Ultima tappa prima della sosta per i biancorossi di Moreno Longo. Il Bari sarà ospiti della Salernitana in un match delicato per il momento che stanno vivendo le due squadre, ma anche coinvolgente ed emozionante per lo spettacolo che offriranno le tifoserie gemellate.
Oltre al gemellaggio, Bari e Salernitana condividono un ruolino di marcia tutt’altro che memorabile. I biancorossi hanno inanellato 6 pareggi di fila e sono reduci da una rimonta subita dalla Reggiana, mentre i granata hanno raccolto appena 2 punti nelle ultime 4 giornate e non vincono all’Arechi da agosto. Quello contro il Bari sarà un incrocio determinate anche per il tecnico Martusciello, la cui posizione ha iniziato a vacillare dopo i recenti risultati.
La Salernitana è però una squadra con un’identità ben precisa, che non sta rinnegando il proprio credo nonostante le difficoltà riscontrante. Cerchiamo quindi di capire quali sono le caratteristiche della Salernitana, cosa sta funzionando e cosa no.
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Che squadra è la Salernitana?
Dopo il Mantova, la Salernitana è la squadra con la percentuale di possesso palla maggiore dell’intera categoria. Quella di Martusciello è una proposta che non si discosta tanto da quella dell’allenatore che più ne ha segnato lo sviluppo, cioè Maurizio Sarri. 4-3-3, utilizzo delle catene laterali per risalire il campo, linea difensiva alta e palla come riferimento in fase di non possesso.
Questo sistema sta esaltando un giocatore in particolare, Lorenzo Amatucci, vertice basso di proprietà della Fiorentina incrociato dal Bari nel playout della scorsa stagione contro la Ternana. Forse al pari di Benali, Amatucci è il miglior centrocampista di questo primo scorcio di Serie B per rendimento in entrambe le fasi di gioco. Con la palla è sempre svelto e pulito nella trasmissione, senza, nonostante una struttura fisica apparentemente esile, riesce ad avere la meglio nella maggior parte dei duelli che ingaggia. Dopo Branca del Cittadella, è il calciatore che ha vinto più contrasti dell’intera Serie B. Dietro questa sua efficacia c’è un insospettabile forza negli arti inferiori ed anche un agonismo ed un’energia da giocatore di alto livello.
Oltre ad Amatucci, lo stile di gioco della Salernitana sta esaltando le caratteristiche di un difensore rapido ed esplosivo come Bronn, molto efficace nel difendere con tanto campo alle spalle, ed anche quelle del giovanissimo terzino Njoh, che nonostante la pochissima esperienza ha già assorbito i concetti difensivi tutt’altro che semplici sviluppati da Martusciello.
Seppur a corrente alternata, anche Franco Tongya ha fatto intravedere colpi da giocatore importante. Nel 4-3-3 di Martusciello le ali hanno un peso specifico importante sia nella fase di costruzione della manovra – perché assieme al terzino e alla mezzala di parte innescano quelle combinazioni propedeutiche alla risalita del pallone -, che nella fase di finalizzazione, perché alle loro intuizioni è demandata buona parte della fase offensiva. Tongya con la sua capacità di cambiare passo, spezzare i raddoppi e convergere verso il centro ha creato diversi grattacapi alle difese con cui si è interfacciato, ma i tanti acciacchi ne hanno minato la continuità .
Alla sua assenza, così come a quella di mezzeali in grado di impattare nell’ultimo terzo di campo, Martusciello non ha posto rimedio. La Salernitana è una squadra che produce pochissimo, è 18esima per xG prodotti, calcia poco e, nonostante invada con continuità la trequarti avversaria, non riesce quasi mai a penetrare in area di rigore.
Anche in fase difensiva le problematiche sono diverse. La Salernitana è la squadra che concede meno tiri agli avversari, ma è terza per valore di xG per tiro. La spiegazione dietro questi dati apparentemente discordanti è in realtà facilmente intuibile: la Salernitana controlla il pallone per la maggior parte del tempo, cerca di ridurre al minimo le fasi prolungate di difesa posizionale, ma quando costretta a difendere è una squadra imperfetta nelle scalate, spesso lenta nel coprire la palla e quindi facilmente perforabile.
I pregi e i difetti della Salernitana sono piuttosto marcati, e contro staff tecnici sempre più preparati questa prevedibilità è facilmente riscontrabile. Difficile aspettarsi un cambio di rotta da Martusciello, ma essendo all’ultima spiaggia è possibile che anche un tecnico integralista come lui arrivi a mettere in discussione alcuni principi.
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