Toh, chi si rivede. La Reggiana, 3 anni dopo, sul cammino del Bari

Il ricordo della finale playoff tra Reggiana e Bari

Prima del nefasto avvento di Leonardo Pavoletti, ad abitare gli incubi dei tifosi del Bari era il simulacro di Augustus Kargbo, attaccante della Reggiana nella finale playoff del luglio 2020. Il ragazzo sierraleonese, al tempo poco più che ventenne, era la punta di diamante di una squadra intensa e ben organizzata, che rappresentava l’ultimo ostacolo tra il Bari e l’immediato ritorno in B dopo la promozione dalla Serie D ottenuta l’anno precedente, il primo della gestione De Laurentiis.

Quella partita si tenne al Mapei Stadium di Reggio Emilia, con la Reggiana forte del fattore casa (anche se mitigato dall’assenza di pubblico causa pandemia) e il Bari sospinto da una striscia positiva lunga 27 partite e inaugurata dal primo match successivo all’insediamento in panchina di Vincenzo Vivarini. L’ultima delle 27, la semifinale con la Carrarese, era stata la più agonica, complicata dal pareggio di Piscopo a pochi secondi dal triplice fischio e risolta da una zampata di Simeri quando i rigori sembravano ormai inevitabili.

Simeri
Copyright: SSC Bari

Il cambio in panchina

La stagione 2019/2020 del Bari nasce sotto una cattiva stella, con la conferma di Cornacchini che costa un rendimento deludente nelle prime 5 giornate. La goccia che fa traboccare il vaso è la sconfitta di Francavilla, ultimo capitolo di un avvio shock. La scelta della società ricade su Vincenzo Vivarini, fermo dopo alterne fortune in Serie B.

L’ex tecnico – tra le tante – del Latina, appena arrivato, si muove con saggezza: non sconvolge tatticamente la squadra, perseguendo l’indirizzo dato da Cornacchini. I risultati iniziano ad arrivare e solo dopo, da buon discepolo del 4-3-1-2, modella la squadra secondo i suoi principi.

Nel delicato ruolo di trequartista, non avendo soluzioni di ruolo, adatta Giovanni Terrani, che dà riscontri contrastanti ma si applica fino a quando il mercato in gennaio non porta in dote Karim Laribi, un trequartista puro che anni prima, con la maglia del Latina, aveva causato un grosso dispiacere ai tifosi biancorossi nella semifinale playoff della meravigliosa stagione fallimentare.

Laribi introietta subito le richieste del mister, ma il suo ambientamento, così come la crescita della squadra, viene bruscamente interrotto dalla pandemia, che interrompe il campionato e congela la classifica. Il Bari concluderà quel campionato al secondo posto, alle spalle della Reggina di Domenico Toscano, dominatrice incontrastata del girone C.

Al ritorno in campo, quattro mesi dopo l’ultima gara disputata, il Bari archivia con non pochi patemi le pratiche Ternan e, come detto, Carrarese, e si presenta al redde rationem contro la Reggiana di Massimiliano Alvini.

Vivarini
Copyright: SSC Bari

Reggiana-Bari, ultimo atto

Nonostante la sfrontatezza di Vivarini“La finale si gioca senza calcoli, si dà il massimo. Io, la squadra, nessuno si tirerà indietro e tutti daremo il massimo”la partita ha tutti i crismi della sfida da dentro o fuori: poche occasioni da gol, prolungata fase di studio e ritmi, conseguentemente, molto bassi. Il Bar perde in avvio lo scudiero di Mirco Antenucci, cioè Simone Simeri, sostituto da Rocco Costantino, attaccante di categoria ma che a Bari non lascerà mai il segno.

Copyright: SSC Bari

L’uscita di Simeri anestetizza la fase offensiva del Bari, che non riesce a venire a capo dell’organizzazione maniacale della Reggiana di Alvini. Il 3-4-2-1 sviluppato dall’attuale tecnico dello Spezia soffoca il palleggio biancorosso senza lesinare ribaltamenti di fronte. Nel primo tempo un Bari squarciato dagli strappi furiosi di Kargbo viene salvato dalla buona sorte, che in due occasioni assume la forma dei pali della porta di Frattali.

Tuttavia nella ripresa un’imbucata a palla scoperta coglie di sorpresa i difensori biancorossi (Ciofani su tutti), che non possono far altro che soffiare sperando che il colpo di testa di Kargbo non finisca in rete. Il futuro attaccante del Crotone è però letale, e segna il gol che varrà la promozione in B degli emiliani.

Il Bari si aggrappa al talento di Mirco Antenucci, ultimo ad arrendersi in una serata opaca per gran parte degli uomini scelti da Vivarini. Il Lupo di Roccavivara si mette in proprio più volte, e riesce anche a trovare il gol del pareggio, ma una chiamata errata del direttore di gara gli nega la gioia del pareggio. L’assalto finale dei biancorossi sarà caotico e poco redditizio, tanto che nel finale sarà la Reggiana ad andare più volte vicino al gol del raddoppio.

La serata si concluderà con l’urlo di gioia di Massimiliano Alvini, in ginocchio in mezzo al campo segnato dalla gioia e dalla tensione. A pochi metri da lui, Vincenzo Vivarini, affranto, consola i suoi giocatori. Pochi minuti dopo si presenterà in sala stampa, dove si complimenterà con la Reggiana, esaltandone l’approccio alla gara, ma non risparmierà una critica all’arbitro per l’episodio del gol annullato ad Antenucci. Chioserà parlando di accettare il verdetto del campo e ripartire subito, ma quelle saranno le sue ultime parole da allenatore del Bari.

By Giovanni Fasano

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