Il Brescia è ad un passo dal fallimento. Non ci sono novità rispetto a quanto scritto questa mattina, l’ormai ex presidente dei lombardi Massimo Cellino non ha saldato il pagamento di circa tre milioni di euro comprendenti stipendi, contributi e prima rata del debito con il Fisco, fondamentale per la fideiussione del 24 giugno, data limite per l’iscrizione al campionato. Non solo però, verso il crac altre due nobili decadute come la Spal e la Triestina.

Il Brescia nel baratro, ma anche la Spal
Come sottolineato da Il Giornale di Brescia, il club è virtualmente fallito. Alla ore 15 di questo pomeriggio, è scaduto il termine ultimo per saldare i pagamenti. Il clima in città è più che teso che mai con una ventina di tifosi che si sono radunati sotto la sede della società. Inoltre la Curva Nord ha comunicato che questa sera, alle ore 21, si ritroveranno nel parcheggio dello stadio Rigamonti per seguire l’evolversi della vicenda.
Nelle scorse ore era anche emersa la possibilità di una fusione con altre squadre della provincia di Brescia, sempre secondo la fonte il Comune potrebbe convocare un tavolo con i presidenti di Feralpisalò, Ospitaletto e Lumezzane per valutare la possibilità di creare un nuovo soggetto giuridico partendo dal vecchio marchio.
Situazione da monitorare anche in Serie C dove è a serio rischio la non iscrizione di Triestina, Spal e Lucchese. In tal caso verrebbero ripescate le prime tre squadre in graduatoria: Inter U23, Ravenna e Pro Patria. Novità sono attese già nelle prossime decisive ore. Si è salvato, invece, l’Ascoli di Mantovani, con il club marchigiano che ha completato a fatica l’iscrizione al prossimo campionato di Serie C, con la documentazione economica finalizzata ieri, inclusi i pagamenti degli stipendi e dei contributi. In caso contrario il difensore sarebbe rimasto svincolato.