Cambiano gli allenatori, ma non i problemi: perché il Bari segna così poco?

Tutti i problemi offensivi del Bari

C’è un filo rosso che lega il Bari enigmatico di inizio stagione a quello sfiduciato e arrendevole che oggi arranca a metà classifica. Un costante che ha condannato all’esonero prima Mignani e poi Marino, entrambi rei di non aver trovato soluzioni valide al problema. Parliamo, ovviamente, dell’ improduttività offensiva, l’incapacità di fare gol.

In 28 partite il Bari ha realizzato altrettanti gol, meglio solo di Ascoli, Lecco e Spezia. Oltre il 35% di queste reti sono state realizzate da Giuseppe Sibilli, i cui gol totali sono maggiori della somma di quelli realizzati da tutti gli altri attaccanti (9). Rispetto all’anno scorso c’è un maggior contributo dei difensori alla fase realizzativa (5 gol rispetto ai 4 del 22/23), ma il dato inquietante è quello relativo ai centrocampisti. 2 gol di Koutsoupias, 1 gol di Edjouma e 1 gol di Benali: sono solo 4 le marcature ottenute da un reparto che l’anno scorso ne ha fruttati ben 19.

Edjouma Bari
Copyright: SSC Bari

Rosa e contesto tattico

Ogni discorso sulle problematiche del Bari in fase offensiva va però preceduto da una valutazione sul lavoro fatto in estate e nel mercato invernale dalla dirigenza. Partiamo da un assunto innegabile: i gol che il Bari ha sacrificato sull’altare della sostenibilità (perché, al di là delle volontà dei singoli giocatori, di questo si parla) non sono stati rimpiazzati a dovere. Per motivi ascrivibili a sfortuna, vedasi gli infortuni occorsi a Diaw e Menez, ma anche a intuizioni sbagliate, vedasi Edjouma, Acampora e Aramu, il Bari si è ritrovato con un attacco spuntato e un centrocampo incapace di compensarne i limiti, ma al contrario di acuirli.

Dei calciatori oggi a disposizione di Beppe Iachini soltanto Puscas nel corso della sua carriera ha raggiunto la doppia cifra di gol, con il Reading in Championship nella stagione 19/20. Tutti gli altri, sia attaccanti che centrocampisti, non hanno mai dimostrato una particolare affinità con il gol. Un dato che certifica i limiti produttivi e finalizzati dei singoli è quello relativo agli xG per giocatore: secondo l’archivio di Fbref tra i primi 50 calciatori di questa speciale classifica solo uno veste la maglia del Bari, ed è il solito Sibilli al 21esimo posto.

A queste carenze individuali va a sommarsi un contesto tattico in continua mutazione e, ad oggi, ancora indefinito. Mignani si è scontrato con una rosa distante dalle sue idee, Marino ha pagato l’incapacità di penetrare nella mente dei calciatori, mentre Iachini ha l’improbo compito di iniettare fiducia in una squadra non in grado di ottenerla dai risultati e contemporaneamente di dare un’identità tattica ad una massa informe. Questo caos ci ha restituito una squadra impaurita, piatta, poco predisposta al rischio e incapace di recepire e applicare i diktat sbandierati dall’allenatore in conferenza stampa.

Puscas
Copyright: SSC Bari

Tutti i numeri del Bari

I numeri che certificano l’abulia offensiva del Bari sono tanti. Abbiamo già citato i gol realizzati, ma quello di npxG (Expected Goals che non contemplano i calci di rigore) prodotti è altrettanto negativo: 24,5, una dato che pone i biancorossi al 17esimo posto di questa graduatoria. Le metriche sui tiri sono invece indicative della scarsa precisione in zona gol dei biancorossi. Il Bari è 12esimo per tiri ogni 90′, ma ultimo nel rapporto tra tiri totali e tiri in porta: solo il 23,4% delle conclusioni effettuate terminano in porta.

Le difficoltà nel concludere l’azione sono figlie di uno sviluppo del gioco mai fluido e armonioso, ma sempre meccanico e prevedibile. Anche con Iachini i progressi tanto anelati non si sono ancora visti, anzi, nella gara contro lo Spezia si è notata una netta regressione rispetto alle precedenti uscite. Il Bari fatica a portare il pallone nella metà campo avversaria, e anche in questo i dati ci vengono in soccorso. Sempre secondo il modello di Fbref, il Bari è tredicesimo per passaggi progressivi ogni 90 minuti, ossia quei passaggi verticali la cui distanza tra esecutore e ricevente supera i 10 metri. Questo limite si spiega con le difficoltà degli attaccanti nel mettersi in luce ma anche con le caratteristiche dei centrocampisti, poco propensi a rischiare con il pallone tra i piedi. Difatti, i calciatori del Bari che effettuano più passaggi di questo tipo sono i terzini Dorval e Ricci, i più sollecitati in fase di costruzione.

Dorval
Copyright: SSC Bari

Spostandoci stabilmente nella metà campo avversaria i dati non cambiano: il Bari è fuori dalla top ten per passaggi nell’ultimo terzo di campo ogni 90 minuti, 12esimo per passaggi in area di rigore e addirittura al 15esimo posto per tocchi in area di rigore avversaria (appena 6,96 in 90 minuti). La via più semplice per entrare in area di rigore sono le conduzioni palla al piede: in questo aspetto specifico il Bari è settimo (3,75 ogni 90 minuti), un dato dopato dalla presenza di Giuseppe Sibilli, tra i migliori del campionato anche in questo fondamentale. Il numero 20, oberato di responsabilità offensive da inizio anno, è solito forzare conduzioni apparentemente velleitarie, riuscendo a trasformare ogni pertugio in un lasciapassare per l’area di rigore.

I numeri incorniciano quello che la partita fotografa: la fase offensiva del Bari si regge sulle iniziative individuali di un calciatore in stato di grazia, capace di emergere nonostante la mediocrità del contesto. Ovviamente da qui a fine stagione non basterà il solo Sibilli per raggiungere gli obbiettivi prefissati da Iachini e dalla società, ma neanche per restare a galla evitando guai peggiori. Quello che serve è un progetto tattico definito, che sappia assecondare le caratteristiche dei giocatori consentendo loro di riacquisire fiducia senza snaturarsi. Facile a dirsi, ma è l’unica via per salvare questa stagione dalla mediocrità.

By Giovanni Fasano

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