È senza ombra di dubbio il miglior colpo di mercato del Bari. Stiamo parlando di Valerio Mantovani, che era arrivato in sordina in estate per volontà diretta di mister Longo in prestito secco dall’Ascoli. Da allora prestazione dopo prestazione si è guadagnato la leadership indiscussa dello spogliatoio, sbagliando davvero poco e niente in ben 27 giornate di campionato, elevandosi tra i top difensori della categoria. Magalini, a tal proposito, ha già chiarito la volontà di volerlo trattenere. Quest’oggi Mantovani ha risposto alle domande dei giornalisti presenti in sala stampa dalla pancia del San Nicola. Queste le sue dichiarazioni.

Le parole di Mantovani
«Senza dubbio mi piacerebbe molto rimanere, non so se le due società ne stiano parlando. Io voglio rimanere, spero che si riesca a trovare un accordo. Sarei contento di continuare qui. Bari è una piazza che vive di calcio, che ti fa sentire giocatore. Il San Nicola trasmette emozioni importanti, ti dà maggiori responsabilità».
«La fase difensiva parte dagli attaccanti, per arrivare fino al portiere. Il calcio è fatto di piccoli errori. Anche le prime tre squadre che hanno preso meno gol di noi hanno commesso errori. È un dato importante che non dobbiamo mollare, fare 10 clean sheet non sono pochi».
«Non so se chiamarla così, forse sarebbe stato così per un ventenne. Durante l’arco della carriera ci sono sempre alti e bassi. La carriera di ogni giocatore cambia durante gli anni, prima di Terni ad esempio non mi era andata male, diversamente da Ascoli. Parlare di consacrazione a quasi 29 anni non è un concetto che mi piace. Comunque la stagione è sicuramente positiva, composta da un gruppo con ottime individualità».
Mantovani è un punto di riferimento?
«In campo cerco di esprimere il mio modo di essere, mi piace trasmettere sicurezza ai compagni, parlo molto in campo come altri ragazzi. Ma il nostro è uno spogliatoio con gente di esperienza, che mandano segnali positivi per tutta la settimana».
«Ci sono stati problemini con Lorenzo Simic e Francesco Vicar. Con il Mantova ci siamo adattati, ora c’è Obaretin squalificato, speriamo di recuperare qualcuno dei due in modo che la coperta sia meno corta».
«Responsabilità sì, la squadra ha individualità importanti. I playoff sono un obiettivo. Sono più per un pensiero positivo. Io ci sono stato sotto. Ma voglio pensare positivo, perché so che accanto ho gente forte. Noi a differenza degli altri abbiamo un’identità».