La partita contro il Pisa rientra tra le più strane della storia recente del calcio a Bari. L’attenzione si è concentrata soprattutto sulla contestazione della tifoseria biancorossa che, intorno al ventiquattresimo minuto, ha abbandonato lo stadio San Nicola per protestare contro la proprietà all’esterno della Porta 1. Il match è così proseguito in uno scenario per certi versi surreale, per di più con una squadra avversaria che, soprattutto nella ripresa, ha dato l’impressione di limitarsi ad attendere il fischio finale per festeggiare la promozione in Serie A, senza metterci il massimo dell’impegno.
Inevitabilmente, dunque, nelle ore successive alla gara, le vicende legate agli scontri hanno monopolizzato la narrazione, soprattutto a causa delle vergognose immagini che immortalano un gruppo di pseudo-tifosi intenti ad aggredire altri sostenitori biancorossi sia dentro che fuori dallo stadio. Poi, però, c’è anche il campo: il dovere di cronaca impone di analizzare quanto accaduto sul terreno di gioco, dove gli uomini di Moreno Longo hanno raccolto tre punti pesanti, utili a scrollarsi di dosso le scorie di Cosenza e a rilanciare in classifica le ambizioni play-off.
Detto questo, risultato e prestazione vanno letti con la dovuta cautela. Il Bari ha mostrato cose interessanti soprattutto sotto il profilo dell’atteggiamento, con qualche novità tattica che ha permesso di sfruttare meglio gli spazi concessi dagli avversari. Proprio la leggerezza mentale con cui il Pisa ha affrontato la partita, però, impone di calibrare bene i giudizi: per capire dove finisce la complicità degli ospiti e dove iniziano i meriti dei pugliesi, nella nostra rubrica Il Bari a scacchi analizzeremo gli aspetti più rilevanti del match disputato al San Nicola.

L’analisi di Bari-Pisa
Il modulo scelto da Longo
Alla lettura delle formazioni ufficiali, è stato impossibile nascondere un pizzico di sorpresa per le scelte operate da Longo. Il tecnico ha infatti deciso di sparigliare un po’ le carte schierando i suoi con un modulo per certi versi inedito. Disporlo sulla carta non è semplicissimo: nei fatti, durante la fase di non possesso si può parlare di un 5-3-2, con Dorval che eseguiva i classici compiti della mezzala alzandosi sulla linea degli attaccanti per marcare i tre braccetti di difesa, mentre Maita e Benali si occupavano di schermare i due centrocampisti avversari. Quando poi i nerazzurri cercavano di ovviare impostando con due centrali e alzando Bonfanti sulla destra, era il Bonfanti biancorosso a coprirlo portando il modulo ad essere quasi un 5-4-1.
In questo modo la formazione biancorossa è riuscita a trarre due vantaggi: in primo luogo gli uomini di Moreno Longo sono stati in grado di chiudere bene gli spazi centrali. Ma questo schieramento ha permesso di coprire bene un’altra situazione. Il Pisa, infatti, non è una squadra che cerca di giocare molto palla a terra, ed è anzi la sesta formazione del campionato di B per numero di lanci lunghi, spesso verso l’esterno destro Touré. La costante presenza di un marcatore puro come Obaretin in quella zona di campo, però, ha permesso ai galletti di vincere quasi tutti i duelli e di concedere davvero poco nella prima frazione agli ospiti.
Se da un lato, dunque, è indubbio che il Pisa abbia approcciato probabilmente in modo un po’ più spensierato la gara, dall’altro va dato merito a Longo e il suo staff di aver letto molto bene il match dal punto di vista tattico e di aver neutralizzato ottimamente gli avversari.

Un Bari combattivo
Ci sono però almeno altri due spunti della gara di domenica che vanno evidenziati come meriti a favore della formazione biancorossa, che è riuscita ad essere molto più combattiva del solito, a vincere tanti duelli e recuperare spesso il pallone nella metà campo avversaria. Questo aspetto era stato uno di quelli in cui i biancorossi avevano palesato maggiori difficoltà nel corso del campionato e nel quale, invece, contro il Pisa, i pugliesi sono stati molto efficaci (quella del San Nicola è stata la quarta partita stagionale per numero di contrasti vinti).
Una volta recuperato il pallone, poi, il Bari è stato particolarmente efficace nel distendersi e sfruttare gli spazi che il Pisa lasciava. Come si vede nelle due immagini sottostanti, la formazione nerazzurra portava tanti uomini nella trequarti avversaria, spesso facendo densità nella zona dove arrivavano i lanci lunghi per Touré, lasciando scoperta la zona alle spalle dei centrocampisti.

Vista l’efficacia nel recupero della sfera mostrata contro il Pisa, più volte il Bari è riuscito a ripartire molto velocemente, spesso sfruttando la posizione già avanzata di Dorval che con la sua velocità è stato un pericolo costante per gli avversari. La presenza dei due esterni (in varie occasioni in fase di possesso i biancorossi hanno usato un vero e proprio 4-2-4) è stata perciò particolarmente efficace, e questo rappresenta la vera differenza con la solita fase di impostazione, che a tratti si è rivista anche domenica e che, in ogni caso, quando Obaretin è in forma e contribuisce alla manovra è sicuramente un po’ più fluida del solito.

Il secondo tempo
Nel secondo tempo il Bari ha gradualmente abbassato il baricentro fino a stanziarsi nella propria metà campo, cercando unicamente di limitare le iniziative del Pisa. Rispetto alla prima frazione i biancorossi hanno anche rinunciato a costruire da dietro, prediligendo la palla lunga verso Lasagna, costretto però ad una lotta impari contro i difensori del Pisa. Per irrobustire le linee, poco oltre l’ora di gioco Longo ha rilevato Benali, Oliveri e soprattutto Bonfanti per far spazio a Maggiore, Favasuli e Lella, trasformando il 5-4-1 che in fase di possesso diventata un 5-3-2 asimmetrico in un 5-4-1 puro, in entrambe le fasi.
Le difficoltà in palleggio sono state acuite dall’uscita di Benali, ma in compenso il centrocampo è riuscito a soffocare sul nascere i tentativi – ad onor del vero neanche troppo insistenti – del Pisa. Per provare a sparigliare le carte Inzaghi ha dato fondo a tutto il potenziale offensivo di cui disponeva, affiancando a Tramoni e Moreo prima Lind e poi anche Morutan e Arena. I toscani non sono però mai riusciti ad organizzare attacchi ben coordinati, finendo risucchiati nell’imbuto creato centralmente dal Bari o scontrandosi con i costanti raddoppi portati sulle fasce dagli uomini di Longo.
La prestazione difensiva dei biancorossi è stata sicuramente positiva, ma va sottolineato come il Pisa, confortato dal risultato dello Spezia, abbia fatto ben poco per invertire l’inerzia della partita.
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