Pasquale Marino è ormai il tecnico del Bari da più di un mese. L’allenatore 61enne ha ereditato la squadra da Mignani proprio nella precedente sosta per le nazionali e dopo 4 partite ha raccolto 8 punti, frutto di 2 vittorie e 2 pareggi. La sua mossa principale è stata il passaggio al 3-5-2, che ha fornito maggiore equilibrio e compattezza alla squadra. Di questo e di tanto altro ne ha parlato Marino questa mattina in un’intervista al Corriere dello Sport a firma Antonio Guido.
Le parole di Marino
L’ex tecnico di Spal, Crotone e Spezia ha fatto un primo mini-bilancio, partendo dal pari di Piacenza: “C’è stato un rilassamento improvviso dopo il 2-0. È bastato un attimo di distrazione ed è arrivato l’autogol. Cose che capitano. È successo anche al Milan: a Lecce vinceva con due gol di scarto e ha rischiato di perdere. Ci servirà da lezione. Le rimonte sono un problema che la squadra si trascina da inizio stagione. Stiamo cercando di correggerlo. A Brescia e con l’Ascoli ci siamo riusciti”.
Marino elogia Peppe Sibilli, l’uomo in più in questo momento: “È maturo, responsabile, ha qualità, un destro fatato. Giocando dietro le due punte diventa micidiale dando anche una mano ai centrocampisti”.
La chiosa di Marino: “Tre anni fa a gennaio presi l’Empoli terz’ultimo, arrivammo ai playoff. Il lavoro più difficile è sempre nella testa. Adesso il Bari è una squadra che ha voglia di crescere, bruciare le tappe nel più breve tempo possibile. Cosa sogno per il Bari? Non sogno mai. Ma vorrei il massimo”.
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