Al ritorno della sosta per le Nazionali, il Bari di Moreno Longo dovrà fare i conti con un’assenza pesantissima. Nella bella serata di Salerno l’unica nota storta è stata l’ammonizione comminata ad Ahmad Benali, la quinta da inizio campionato. Per il centrocampista libico, che era in diffida da ormai quattro turni, è quindi maturata la squalifica che andrà a scontare nella prossima partita, quella contro il Cittadella in programma domenica al San Nicola (clicca qui per leggere le designazioni arbitrali).
Sulla carta Benali avrebbe un’alternativa designata, di cui parleremo, ma per il livello che ha raggiunto nelle ultime settimane è difficile ipotizzare uno scenario nel quale la sua assenza non costituisca un minus significativo per la squadra di Moreno Longo.
L’importanza di Benali
In questo inizio di stagione Benali ha completato quell’adattamento al ruolo di regista stimolato (più per necessità che per volontà) da Mignani ormai 2 anni fa, alimentato dai diversi allenatori che si sono alternati sulla panchina del Bari l’anno scorso e riproposto anche da Moreno Longo. L’ex trequartista si è stagliato come figura di riferimento in mezzo al campo interpretando il ruolo in modo ecumenico, non limitandosi solo ai compito di regia ma contribuendo attivamente in ogni fase del gioco.
Benali, sconfiggendo lo scetticismo di molti, è diventato un fattore anche senza palla: eccelle nei contrasti, è migliorato sensibilmente nelle letture e quindi negli intercetti, ha la reattività e la lucidità per individuare il momento nel quale rompere la linea ed è anche puntuale in riaggressione. A questo ci aggiunge una regia spesso illuminata, un impatto continuo nell’ultimo terzo di campo ed un dinamismo, abbinato all’intelligenza negli smarcamenti, fondamentali nella fase di prima costruzione. Insomma, la sua importanza è rintracciabile in ogni situazione di gioco. Chiarito questo aspetto, cerchiamo di capire quali sono le soluzioni a disposizione del tecnico biancorosso.
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Il vice designato
Partiamo da quella più intuitiva e percorribile: il rilancio di Raffaele Maiello. Il centrocampista campano è quello che più di tutti ha pagato l’exploit di Benali, ben oltre i propri demeriti. Fino ad ora ha collezionato appena 165’: una miseria se pensiamo a quell’aura di insostituibilità che lo avvolgeva prima del brutto infortunio al ginocchio patito ormai un anno fa.
Nelle apparizioni successive al lungo stop Maiello è parso sempre un po’ appesantito, meno reattivo e meno efficace soprattutto in fase di non possesso. Il suo gioco senza palla si è sempre fondato su una capacità quasi sovrannaturale di leggere in anticipo le intenzioni degli avversari, ma senza il supporto delle gambe anche un’abilità puramente cerebrale come questa rischia di cadere nel vuoto. Va anche detto che il poco minutaggio avuto gli ha precluso la possibilità di ritrovare la giusta condizione accumulando partite, ma di questo, considerando la crescita di Benali, non si può incolpare nessuno.
La partita contro il Cittadella potrebbe essere l’occasione giusta per rilanciare la propria candidatura, quantomeno come ciambella di salvataggio da utilizzare far tirare il fiato ad un Benali spremuto all’inverosimile fino ad ora. L’incrocio non è tra i più comodi, soprattutto per quelle che sono le caratteristiche del Cittadella in mezzo al campo, cioè quelle di una squadra che crea molta densità nei corridoi centrali e che dispone di centrocampisti molto efficaci nei duelli individuali (capitan Branca su tutti). L’investitura, in ogni caso, è già arrivata: «Maiello è un maestro in quel ruolo». A dirlo proprio Benali (clicca qui per leggere le sue dichiarazioni).
Le alternative
Le alternative a questa opzione, però, latitano. In rosa il Bari non dispone di un altro regista puro, quindi in caso Longo non dovesse optare per Maiello dovrà sperimentare una soluzione inedita (o quasi).
Maita e Lella sono centrocampisti duttili, impiegabili in tutte le posizioni del centrocampo, ma ovviamente il loro valore muta in base alle funzioni che assolvono. Maita, ad esempio, cala quando sollecitato nell’ultimo terzo di campo, mentre Lella è spesso dannoso quando sovraccaricato di responsabilità in prima costruzione. Nonostante ciò, entrambi potrebbero tornare utili, seppur con caratteristiche diverse rispetto all’archetipo del regista.
Maita ha ricoperto il ruolo di regista di un centrocampo a 3 con Mignani, ed anche nel Bari di Longo è spesso coinvolto in prima costruzione, ma solo con compiti di supporto a Benali e ai tre difensori. La sua presenza garantirebbe un’uscita palla pulita, anche se qualitativamente peggiore rispetto a quella assicurata da Benali, e non costituirebbe uno svantaggio in fase di non possesso, dove Maita eccelle sia nei duelli individuali che nelle letture. Certo, la sua efficacia nelle pressioni sulla trequarti avversaria verrebbe meno, ma quantomeno la squadra non perderebbe l’equilibrio tanto caro a Longo.
Discorso diverso invece per Lella, il cui impiego al posto di Benali appare si contemplabile, ma assai improbabile. Come accennato precedentemente, Lella ha ricoperto il ruolo di vertice basso di un centrocampo a tre, ma solo in partite e contesti tattici specifici. Con il pallone è un calciatore spesso impreciso, soprattutto quando costretto a giocare a pochi tocchi, qualità indispensabile per chi agisce da vertice basso.
La questione si fa meno spinosa se guardiamo alla fase di non possesso: Lella è dinamico, copre tanto campo ed è disciplinato tatticamente. In una squadra costretta a lunghe fasi di difesa posizionale, come avvenuto ad esempio proprio al Bari nel secondo tempo di Salerno, il suo impiego da mediano potrebbe avere un senso. Dato l’impegno che si troverà ad affrontare il Bari domenica è però più probabile che uno scenario del genere si verifichi a gara in corso.