso disorientava il suo marcatore, cioè Mantovani.

La soluzione adottata da Longo: Sibilli scala sulla mezzala destra, Lasagna si accoppia con Amatucci e Novakovich galleggia tra i due centrali. In questo modo il Bari lascia il possesso agli avversari ma pareggia gli uomini in mezzo al campo. In più, Benali, non avendo un riferimento fisso, può scegliere verso chi scalare in base allo sviluppo dell’azione.

Con la palla il piano gara del Bari era finalizzato a sfruttare i mismatch fisici e atletici tra Lasagna e Novakovich e i difensori centrali della Salernitana. Dai palloni ripuliti da Lasagna e Novakovich i biancorossi sviluppavano l’azione, cercando di coinvolgere gli esterni (in particolare Dorval) che avevano spesso il tempo e lo spazio per ingaggiare duelli. Rispetto ad Oliveri, che spesso era ben raddoppiato, Dorval, complice la posizione di Sibilli sul suo lato che catalizzava le attenzioni della difesa, aveva più tempo per fronteggiare Stojanovic in uno contro uno. L’azione del primo gol racchiude tutto questo: Novakovich e poi Sibilli vincono i rispettivi duelli, lo statunitense duetta con Lasagna e poi premia l’accorrente Dorval che nel frattempo era sfilato alle spalle del terzino sloveno. Da lì l’azione si sviluppa progressivamente, con Oliveri sempre puntale nel riempire l’area di rigore.

Non si può dire che il Bari abbia dominato la prima frazione, anzi, la gara per lunghi tratti è stata in equilibrio, ma la differenza l’ha fatta l’efficacia degli attacchi e quindi delle idee sviluppate dai due staff. Il Bari ha offeso esponendo i limiti difensivi e strutturali della Salernitana, i padroni di casa hanno invece replicato le recenti prestazioni senza mai trovare un’alternativa al piano originario.

Longo Bari
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Il contesto tattico del secondo tempo

Nel secondo tempo, con il passaggio alla difesa a 3 e con l’impiego di due esterni sempre in proiezione offensiva, la Salernitana ha schiacciato il Bari nella propria metà campo. I biancorossi, un po’ per scelta e un po’ perché costretti, hanno gradualmente abbassato il proprio baricentro rinunciando ad attaccare e abbandonando le due punte ad una lotta impari contro i tre difensori avversari.

Il 5-3-2 con cui il Bari ha difeso per gran parte del secondo tempo nella propria metà campo
Seppur ad altezze diverse, la pressione uomo su uomo del Bari si vede anche nel secondo tempo. Qui Mantovani segue Verde, la principale fonte di gioco della Salernitana, ben oltre la propria zona di competenza

L’uscita di Sibilli per Lella ha poi privato il Bari dell’unico elemento in grado di ribaltare il campo con passo e qualità, prediligendo dunque un atteggiamento iper conservativo. In questo modo, pur rischiando anche più del dovuto in alcune situazioni, il Bari ha messo la Salernitana dinanzi al problema contro cui sbatte da inizio anno: l’attacco contro difese schierate. Lo dicevamo in sede di preview: la Salernitana, nonostante produca una mole gioco considerevole, fatica terribilmente a penetrare in area avversaria.

Lasagna Novakovich
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La prestazione di Simic

In questo contesto tattico, con la squadra raccolta negli ultimi trenta metri, è emersa l’abilità nelle letture e il tempismo negli interventi di Simic, decisamente più a proprio agio nel ruolo di centrale. I suoi numeri raccontano di una gara quasi perfetta: 5 tiri bloccati (più di tutti), 4 salvataggi, 2 intercetti e 6 duelli su 10 vinti. In più, ha dimostrato buona dimestichezza nella gestione del pallone. In quel ruolo, e in una determinata tipologia di partite, la sua presenza potrebbe rappresentare una buona risorsa a disposizione di Longo.

La partita di Simic
Fonte: Sofascore
By Giovanni Fasano

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