Strategie, tempistiche, obiettivi e cessioni: perché per noi il calciomercato del Bari è insufficiente

Il voto al calciomercato del Bari

Si è chiusa venerdì a mezzanotte una lunghissima sessione di calciomercato in casa Bari, la prima dell’era Magalini-Di Cesare. Tante le uscite, tante anche le entrate che hanno rivoluzionato (per l’ennesima volta) una squadra che per parola del suo allenatore dovrà innanzitutto pensare a mantenere la categoria. Di seguito il nostro voto e giudizio al calciomercato del Bari. NB: il voto è alle operazioni di mercato, non alla qualità dell’organico.

Di Cesare Magalini Longo Calciomercato Bari
Copyright: SSC Bari

Il voto di Claudio Mele, direttore di PianetaBari, al calciomercato del Bari: 5

La premessa sulla strategia societaria

Partiamo da un assunto. Il pilastro della gestione De Laurentiis è quello della sostenibilità. Fin dall’avvento del Bari in Serie B si è voluto sopperire con le idee e con la programmazione l’impossibilità di avere un budget simile a quello di altre squadre, le famose paracadutate e le proprietà straniere con somme di denaro ingente. Anche Magalini nella conferenza di presentazione aveva parlato di calciatori funzionali e dello scovare talenti da valorizzare. La domanda sorge spontanea: come si possono unire le due esigenze a fronte di una sessione di calciomercato con solo due movimenti in entrata a titolo definitivo (Tripaldelli e Manzari)?

Comunque andrà a finire la prossima stagione, che sia Serie A o Serie C, ci sarà una nuova tabula rasa con pochissimi giocatori che potrebbero restare in Puglia per volontà diretta dell’area tecnica. Chiaramente va sottolineato come questa sia una strategia societaria, con Luigi De Laurentiis che più volte ha sottolineato come si possa andare in Serie A anche con una squadra di giocatori in prestito.

Sono due però le tesi che impugniamo contro questa teoria. La prima è che la passata stagione insegna che se il campionato prende una certa piega, il senso di identità e di gruppo viene meno in un contesto fatto di giocatori in prestito. Non ce ne voglia nessuno, ma il Bari pochi mesi fa è stato salvato dalla vecchia guardia, da quelli che sarebbero retrocessi in C e non da chi – in pochi esclusi – sarebbe tornato alla casa madre dopo pochi giorni. La seconda è che certi club non hanno necessità di muovere determinati giocatori, se non a fronte di indennizzi economici. La conseguenza è che le prime scelte dopo poche settimane diventano seconde, terze o quarte in termini di preferenze.

La sensazione, oggi, è che rispetto a questi piani vi sia un passo indietro ulteriore, visto che di programmazione, al momento, per quanto detto si fatica a vedere l’ombra e gli investimenti, ormai, iniziano ad essere sempre più simili a quelli delle società della parte bassa della classifica rispetto a quelle che lottano per obiettivi importanti. In definitiva, si potrebbe parlare di autofinanziamento e siamo sicuri che ben presto sarà il numero uno biancorosso – o chi per lui – a fare lumi. Anche qui, poco si può dire a Magalini e Di Cesare che con quel poco che avevano a disposizione hanno fatto le acrobazie pur di mettere nelle mani di Longo una squadra che possa a questo punto quanto meno salvarsi senza troppi patemi. Per altri obiettivi poi si vedrà.

De Laurentiis Allenamento Calciomercato Bari
Copyright: SSC Bari

L’operato di Magalini e Di Cesare

Prima il bastone e poi la carota. Le tempistiche, che hanno un po’ vanificato l’inizio di stagione, sono abbastanza discutibili. Ancora una volta ci si è ridotti agli sgoccioli per completare l’organico, con 6 operazioni in entrata negli ultimi due giorni di contrattazioni e nel mezzo 4 partite contro avversari tosti in cui l’allenatore è stato lasciato in balia delle onde. L’inizio è stato promettente, con gli arrivi però di tanti giovani alle prime armi in categoria e di cui si parla un gran bene (Favasuli, Obaretin, Sgarbi, Olivieri…) rispetto a quei giocatori funzionali promessi a metà luglio e arrivati a fine ritiro.

Altra bacchettata. Sono state tante le telenovelas del calciomercato del Bari, che hanno appassionato più i giornalisti che i diretti interessati. Non possiamo partire da Partipilo, contattato lo scorso 20 giugno e saltato il 30 agosto. Nel mezzo 2 mesi di nulla. Tradotto: 2 mesi in cui il Parma chiedeva soldi e il Bari non poteva garantirli. Si è aspettato fino al penultimo giorno, finanche quando si è capito che il Parma non avrebbe mai svenduto il proprio attaccante (giustamente!), si è chiuso con Falletti per cui la Cremonese non si faceva problemi nel concedere un prestito secco con diritto di riscatto.

