Capitan futuro alla prova da ex per riprendersi il Bari

Il Focus su Mattia Maita

Una vita a giocare a pallone, un cuore diviso quasi a metà tra due realtà del Sud Italia: Bari e Catanzaro. È il destino di Mattia Maita, che domenica ritroverà i colori giallorossi in Serie B in una sfida incandescente in quel del San Nicola. Una partita, ne siamo certi, non come le altre.

Capitan futuro, come viene scherzosamente appellato qui a Bari, ha un trascorso non banale proprio in Calabria. Prima alla Reggina, dove è cresciuto ed ha esordito con un certo Giovanni Di Lorenzo, e poi proprio a Catanzaro, squadra di cui ha difeso lo stendardo per ben 160 volte, con la fascia al braccio in più di una occasione (questa volta per davvero).

Maita
Copyright: SSC Bari

Maita tra Catanzaro e Bari

«Catanzaro è la mia seconda casa, lì sono diventato uomo: per me sarà una partita speciale» ha ammesso Maita all’antivigilia della decisiva gara del Ceravolo del marzo di un anno fa, partita che permise agli uomini di Mignani di blindare la promozione in Serie B. Una gara, corsi e ricorsi storici, che rappresenta il primo incrocio tra Mignani e Vivarini, l’altro protagonista di questo match ricco di storie e contenuti.

Parole, dunque, di un ragazzo che sa cosa sia e rappresenti la riconoscenza. A Bari Maita si è sposato, ha dato alla luce la bellissima Isabel con sua moglie Elisabeth, ma è a Catanzaro che tutto ha avuto inizio. Ecco perché quella di domenica sarà un faccia a faccia col suo passato più dolce, contro quei colori che hanno dato il là alla sua carriera.

L’addio alla Calabria si è consumato nel gennaio 2020, quando a chiamarlo a Bari fu proprio… Vivarini.  «Gli sarò sempre grato. Auteri a Catanzaro mi ha stravolto il modo di giocare, ma grazie a Vivarini sono migliorato diventando il giocatore che sono adesso» ha dichiarato qualche mese fa il classe 1994 di Messina, ricordando come sia stato messo alla porta dal Catanzaro. In principio sarebbe dovuto finire a Cosenza, ma la chiamata del Bari ha sparigliato le carte e sancito l’inizio di un matrimonio (questa volta sul campo) che ancora oggi dura.

Maita
Copyright: SSC Bari

In questi 3 anni Maita si è guadagnato sul campo tanti riconoscimenti, oltre all’appellativo di post Di Cesare quando il capitano smetterà col calcio giocato. Il centrocampista ha raggiunto il ristretto club dei calciatori ad aver indossato per oltre 100 volte (128 per la precisioni) la maglia biancorossa, ha vinto per la prima volta in carriera un campionato, ha dimostrato di poter giocare tranquillamente in Serie B, andando a un passo anche dalla massima serie. Tutto questo, va detto, da protagonista assoluto.

Il rapporto con Bari è fondato sull’amore e la gratitudine, visto che a Bari Maita è diventato calciatore di categoria superiore. Forse troppo tardi, ma come più volte Mattia ha ribadito «ognuno ha quello che si merita». Nell’ultimo periodo, purtroppo, qualcosa non è andata per il verso giusto. Inutile stare a rivangare i fantasmi della finale playoff con il Cagliari, ma in questa stagione il centrocampista di Messina è apparso lontano parente dal calciatore ammirato lo scorso anno.

«Non stavo benissimo fisicamente, ma ho stretto i denti. Ho avuto un piccolo fastidio all’adduttore» ha dichiarato nel post Ternana, ma anche dopo le due settimane di sosta col Pisa è stato tra i peggiori in campo. Ha lasciato traccia col Palermo, ma in negativo vista l’espulsione (ingenua) a inizio ripresa, che ha costretto i suoi a difendersi e finire in 9 uomini.

Maita Ternana-Bari
Copyright: SSC Bari

Il periodo, insomma, non è dei migliori. Conoscendo a fondo Maita e il suo perfezionismo, siamo sicuri che lo stesso numero 4 del Bari sia insoddisfatto di questa partenza. Acampora morde il freno in panchina, c’è anche Koutsoupias che smania dalla voglia di giocare: Mignani soluzioni quest’anno ne ha.

Maita, però, rappresenta quell’usato sicuro a cui difficilmente si può rinunciare. La gara col Catanzaro in definitiva capita a pennello: riprendersi Bari e il Bari, contro una squadra che ha segnato il passato e può dare nuova linfa per il futuro.

By Claudio Mele

Ho un assegno di ricerca in matematica, sono anche un insegnante di matematica e fisica. Nel tempo libero faccio il giornalista (con scarsi risultati)

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