Andrea Astrologo è un centrocampista classe 2002, prodotto del settore giovanile della Roma e poi del Verona, da agosto di proprietà del Bari. Arrivato l’ultimo giorno di calciomercato estivo con Farroni nel maxi scambio con la Vis Pesaro che ha coinvolto anche Polverino e Rossetti, si è trasferito a gennaio alla Lucchese senza giocare neanche un minuto in biancorosso. Complice l’infortunio di Maiello, Astrologo avrebbe potuto ricamarsi un ruolo da comprimario nella rosa biancorossa, ma alla fine non è mai stato preso in considerazione da mister Marino, finendo per andare a giocare con continuità in prestito in Serie C. Astrologo è intervenuto ai nostri microfoni per fare un bilancio della sua stagione.
L’intervista a Astrologo
Come è andata alla Lucchese?
«A Lucca sono stati sei mesi positivi dove ho potuto giocare con continuità. Penso comunque di aver fatto anche delle belle prestazioni e di aver messo dentro il mio bagaglio minuti importanti, quindi sono contento a livello personale e soddisfatto dell’utilizzo avuto».
I primi sei mesi senza giocare hanno influito sul tuo rendimento?
«Fortunatamente no, perché comunque i primi sei mesi a Bari mi sono sempre allenato a ritmi importanti. Ho avuto l’occasione di confrontarmi con giocatori molto forti, che viaggiavano a ritmi elevati e quindi una volta arrivato qui a Lucca mi sono trovato subito bene fisicamente. Poi quest’anno per fortuna non ho mai avuto problemi di alcun tipo e quindi atleticamente sono sempre stato bene».
Come hai vissuto quei mesi senza giocare?
«Mi è dispiaciuto molto. Io ho sempre dato tutto per mettermi in mostra, per contribuire al bene della squadra.
Però posso dire che sono stati sei mesi che mi sono serviti tanto. Perché penso di essere cresciuto come calciatore, anche non giocando. Mi sono allenato tutti i giorni con giocatori che hanno un curriculum importante, ragazzi molto forti. Si migliora di giorno in giorno anche così. Certo, dispiace sempre quando non si trova spazio per emergere. Però comunque ho preso il buono di quello che è stato. A Bari ho fatto una bellissima esperienza».
Dove è cresciuto Astrologo in questa esperienza?
«Io venivo da una squadra di Serie C, naturalmente parliamo di un livello più basso. Uno si confronta con giocatori che giocano un calcio ancora migliore di quello a cui ero abituato. Posso solo dire di essermi trovato benissimo. Ho cercato di rubare i segreti con lo sguardo dai miei compagni, gente che ha fatto tantissimi campionati ad altissimi livelli».
Quando sei arrivato a settembri eri consapevole di dover avere questo utilizzo?
«Ero consapevole che comunque ci sarebbe stato il rischio di non giocare. Sapevo che fossimo numericamente tanti e quindi ci sarebbe stato poco spazio. Sarei potuto andare in prestito già a settembre, però poi per una serie di fattori alla fine non si è fatto nulla. Alla fine mi sono comunque detto di far parte di un grande gruppo e che nel calcio non si sa mai. Anche se non dovessi mai giocare, mi sarei allenato con calciatori di alto livello, per poi rimandare le valutazioni a gennaio. E così è stato».
Che rapporto hai coi tuoi ex compagni?
«Un rapporto sicuramente buono, positivo. Io sono andato sempre d’accordo con tutti: con i mister, con i giocatori, con il direttore. Mi sento ancora oggi quotidianamente con diversi ragazzi e faccio il tifo per loro».
Quando si è fatto male Maiello hai sperato di poter avere una chance?
«Non nego di sì, perché io mi sono sempre allenato al massimo consapevole che nel calcio può succedere di tutto giorno dopo giorno e quindi speravo che un giorno potesse arrivare il mio momento per dimostrare il mio valore. Quindi magari succedono una serie di cose per cui uno ci crede. Alla fine purtroppo non è arrivato questo momento, però vuol dire che arriverà in futuro e mi dovrò far trovare pronto».
Astrologo che giocatore è?
«Io penso che al giorno d’oggi un centrocampista debba saper ricoprire tutti i ruoli del centrocampo, debba saper fare un po’ tutti i ruoli. Io sono nato come un regista, come un play ed è lì che mi trovo più a mio agio. Tuttavia ho fatto anche per diverso tempo la mezzala».
Con l’assenza di Maiello è esploso in quel ruolo Benali. Te l’aspettavi?
«Benji ha fatto delle partite stupende da quando è stato messo a giocare da play dopo l’infortunio di Maiello. Ha fatto delle partite veramente belle, dove mi è piaciuto tanto, quindi sono contento per lui».
Astrologo si ispira più a Maiello o Benali?
«Direi a tutti e due, hanno fatto due percorsi diversi. Prima Benali era più un trequartista, diciamo, era più offensivo, e adesso sta facendo benissimo con le sue caratteristiche. Mi piace il modo che ha di non perdere mai la palla, di gestire il pallone, di farsi sempre trovare dal compagno. Allo stesso tempo Maiello è un grande, lo chiamano il Professore non a caso, è molto intelligente a livello tattico, pure lui nel giocare i palloni, nel gestire la squadra, nel comportarsi. È stata una fortuna comunque essermi allenato con loro».
Quanta voglia avevi di poter dare una mano?
«Tantissima, tantissima. Io avrei fatto di tutto per avere un’opportunità. Mi sono sempre allenato al massimo, la voglia era tantissima. Purtroppo non c’è stato questo momento, però spero che arriverà in futuro».
Con che prospettiva torni a Bari l’anno prossimo?
«Io torno con le prospettive di mettermi subito a disposizione. Di dare il massimo per contribuire al bene della squadra e voglio subito cercare di mettermi in mostra per far vedere quali sono le mie qualità».
Che effetto ti hanno fatto le lacrime di Di Cesare?
«So che sono state lacrime vere. Conoscendo Valerio, so che sicuramente prova dei sentimenti forti e so che quello che dice è vero, quindi sicuramente è dispiaciuto. So quanto ci tiene alla causa, ogni giorno stava lì a provare a dare sempre il meglio per il Bari. Lui è molto legato alla causa e per questo ciò che esterna è tutto vero».
Ti aspettavi un crollo collettivo del genere?
«Sinceramente anche per me è stato inaspettato, non avevo questa sensazione, anzi, il gruppo ha sempre lavorato bene, ogni giorno in campo lavorava bene. Purtroppo è stata un’annata maledetta. Faccio il tifo per i miei compagni per queste ultime due partite e spero che riescano a raggiungere l’obiettivo».
Il Bari si salverà?
«Sì, ci credo e lo spero perché sono convinto che i miei compagni ce la faranno. Questa magari è stata un’annata un po’ difficile, come capitano, perché purtroppo capitano le annate difficili nel calcio, ma i miei compagni sono forti, sono molto forti e sono convinto che alla fine possano raggiungere l’obiettivo».
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