Inizia con un pareggio al termine di un match dalle molteplici facce la gestione Giampaolo-Di Bari sulla panchina del Bari. I biancorossi non vanno oltre l’1-1 contro il Pisa, agguantato grazie ad un rigore di Puscas dopo il solito avvio disorientante. Dopo Catanzaro, Venezia e Cremonese, anche il Pisa è andato a segno dopo pochi minuti di gioco, sfruttando il solito svarione collettivo del Bari. Questa volta il giustiziere dei biancorossi è stato Arturo Calabresi, puntuale nel seguire l’azione, avventarsi sul cross a rimorchio e battere a rete sfruttando un posizionamento di Brenno rivedibile.
La gara è lentamente cambiata con lo scorrere dei minuti, ma non abbastanza da permettere al Bari di ribaltare il risultato e conquistare 3 punti che sarebbero stati fondamentali ai fini della classifica. Il pareggio non ha modificato radicalmente la graduatoria, leggermente alterata dalla vittoria del Cosenza. Adesso il Bari è atteso proprio dai calabresi al Marulla in un weekend, il prossimo, caratterizzato da scontri diretti che diranno molto sugli equilibri della lotta salvezza.
Prima di proiettarci alla settimana che porterà al match di Cosenza, è interessante guardarsi indietro e ricapitolare ciò che ci ha detto la prima gara di Giampaolo sulla panchina del Bari. Per farlo torna il Bari a Scacchi, la nostra rubrica oggi incentrata sulle scelte del nuovo staff tecnico, sui problemi avuti dalla squadra nella prima mezz’ora e sulle ottime indicazioni fornite dalla ripresa. In aggiunta, un approfondimento sulla prestazione del MVP del match, Mattia Maita.

Tutte le difficoltà del primo tempo
Come avevamo anticipato, le precedenti esperienze di Giampaolo e Di Bari suggerivano scelte in controtendenza con la precedente gestione, e così è stato. Lo staff tecnico ha optato per un 4-3-3 reso asimettrico dai movimenti dei centrocampisti: mentre Maita, nominalmente mezzala sinistra, affiancava Benali in costruzione, Sibilli, suo dirimpettaio, occupava zone di campo più avanzate. Nello specifico l’ex di turno tendeva ad allargarsi sulla sinistra, spesso interscambiandosi con Morachioli che al contrario accentrava la sua posizione.
Nella prima mezz’ora, a detta di Giampaolo, il Bari ha sofferto la disposizione in costruzione del Pisa, che si pensava dovesse essere a 3 e che invece era a 4. La difficoltà nelle uscite sui primi portatori di palla ha avuto ripercussioni sull’intera fase di non possesso biancorossa, resa inefficace dai movimenti di Arena e Valoti tra le linee. Proprio l’ex Gubbio, con un attacco alla profondità ben eseguito, ha abbassato la linea difensiva del Bari e creato i presupposti per il gol del vantaggio. Nei successivi minuti il Bari ha faticato a riprendersi dal gol subito, rischiando ripetutamente il tracollo. Oltre ai due trequartisti, il dominatore della prima frazione è stato senza dubbio Tomas Esteves, inesauribile nell’offrire linee di passaggio ai compagni e ostruire i tentativi di ripartenza dei padroni di casa. Con il suo calo è coinciso l’abbassamento del baricentro del Pisa, che ha favorito il ritorno del Bari.

La reazione del Bari
Il Bari quasi rassegnato del primo tempo ha fatto spazio ad una versione di sé volitiva e coraggiosa. Il cambiamento è stato tattico, perché la squadra ha alzato il baricentro sensibilmente facilitando la fase di recupero palla, e attitudinale, specie in alcuni singoli. Nel secondo tempo si è rivisto il Kallon frizzante e vivace delle prime uscite in biancorosso: dai suoi dribbling sono nate molteplici occasioni che con maggiore cinismo sarebbero potute essere tramutate in gol. La sua capacità di saltare l’uomo e sfiancare le difese è una risorsa indispensabile per una squadra altrimenti legata al solo estro di Sibilli. I numeri della sua gara parlano chiaro: 4 dribbling effettuati su 5 tentati (più di tutti in partita) e 2 passaggi chiave, di cui uno splendido, d’esterno, per l’inserimento di Sibilli.
Anche Maita, interrogato sul tema a fine gara, ha sottolineato la presenza in rosa di calciatori abili nell’uno contro uno su cui puntare nel finale di stagione, sottintendendo che ciò non fosse stato fatto precedentemente. Che il Bari abbia gli elementi per proporre un calcio offensivo è fuori discussione, serve solo il giusto equilibrio per sorreggere un blocco offensivo che conta due ali, una punta e un fantasista dal ruolo ibrido. Per farlo Giampaolo si è affidato alla coppia Benali-Maita, al momento i centrocampisti più affidabili in rosa.

È tornato Maita
Proprio il centrocampista siciliano si è forse esibito nella miglior prova stagionale, lasciando intravedere tracce del Maita travolgente formato 22/23. Come avviene spesso, quando a Maita è richiesto di occuparsi principalmente della fase di rottura del gioco, le sue prestazioni lievitano. Nella prima mezz’ora è stato l’unico in grado di reggere l’impatto fisico del Pisa, soprattutto nel duello diretto con i centrocampisti avversari. Il dato finale parla di 7 contrasti vinti su 10 ingaggiati, a cui lui aggiungeva puntualmente strappi palla al piede che ribaltavano l’inerzia dell’azione. Nel primo tempo i suoi sforzi cadevano nel vuoto, mentre nella ripresa ogni palla recuperata fiaccava la resistenza di un Pisa costretto nella propria metà campo.
La continuità, sia fisica che psicologica, è stata il tallone d’Achille della sua stagione, ma se per le prossime gare dovesse conservare freschezza atletica e concentrazione, l’intera squadra potrebbe giovarne.
