Jeremy Menez è stato, almeno fino ad ora, l’acquisto mediaticamente più significativo fatto dal Bari. Nelle idee della dirigenza biancorossa il suo ingaggio avrebbe dovuto colmare il vuoto d’esperienza causato dall’addio di Antenucci, oltre che garantire a Mignani un’alternativa importante nelle rotazioni sulla trequarti offensiva.
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Qualche acciacco fisico ne ha rallentato la preparazione, tanto da ritardare il suo esordio in biancorosso alla prima giornata di campionato, invece che in Coppa Italia contro il Parma.
Nella sfida con il Palermo entra in campo poco dopo l’ora di gioco, al posto di un Sibilli stremato, in una situazione già compromessa: il Bari è in 10 uomini, a breve perderà anche capitan Di Cesare, e Menez può contare sul solo Scheidler per abbozzare qualche ripartenza o, più saggiamente, per abbassare i ritmi.
Nonostante ciò, quando il minuto recita 71 Menez riesce a regalare un saggio della sua classe: Dorval recupera un pallone prezioso nella propria metà campo, con il Palermo sfilacciato e sbilanciato in avanti; Menez riceve dall’algerino sul cerchio di centrocampo e cambia subito passo, disorienta il diretto avversario con un cambio di direzione e galoppa verso l’area di rigore, dove serve Scheidler la cui conclusione viene murata da un difensore. Un lampo di talento a suo modo significativo, un buon presagio in vista della nuova stagione avranno pensato tutti i tifosi biancorossi, ma purtroppo da lì a pochi minuti la sfortuna si abbatterà sull’ex Reggina.
Quando siamo già oltre il 90esimo, in uno slancio di generosità, Menez cerca di interrompere l’ennesima sortita offensiva del Palermo con un’entrata robusta su Ceccaroni. Il contrasto è duro, tanto da provocare una torsione innaturale al ginocchio destro di Menez, che sarà la causa della rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro certificata dagli esami strumentali effettuati nei giorni successivi alla partita.
Menez tra sfortuna e rinascite
Per la seconda volta in carriera, entrambe nell’ultimo quinquennio, Menez subisce un infortunio di questa portata, a cui vanno sommati i diversi problemi di natura traumatica e muscolare che ne hanno condizionato la carriera. Tra i tanti, va menzionato il problema all’anca che ha stroncato la sua esperienza al Milan dopo la stagione migliore della sua carriera, quella terminata con 16 gol all’attivo nel campionato 14/15.
Dall’annata successiva il suo percorso ha preso una china deprimente: il rientro lento, lentissimo dall’infortunio, l’esclusione dal progetto tecnico del Milan, l’anonimo ritorno in Francia, il breve interregno in Turchia e infine, con quella che sembrava dover essere l’ultima tappa di una carriera tribolata, il biennio in Messico durante il quale racimola poco più di 20 presenze a causa della prima rottura del legamento crociato.
Alla soglia dei 33 anni sopraggiunge il desiderio di costruirsi una coda di carriera onorevole nelle serie minori, prima in Francia con il Paris Fc e poi nella sua seconda patria, l’Italia, con la maglia della Reggina. A Reggio ci arriva sospinto da un entusiasmo contagiante: parla apertamente di Serie A, dichiara di aver ritrovato gli stimoli giusti e spende parole al miele per dirigenza e proprietà. Alle parole seguiranno anche i fatti: Menez vive un triennio di buon livello, seppur intervallato da noie muscolari che ne intaccano la continuità, specie nei primi due anni.
Non raggiunge la Serie A, ma non ci va neanche troppo distante, con rose mai all’altezza dell’obbiettivo prefissato. La sua epopea in amaranto è fugace ma disseminata di colpi d’autore totalmente estemporanei, che certificano l’autenticità di un talento impolverato ma ancora puro.
Menez e il Bari: un matrimonio appeso ad un filo
Il suo ingaggio a Bari è stato un fulmine a ciel sereno accolto con moderato interesse dalla piazza: un mix di scetticismo e perplessità bilanciato dalla curiosità nel vedere un calciatore dal lignaggio così importante in biancorosso. Al Bari, da un punto di vista meramente tattico, Menez avrebbe garantito creatività ed imprevedibilità nel tentativo di ovviare ad uno dei problemi più lampanti della passata stagione, ossia l’incapacità di scardinare blocchi bassi.
In più avrebbe fornito una validissima alternativa sui calci da fermo, lacuna evidenziata anche dallo stesso Polito nella conferenza stampa precedente ai playoff della passata stagione. Insomma, il Bari inaugura una stagione già di per sé delicata perdendo il nuovo volto che aveva maggiormente infiammato la piazza, in una sessione di calciomercato meno esplosiva di quanto si potesse auspicare la notte dell’11 giugno.
Menez, invece, si trova dinanzi ad un bivio non da poco: rimboccarsi le maniche e dare il massimo per superare quest’ennesimo infortunio, oppure appendere gli scarpini al chiodo, riporre la bacchetta in tasca e dire addio al calcio. A Jeremy l’ardua sentenza. Intanto noi rievochiamo l’unica sgasata in biancorosso, che ci aveva aperto uno spiraglio sul futuro, nella speranza che non sia l’ultima.