Si dirà che fosse lui il primo obiettivo, ed in parte è vero visto che è un giocatore da quanto ci risulta fortemente apprezzato da Magalini, tuttavia non si può non sottolineare l’inconcludenza della gestione Partipilo, soprattutto per gli echi mediatici nei tanti tifosi e nello stesso calciatore. E se poi si pensa che il Parma in un battibaleno abbia concesso un prestito gratuito al Frosinone, davvero non ci si capacita di quanto tempo sia stato perso inutilmente.

Non possiamo anche non sottolineare la strategia sul portiere, con tantissimi nomi sondati e tutti evaporati. Da Pigliacelli e Pizzignacco, a Micai, Leali e Rinaldi, tutti offerti e per cui non è stato detto no. In seguito l’obiettivo principale è diventato Semper, ma il Como voleva soldi per il cartellino. Poi si è passati a Stankovic, poi saltato perché il serbo voleva la A. Poi si è ritornati su Semper e nel mentre è spuntato Radunovic. Altra porta chiusa e allora vai su Nicolas del Pisa, per poi il cambio di rotta e l’ok da Radunovic. Nel mezzo un ritiro con Pissardo in scadenza, il portiere della Primavera e quello dell’Under 17 (che tuttora è il terzo portiere, visto che numericamente il Bari ha solo due Over!). Gestione che da quanto ci risulta ha lasciato insoddisfatti gli stessi Magalini e Di Cesare.

Non possiamo non citare anche la telenovela Veroli, primo difensore richiesto da Magalini dal suo avvento a Bari per cui i biancorossi cercavano un asse con Napoli (che non ha aiutato i biancorossi neanche con Ambrosino, ma si è prodigata per trovare posto nelle ultime ore a Coli Saco). Quando poi il Cagliari ha aperto al prestito oneroso, si è fiondata la Sampdoria che ha sbaragliato la concorrenza privando il Bari del primo obiettivo da braccetto sinistra. Ora c’è Mantovani in quella posizione, che finora ha fatto cose egregie, ma è un destro adattato e non il centrale mancino richiesto da Longo.

Lo stesso Longo che aveva chiesto Curto, finito a Cesena, Bellemo, finito alla Samp. In avanti ricordiamo i tentativi per Mendes e De Luca, poi finiti a Modena e Cremonese con denaro contante. In difesa citiamo la strategia attendista per Biraschi, per poi vedere la barca naufragare con l’ex Genoa finito a Frosinone a pari condizioni economiche. Potremmo tornare a raccontare perfino del sondaggio per Coda e Lapadula. Insomma, una miriade di nomi valutati in entrata con la sensazione netta che chi è arrivato non rappresenti delle prime scelte. E su questo non possiamo che non dividere la torta degli errori con la proprietà, perché certi giocatori con i pagherò non si muovono.

Novakovich ad esempio fa eccezione e va dato atto al Bari di essere stato bravo a battere la concorrenza. Stesso dicasi per Lasagna. Buoni attaccanti, tuttavia non riusciamo a capire chi dovrebbe fare gol con continuità in questa squadra visti i numeri avari in carriera dei due e qualcosa già intravista sul campo dopo 4 giornate. Bene il pacchetto dei trequartisti con Sibilli, Falletti, Sgarbi, Manzari. Poco bene il centrocampo rinforzato col solo Lella e quello degli esterni, su cui teniamo la spada di Damocle sulla testa di Dorval e i dubbi su Tripaldelli. Nutriamo qualche perplessità anche sul sostituito di Di Cesare, non tanto tecnicamente quanto di leadership in campo. Un fattore forse sottovalutato nel calciomercato condotto dal Bari, ma che avrebbe dovuto avere valenza primaria.

Infine, senza entrare nel merito della cessione di Ricci gestita male – e qui ha responsabilità anche mister Longo con la sua uscita pubblica – e quella altrettanto contorta ma non materializzata di Maita (semplicemente perché tutti volevano il centrocampista a saldo), riteniamo troppi i reduci della passata stagione confermati non si sa per quale motivo. Bellomo, Lulic, ci mettiamo anche Pucino e lo stesso Dorval. In più D’Errico e Scafetta ancora in organico è un’altra macchia da considerare, sebbene vadano fatti i complimenti per la doppia cessione di Zuzek e Scheidler all’estero. Per tutti questi motivi, il voto al calciomercato del Bari non può superare il 5.

By Claudio Mele

Ho un assegno di ricerca in matematica, sono anche un insegnante di matematica e fisica. Nel tempo libero faccio il giornalista (con scarsi risultati)

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