Antenucci: “Lasciare Bari non è stato semplice, mi ero legato tanto. Vorrei lavorare a Ferrara”

Le parole di Antenucci

Conquistata la salvezza con la maglia della Spal, Mirco Antenucci ha ufficialmente dato l’addio al calcio giocato. Il “lupo di Roccavivara”, prima di tornare a Ferrara nell’estate del 2023, ha vissuto quattro meravigliosi anni a Bari segnando 63 gol e diventando il secondo miglior marcatore della storia biancorossa. In una lunga intervista sulle colonne de “Il Resto del Carlino”, l’attaccante classe 1984 ha parlato di passato, del presente e di un futuro prossimo dove è pronto a diventare un brillante direttore sportivo. Clicca qui per leggere le ultime sul toto-allenatori.

Antenucci

Le parole di Antenucci

Sul futuro: “Mi piacerebbe rimanere in questo ambiente, nel calcio, ormai ci sono da ventitré anni, e mi piacerebbe farlo a Ferrara. Sto aspettando di sapere qualcosa, vedremo le opportunità che si verranno a creare. Ho fatto il corso da direttore sportivo, vediamo…”

Sull’addio al calcio: “Lo spogliatoio mi mancherà tanto. Perché quando arrivavo lì, non mi sentivo 41 anni, ma 16-17 per spirito e per quanto mi divertivo. Anche l’attività fisica in sé mi mancherà molto. Mi mancherà meno di sicuro la tensione delle partite perché quella c’è sempre stata, anche fino alla fine. E se ti manca quella non puoi fare questa professione qua. Però sono più gli aspetti belli del calcio quelli di cui sentirò la mancanza rispetto a quelli meno piacevoli”.

Se si è pentito di essere tornato a Ferrara dicendo addio al Bari: “Pentito mai, assolutamente. È stata una scelta forte, condivisa. Quando ho lasciato Bari non è stato semplice, perché mi ero legato tanto anche lì. Onestamente non pensavo che avremmo avuto tutte queste difficoltà, pensavo di poter ripetere di nuovo insieme ai ragazzi e alla città qualcosa di straordinario come avevamo fatto in passato; invece sono stati due anni tribolati per tanti motivi”.

Antenucci
Copyright: SSC Bari

Antenucci ha chiosato su cosa lo ha emozionato durante la festa in suo onore: “Tutto. Onestamente era l’ultima cosa a cui pensavo, ero totalmente concentrato sulla partita. Feste così le ho viste fare ai grandi campioni, io sono stato un giocatore normale, ho cercato di basare la mia carriera sulla disciplina, sul miglioramento giorno dopo giorno. Essere apprezzato così è stato davvero un bellissimo finale”.

By Domenico Farella

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