Uno dei tanti doppi ex della sfida tra Bari e Salernitana, in programma domenica pomeriggio, è Guillaume Gigliotti. Il francese, nato in Provenza nel 1989, ha vestito prima la maglia granata nella stagione 2018/19 e poi quella biancorossa dal 2021 al 2023 collezionando 24 presenze e mettendo il suo nome nella promozione dei pugliesi in B. Il difensore, attualmente in forza alla Team Altamura in Serie C, è intervenuto ai nostri microfoni per parlare del suo presente e del passato, oltre che di alcuni giocatori biancorossi con cui negli anni ha condiviso lo spogliatoio.
L’intervista a Guillaume Gigliotti
Come sta andando questa stagione in Serie C? Quali sensazioni hai per il proseguo del campionato?
«È da qualche partita che non gioco, diciamo che la stagione non è iniziata benissimo per me. Però l’importante è la squadra, la società e la città. Stiamo andando bene, ci siamo ripresi dall’inizio del campionato. Siamo a tre punti dai playoff, siamo abbastanza contenti di quello che stiamo facendo».
Gigliotti, cosa ti ha spinto ad accettare il progetto Altamura?
«È stato il discorso con il direttore e la chiamata con il mister. Volevo un progetto vero e lavorare con persone vere, volevo un qualcosa di solido. L’incontro con la società mi ha confermato la serietà delle persone in questione».
Quanto vi galvanizza giocare al San Nicola? D’altra parte non vedete l’ora, però, di giocare ad Altamura?«Giocare al San Nicola è bellissimo, non c’è paragone con gli altri stadi e per noi è un onore giocare lì, ma siamo sempre in trasferta. Non giochiamo mai veramente in casa. Se avessimo giocato nel nostro stadio la gente si sarebbe fatta sentire molto di più e avrebbe avuto un impatto più pesante su di noi e sulle altre squadre».
Che impressione ti ha fatto il Bari in queste prime giornate di campionato? Lo hai seguito?
«Si li seguo e li sento spesso, siccome ho tanti compagni che hanno giocato con me 2 anni fa, ma anche tanti altri con cui ho giocato in altre piazze: con Mantovani alla Salernitana, con Benali al Crotone e con Favilli ad Ascoli. Giocano bene e l’importante è non perdere. Mentalmente sono forti».
Benali sta facendo una grande stagione. Cosa puoi raccontarci in più su di lui?
«Con me faceva la mezzala mentre adesso sta giocando davanti alla difesa. Ti pressava dappertutto, recuperava tantissimi palloni a partita. Sapeva difendere e attaccare, far gol di testa, di destro e di sinistro. È un giocatore completo».
Su Mantovani invece?
«Già ai miei tempi era molto forte, ora ha in più tanta esperienza. Per me è sempre stato un giocatore forte. A me piace, a Bari da quando è entrato in campo non è più uscito».
Che tipo di attaccante è Favilli? A chi lo paragoneresti?
«Lui ha avuto dei problemi ai crociati. Quando giocava con me ad Ascoli era il solito bestione che faceva salire la squadra, proteggeva tanti palloni, ha fatto tanti gol ed era in prestito dalla Juventus. Potrei paragonarlo ad Ibrahimovic, il pallone te lo nasconde e non te lo fa vedere. Negli anni ha perso un pò di forza ma sta comunque bene e quando è entrato in campo col Bari ha fatto sempre bene».
Salerno è un ambiente ostico. Cosa dovrebbe fare il Bari per tornare dall’Arechi con i tre punti?
«All’Arechi non è facilissimo giocare, per andare a vincere lì devi giocare con personalità. Se vai per fare il compitino, con la squadra che hanno costruito, il Bari torna a casa senza punti. La Salernitana non è nel posto in cui merita di essere. Devono andar lì a fare la partita come hanno sempre fatto».
C’è un episodio, un aneddoto o una curiosità sull’esperienza di Gigliotti in biancorosso?
«C’era divertimento tutti i giorni. Appena c’era un pò di musica in spogliatoio Di Cesare partiva con i balli. Faceva qualunque ballo e morivi dalle risate (ride, ndr). Bari è stata una bellissima esperienza che mi porterò sempre dentro».
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