Sta per iniziare una settimana che potrà dire molto sul futuro prossimo del Bari. La fine del campionato, il mancato raggiungimento dei playoff e soprattutto il vistoso calo delle ultime gare hanno lasciato una lunga serie di interrogativi in casa biancorossa e messo in discussione quantomeno parte del lavoro svolto da tutte le componenti, dirigenziali e tecniche. Saranno i colloqui fra le parti che si terranno nei prossimi giorni a capire quale sarà il destino non solo del tecnico Moreno Longo, ma anche del duo Magalini-Di Cesare.

La linea del Bari e il futuro di Longo
Difficile capire quali potranno essere gli orientamenti societari prima dei faccia a faccia attesi a breve, anche se indiscrezioni provenienti dai piani alti di via Torrebella parlano di almeno due posizioni differenti: una, appoggiata maggiormente da Luigi De Laurentiis, che vorrebbe puntare sulla continuità rispetto alla stagione in corso, l’altra (spinta soprattutto da papà Aurelio) sarebbe maggiormente propensa a un ribaltone. Tuttavia, prima di tutto questo e di ogni decisione, bisognerà parlarsi, capire ambizioni e determinazione e, soprattutto, mettere a fuoco cosa non ha funzionato, sia dal punto di vista tecnico che di comunicazione tra le varie componenti del club e fra parte tecnica e squadra.
L’impressione che si è avuta dall’esterno, del resto, è che non sempre le diverse anime siano andate in sintonia l’una con l’altra, come dimostrano le dichiarazioni di Longo, più prudenti rispetto agli obiettivi esplicitamente posti dalla società, insieme alla sensazione di una mancata protezione nei momenti chiave da parte dei piani alti. Anche fra l’allenatore e la squadra, probabilmente, non in tutti i casi ci si è capiti al massimo: nella disfatta di Cosenza, ad esempio, si vedevano chiaramente cortocircuiti comunicativi fra lui e Lasagna, che più volte ha provato a chiedere lumi sulla posizione in campo e sui compiti da ricoprire.
Per questo insieme di ragioni, se c’è qualcuno che ha più possibilità di salutare il capoluogo pugliese è proprio l’allenatore. Il vociare di nomi (quello di Vincenzo Vivarini da qualche mese è tornato a circolare nelle chat degli addetti ai lavori, ma non solo lui) è ripreso, ma su questo non è stata detta l’ultima parola. Prima di arrivare a conclusioni bisognerà aspettare qualche giorno e capire cosa verrà fuori dai confronti interni.

Le posizioni di Magalini e Di Cesare
Poi c’è il discorso relativo alle posizioni di Giuseppe Magalini e Valerio Di Cesare. Anche il direttore sportivo, nel corso delle ultime settimane, è finito al centro di cori non proprio di ammirazione da parte dei tifosi e di critiche per le dichiarazioni rilasciate dopo la gara contro il Südtirol, quando era sembrato voler minimizzare il peso della mancata qualificazione ai playoff. Dire che il dirigente sia certo della permanenza sarebbe sbagliato, ma se si volesse fare il gioco delle percentuali, sicuramente le sue sarebbero leggermente più alte rispetto a Longo. In ogni caso, su questo fronte, è essenziale fare in fretta, anche perché ci sono situazioni delicate (ad esempio le trattative per confermare alcuni profili come Radunovic, Oliveri e Mantovani) che vanno affrontate al più presto.
Restano sullo sfondo, al momento, abboccamenti di società come il Mantova, che però potrebbero diventare possibilità concrete qualora si decidesse per il cambio ai vertici. Una situazione, quest’ultima, che rischia di coinvolgere anche Valerio Di Cesare: senza una conferma di Magalini, è possibile che anche lui decida di andare a cercare fortuna altrove. Al momento oggi lo scenario più probabile è quello di una loro permanenza, con Longo che però potrebbe alla fine salutare.
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