Arrivato a gennaio dal Pisa per rinforzare l’attacco del Bari, Nicholas Bonfanti non ha ancora rispettato le aspettative. Con un impatto inferiore alle attese, il centravanti ha trovato un solo gol contro il Frosinone ed un assist contro il Catanzaro, numeri che non bastano per chi – sentendo Magalini in conferenza stampa – doveva garantire una spinta offensiva maggiore nel girone di ritorno.

La stagione di Bonfanti
Bonfanti, soprannominato “Lo Squalo”, sembra aver perso lo smalto dei bei tempi. Con 558 minuti giocati in biancorosso e 708 in nerazzurro, il suo tempo in campo ammonta a 1.266 minuti su 3.060 disponibili, ma senza un impatto significativo. Con il Pisa aveva segnato 4 reti in 14 presenze, mentre a Bari ha trovato solo una marcatura e un assist: troppo poco per un attaccante chiamato a fare la differenza.
Al momento, il suo rendimento si è rivelato inferiore alle aspettative, con prestazioni spesso opache e poco incisive. Nelle ultime settimane l’attaccante è anche finito in panchina, con Longo che sta puntando su Lasagna e Falletti dal primo minuto. Se vuole lasciare il segno, Bonfanti deve ritrovare il giusto mordente e dimostrare di poter essere un fattore determinante nel finale di stagione.
Il Bari per inseguire l’obiettivo dichiarato dei playoff ha bisogno del miglior Bonfanti, quello aggressivo e incisivo che al suo arrivo sembrava potesse dare nuova linfa all’attacco biancorosso. Uno squalo tigre, che tanto farebbe comodo in questo momento, e non la copia sbiadita e innocua versione squalo gatto dell’ultimo periodo.
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