Bari-Spezia, l’analisi: i problemi in costruzione, gli accorgimenti di Iachini e la prova di Sibilli

L’analisi di Bari-Spezia

Un’altra prestazione opaca si aggiunge alla lista ormai interminabile di partite deludenti del Bari. Contro lo Spezia i biancorossi non sono andati oltre il pareggio, raggiunto grazie alla caparbietà di Sibilli, quasi commovente nel tentativo di caricarsi la squadra sulle spalle per trascinarla fuori dal pantano. Il fantasista ex Pisa con le sue fiammate sulla trequarti, ha cercato, spesso invano, di dare consistenza ad una manovra altrimenti lenta e prevedibile. Soprattutto in questo la differenza tra le due squadre in campo è stata sostanziale, nonostante gli ospiti fossero distanti 7 punti in classifica.

Lo Spezia ha dimostrato maggiore compattezza e unità d’intenti, caratteristiche imprescindibili per chi si appresta a vivere mesi in trincea nella speranza di salvarsi. Dopo mesi di ambizioni rilanciate e proclami disattesi, anche per il Bari è forse giunto il momento di calarsi in questa dimensione. La distanza dai playout è salita a 5 punti, ma la squadra di Iachini è pericolosamente scivolata al 13esimo posto in classifica con un calendario che, a partire dalla trasferta di Venezia, non sorriderà più.

Prima di proiettarci alla prossima, delicata, settimana ripercorriamo Bari-Spezia attraverso la nostra rubrica il Bari a Scacchi. I temi focali di questo incrocio sono stati la difficoltà nello sviluppare il gioco e i tentativi fatti da Iachini per ovviare alle molteplici difficoltà. Inoltre, è stata l’ennesima gara in cui Sibilli, nonostante il contesto avverso, ha dato prova del suo talento.

Iachini Bari
Copyright: SSC Bari

Tutte le difficoltà del Bari

L’approccio alla gara del Bari è stato negativo, sia da un punto di vista fisico che attitudinale. Lo Spezia è parso sin dai primi minuti più vispo e concentrato, anche se poco affilato negli ultimi 20 metri. Specchio dei primi, difficoltosi, minuti dei biancorossi sono stati i duelli persi dai difensori centrali contro i due attaccanti liguri, più reattivi degli avversari nel calamitare seconde palle e appesantire di cartellini gialli condizionanti sia Matino che Di Cesare. In generale, lo Spezia è sembrato più a suo agio nel 3-5-2 cucito da D’Angelo, a differenza di un Bari che faticava a risalire il campo senza rifugiarsi in soluzioni approssimative e poco fruttuose. Nello specifico, la costruzione dal basso del Bari, che impiegava i tre centrali e i due terzini, ha svuotato di riferimenti la metà campo avversaria limitando le linee di passaggio a disposizione dei portatori di palla.

Sollecitati dopo un possesso a ritmi bassi tra i centrali, i due terzini, puntualmente aggrediti dagli avversari, avevano nel lancio in verticale l’unica opzione percorribile. Le cose sono leggermente cambiate quando Iachini ha alzato la posizione di Dorval in costruzione, costringendo Elia ad abbassarsi, e ha allargato Morachioli sulla sinistra, liberandolo dalle strettoie della fascia centrale del campo ben occupata dai centrocampisti dello Spezia. Con questo accorgimento, la squadra è stata più fluida ed efficace nello sviluppo del gioco sulla sinistra, ma senza creare pericoli effettivi.

Nella ripresa Lulic ha dato maggiore controllo e razionalità nella gestione del pallone, rispetto ad un Edjouma molle e deconcentrato, ma senza garantire quel cambio di passo che manca terribilmente ad una squadra piatta nella zona centrale del campo. Dopo lo shock del gol subito la rete di Sibilli ha temporaneamente ridestato la squadra, ma l’effetto benefico si è dissolto dopo un paio di fiammate caotiche. L’ultimo quarto di gara ha detto poco, ma l’atteggiamento delle due squadre è stato significativo: lo Spezia si è compattato e ha gestito senza patemi il ritorno del Bari, mentre i biancorossi si sono via via sfilacciati, denunciando una condizione fisica precaria.

Morachioli baez
Copyright: SSC Bari

Sulle spalle di Giuseppe Sibilli

Nel clima da tregenda che imperversa sul Bari da mesi è emerso, ancora una volta, Giuseppe Sibilli. Mai messo nelle condizione di sfruttare le proprie caratteristiche, l’ex Pisa, come un rabdomante, è comunque riuscito a generare caos e pericoli. Per tutto l’arco del primo tempo ha pagato le grandi difficoltà della squadra nel produrre gioco, ma con l’allentarsi della morsa difensiva dello Spezia si è pian piano incuneato nelle pieghe del match.

Nel secondo tempo, come una versione terrena del mito di Sisifo, Sibilli si è ritrovato a trascinare il pallone a ridosso dell’area avversaria ogni volta che ne aveva il possesso, per poi essere respinto regolarmente dagli avversari ma anche dai compagni. Non si contano gli strappi con cui ha affettato le linee dello Spezia, senza però mai riuscire a trovare un appoggio pulito per far progredire l’azione. Il numero 20 resta garanzia di qualità e continuità, ma senza l’apporto dei compagni e di un’organizzazione in grado di sostenerne gli istinti sarà difficile anche per lui tenere in piedi una squadra ancora sprovvista di fondamenta.

Sibilli
Copyright: SSC Bari
By Giovanni Fasano

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