Raffaele Pucino sabato contro il Cesena ha raggiunto le 100 presenze in carriera a Bari (clicca qui per leggere la nostra analisi della gara). Un bel traguardo per il difensore casertano, che arrivò in Puglia da svincolato e in Serie C. Dopo aver centrato la promozione in B al primo anno e aver vissuto due campionati di Serie B da gregario, l’ex Salernitana e Ascoli quest’anno si sta rivelando uno dei migliori difensori della categoria, con un ruolo da titolare quasi inamovibile nell’undici titolare di Longo. Pucino ne ha parlato quest’oggi in conferenza stampa, a cui ha partecipato il nostro direttore Claudio Mele.

Le parole di Pucino
Che effetto fanno le 100 presenze?
«Sono fiero e orgoglioso di questo traguardo, soprattutto per averlo fatto qui a Bari, visto che non è da tutti. È qualcosa d’importante a cui tutti ambiscono quando fanno questo mestiere. Ho vissuto tante emozioni forti, sia positive che negative, come l’11 giugno. Ci tenevo a ringraziare tutti quelli che mi hanno permesso di raggiungere questo traguardo: chi mi ha aiutato giornalmente, chiunque lavori in società, compagni, allenatori, direttori. A volte le mie esternazioni sono sembrate arroganti o presuntuose, ma non fa parte di me. Lungi da me esserlo, da parte mia c’è sempre stato un grande amore verso questa piazza e i tifosi».
Longo ha detto scherzando che ti allunga la carriera. Cosa rispondi?
«Rispondo che per il momento la mia carriera finisce a giugno, quando mi scade il contratto (ride, ndr). Lo ringrazio perché sta nascendo un bel rapporto, ti tira fuori il 101%. Lui sta portando benefici e per questo lo ringrazio. Io non mi sono mai sentito indietro o inferiore nessuno, ho sempre voluto mostrare le mie qualità. Fa piacere quando l’allenatore lo riconosce, questo è un grande attestato di stima».
PB – Che sapore ha questo quarto di posto?
«Se non avessimo vinto quella partita contro la Ternana non so quale sarebbe stato il nostro stato d’animo. È stato un giorno importante, che potrebbe essere quello di una piccola rinascita. Da partite come quelle devi uscirne ancora più forte e consapevole, quel giorno abbiamo dimostrato una grande forza e consapevolezza. Ci ha portato ad avere le spalle molto più forti e permesso di uscire da un piccolo periodo iniziale del campionato che era negativo, anche se ho sempre detto che credevo fortemente in questa squadra e gruppo. Probabilmente le mie parole sono state interpretate troppo frettolosamente, ma mi fa piacere ora che la gente si accorga dei sacrifici giornalieri che facciamo che ci hanno permesso di arrivare a quarti. Adesso dobbiamo continuare così».
Il ricordo più bello di queste 100 presenze?
«Il mio esordio in Serie B l’ho fatto col Varese a Bari. Ho pensato che ho iniziato in questo modo e spero possa finire così la mia carriera. Non c’è un momento particolare più bello. La vittoria del campionato, ma anche la stagione dove abbiamo sfiorato la A. Anche l’anno scorso il 23 maggio è stato molto bello. Anche se può sembrare un obiettivo minimo, per me è stato importante come vincere un campionato».
Ha detto ai tifosi diamoci la mano. Che vuol dire?
«Se uno deve avere un rapporto importante deve essere sincero. Sono sempre stato convinto di quello che ho detto, mi dispiace che si sia alzato un polverone. Mi fa piacere che la gente ora inizia a capire e conoscerti, perché quel lato indisponente non fa parte di me, ma solo dell’autostima e della consapevolezza che ho verso i compagni e tutto il calcio Bari. Si è creato un gruppo importante, anche grazie a Di Cesare che ci ha insegnato che vuol dire indossare questa maglia».
State pensando al rinnovo?
«Non ne stiamo parlando, perché non è da me farlo. Le cose se devono arrivare arrivano, per me sarebbe una grande gioia continuare con questa maglia e città».
Tatticamente come ti trovi?
«Mi piace giocare in questo modo, essere coinvolgere in entrambe le fasi. Mi piace avere la palla, impostare, l’ho fatto a Salerno e ci sono riuscito. Penso che sia il ruolo che mi si addice di più».
PB – Come ha ritrovato Mantovani?
«Mantovani lo conoscevo da Salerno. Ero sicuro dell’apporto che avrebbe potuto dare, perché è un ragazzo che dà tutto ed un professionista. Un giocatore che lascia tutto in campo, che è concentrato dall’inizio alla fine della partita. Sono contento del campionato che sta facendo e di come sia cresciuto. Di Cesare è imparagonabile, ma il mio capitano è 100 passi avanti a lui».
Che gara ti aspetti a Pisa?
«Affrontiamo una squadra che sta facendo cose impressionanti, l’abbiamo iniziata a preparare senza ansia e paura. Quando porti addosso questa maglia non ti puoi permettere di avere timore degli avversari. Dobbiamo essere consapevoli dell’entusiasmo che si sta creando, sono felice che si sta stringendo nuovamente. Quando si crea il priscio diventa tutto più semplice per noi, mi fa piacere iniziare a vedere quell’entusiasmo perché sappiamo che i nostri tifosi sono il dodicesimo uomo in campo. Siamo consapevoli di voler fare un uomo ricordo».