Altra settimana corta in vista per il Bari, che sarà impegnato per il secondo venerdì consecutivo al Picco di La Spezia contro il club ligure ben guidato da Luca D’Angelo. Unica imbattuta del campionato cadetto, la sfida contro l’attuale seconda forza del campionato potrà dare diverse risposte su ciò che si potrebbe aspettare da questo campionato dagli uomini di Longo.
Un incontro in cui si affrontano due squadre dal recente passato non troppo diverso, in quanto anche lo Spezia è stata una delle delusioni più importanti dell’ultimo campionato, avendo racimolato una sofferta salvezza soltanto all’ultimo turno di regular season. Non è difficile dunque pensare ad un percorso simile di ricostruzione tra le due squadre, anche se in questo momento appare chiaro come il club ligure abbia qualcosina in più dalla sua parte.
Le parole di Longo sullo Spezia
A tal proposito, mister Longo alla vigilia col Catanzaro si era espresso così sull’esempio dello Spezia e sul parallelismo con il percorso del Bari: «Se pensiamo al percorso dello Spezia, questo inizia l’anno scorso, quando subentra D’Angelo dopo non tante giornate dall’inizio del campionato. Con lui comincia un percorso che li porta alla salvezza, non senza fatiche perchè si salvano nelle ultime giornate. Costruiscono un gruppo mattone dopo mattone, si ripresentano quest’anno cambiando quello che hanno a disposizione, mettendo dentro altri giocatori».
Longo aveva proseguito così il suo raffronto con lo Spezia: «Quando parlo di costruzione non si può non valutare questo. Noi invece siamo a tre mesi di lavoro, con 15 giocatori nuovi, allenatore e direttore nuovi, si è dato un colpo di spugna a quello che è stato, siamo in una fase iniziale in cui stiamo mettendo delle basi che secondo me stanno andando su una linea positiva e con l’intento di metterci meno possibile per avere risultati».
L’analisi
Ciò che, però, fatichiamo a comprendere è come questa programmazione sia speculare a quella dello Spezia. Dati alla mano, lo Spezia ha speso complessivamente 5.59 milioni di euro nella sessione estiva di calciomercato. I liguri hanno investito 1.5 milioni per il cartellino di Di Serio dal’Atalanta, 1 milione al Pisa per Nagy, 600mila al Genoa per Cassata, preso a titolo definitivo Soleri e Colak all’interno di scambi. In più, i bianconeri hanno incassato ben 15 milioni dalle cessioni. È pur vero che parte di questi soldi arrivano da operazioni di giocatori prelevati in Serie A (Holm, Dragowski), ma allo stesso tempo vanno sottolineati anche i quasi 4.5 milioni che il Parma ha pagato per Kouda, preso dal Picerno. Un po’ come fatto per Cheddira e Caprile, eppure quella doppia plusvalenza (di appena 1.5 milioni a testa?) non si sa precisamente che fine abbia fatto.
Il Bari – lo diciamo noi – ha investito poco e niente, prelevando quest’estate solo due giocatori a titolo definitivo (Tripaldelli e Manzari), riscattando il solo Sibilli per 600mila euro e solo su pochi dei numerosi prestiti vi è un diritto/obbligo di riscatto. Lo stesso Magalini aveva parlato di un budget inesistente per i cartellini dei giocatori, per cui eventualmente si sarebbe valutato l’acquisto caso per caso. Mentre D’Angelo ha lavorato su una base solida, quella che per Longo ha permesso allo Spezia «di ripresentarsi quest’anno cambiando quello che hanno a disposizione, mettendo dentro altri giocatori», il Bari invece vedrà una nuova tabula rasa in estate, con pochissimi giocatori che potrebbero restare in Puglia per volontà diretta dell’area tecnica. E con giocatori come ad esempio Dorval che potrebbero avere altre idee per la testa.
In conclusione, lo Spezia ha investito e siamo sicuri che a gennaio investirà laddove mantenesse questa posizione di classifica, mentre il Bari al netto di avere l’undicesimo monte ingaggi del campionato è fedele sostenitore del principio della sostenibilità. E poco altro.
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