Nel pomeriggio di ieri, sotto la pioggia del San Nicola, è terminata 1-1 la sfida tra Bari e Sampdoria. Dopo un brutto primo tempo concluso in svantaggio, i biancorossi l’hanno ripresa nei primi minuti della seconda frazione grazie ad un colpo di testa di Giulio Maggiore. A far discutere però sono stati i mancati ingressi di alcuni giocatori offensivi che avrebbero potuto ridare brio e vivacità ad un reparto offensivo in difficoltà , tra cui spicca Andrea Favilli.
Favilli: tre panchine consecutive. Cosa c’è sotto?
A cavallo tra gennaio e febbraio, Andrea Favilli si era meritatamente guadagnato il posto da titolare. Contro il Cesena aveva segnato il suo secondo gol in campionato e, una settimana dopo, si era ripetuto in casa contro il Frosinone. Dopo l’anonima gara di Castellammare di Stabia però, l’ex Verona ha collezionato tre panchine consecutive: undici minuti contro la Cremonese, venticinque contro il Mantova e zero ieri sera. Cosa c’è sotto?
Nonostante il poco spazio nelle ultime gare, Favilli ha sempre dato ottimi segnali quando chiamato in causa. In soli undici minuti, affrontando la squadra di Stroppa, ha completato sette passaggi su sette e imbucato Dorval per quell’autogol valso il pari mentre, al Martelli di Mantova, è stato bravo nello svariare su tutto il fronte offensivo vincendo duelli aerei e tenendo il pallone il più lontano possibile dalla porta difesa da Radunovic. Come si spiegano allora gli zero minuti di ieri?
Longo ha risposto così: “Favilli non l’ho inserito perché in settimana ha avuto problemi, quindi abbiamo preferito mettere Lasagna a lavorare su Altare”. Una scelta misteriosa, considerando che Favilli si è scaldato per tutto il secondo tempo e il tecnico ha poi dato spazio a Novakovich – rientrante da due mesi di stop – per gli ultimi scampoli di gara.
Come molte volte è capitato nell’arco della sua carriera, l’attaccante ex del Verona ha accusato problemi fisici nel momento apicale della sua stagione. L’obiettivo sarà riaverlo al meglio già dalla prossima sfida contro il Sassuolo così da poter colmare le lacune di una fase offensiva, ad oggi, fortemente deficitaria.
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