Di Cesare e il ritiro: c’è una sensazione. Le sue parole ai tifosi a Terni non lasciano dubbi

Di Cesare e il ritiro

Archiviata la pratica salvezza con l’ennesima prodezza di Valerio Di Cesare (nel giorno del suo quarantunesimo compleanno) a Bari non si parla d’altro: cosa ne sarà del capitano biancorosso? Come pubblicamente dichiarato dal difensore, bisognerà «parlare con la società serenamente per capire se possa essere più utile fuori o dentro il campo». C’è però una sensazione: il difensore classe 1983 ha tutt’altra intenzione che appendere gli scarpini al chiodo.

Di Cesare Nasti
Copyright: SSC Bari

Di Cesare e il ritiro

Ci sono tanti indizi che corroborano questa tesi: il giro di campo mesto nel post Bari-Brescia, il fatto che ancora una volta (qualora ce ne sia ulteriormente bisogno di sottolinearlo) Di Cesare ha dimostrato di essere uno dei migliori difensori della categoria e la sua comprovata voglia di chiudere il cerchio con il Bari in Serie A, un traguardo da sempre annunciato ed un sogno mai abbandonato. L’ultimo dettaglio, non indifferente: ai tifosi che dal settore ospiti del Liberati lo hanno implorato di continuare a giocare, il capitano ha risposto «Non è l’ultima partita, non lo è».

La voglia di andare avanti, dunque, c’è, ma come si sa i matrimoni si fanno in due. Toccherà anche capire quelle che sono le intenzioni della proprietà, del direttore sportivo (quasi sicuramente non Polito) e del nuovo allenatore. Comprendere che tipo di ruolo avrebbe Di Cesare nel nuovo progetto sportivo, se elemento cruciale della rosa o un più marginale ruolo di bandiera dello spogliatoio. Una designazione battezzata due estati fa, con l’acquisto e l’investimento su Zuzek, che invece da 2 anni fa regolarmente panchina alle spalle del monumentale difensore romano.

Quel che è certo è che il 41enne, alla caccia di nuovi record da superare con un altro anno da giocare, meriterebbe una squadra e un progetto vincenti, che puntino apertamente alla promozione in massima serie. Vivere nuovamente un’annata del genere sarebbe un insulto al valore morale e non del giocatore. Se son rose, allora, fioriranno…

By Claudio Mele

Ho un assegno di ricerca in matematica, sono anche un insegnante di matematica e fisica. Nel tempo libero faccio il giornalista (con scarsi risultati)

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