È servito un rigore di Fumagalli a 3 minuti dal 90esimo al Cosenza per piegare la resistenza del Bari e fissare il punteggio sull’1-1. Il pareggio non può soddisfare i biancorossi, e difatti Moreno Longo in conferenza stampa ha esternato tutta la propria delusione (clicca qui per rileggere le sue parole). Tuttavia, per come è arrivato il risultato, può essere considerato un ulteriore passo in avanti rispetto alle prestazioni precedenti.
L’espulsione comminata a Lella ha radicalmente cambiato una contesa dura, per certi versi sporca, ma che fino a quel momento stava sorridendo all’undici di Longo. Con la superiorità numerica Alvini si è giocato tutte le proprie carte offensive cercando di creare una breccia nel muro eretto dal Bari. Tuttavia, dopo tanti attacchi a vuoto è stato un altro episodio – quello del rigore – a cambiare l’inerzia del match.
Di tutto ciò che è stato l’incrocio tra Bari e Cosenza parleremo ne il Bari a Scacchi, la rubrica di analisi che segue tutte le partite dei biancorossi. Oltre ad approfondire le mosse che hanno generato l’impasse visto nei primi 40/45 minuti, ci soffermeremo su alcune prove individuali, in particolare quelle di Lasagna ed Oliveri.
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L’analisi di Bari-Cosenza
Il piano gara delle due squadre
Come prevedibile, nel primo tempo il Cosenza ha lasciato il possesso al Bari senza contestarlo in alcun modo. La squadra di Alvini concedeva la circolazione palla ai tre difensori biancorossi lasciando il solo Mazzocchi a galleggiare tra i portatori di palla, mentre gli altri 9 giocatori di movimenti lavoravano nella propria metà campo la fine di ostruire le linee di passaggio ai biancorossi.
Il Bari, di contro, cercava di forzare il blocco del Cosenza attraverso alcuni movimenti ormai codificati. Nello specifico, la squadra di Longo ha concentrato il proprio palleggio sul versante destro del campo, dove Oliveri e Lella si scambiavano in continuazione la posizione per disorientare la difesa rossoblu. Fino a quando il Cosenza non è riuscito a prendere le misure ai due, questa collaborazione ha consentito al Bari di risalire il campo brillantemente, senza però trovare la giocata giusta in rifinitura.
Oliveri, spesso sollecitato nel primo tempo, sta dimostrando un’ottima propensione a venire dentro al campo, gestire il possesso e dialogare con i compagni. L’uno-due chiuso con Falletti in occasione del palo centrato da quest’ultimo è la dimostrazione di come abbia anche sensibilità tecnica e rapidità di pensiero necessarie per agire in zone di campo più trafficate. Nulla di sorprendente, visto il suo passato da trequartista (clicca qui per rileggere le sue parole). In generale, nel Bari sembra funzionare molto bene la catena che coinvolge lui, Lella – molto intelligente nei movimenti senza palla – e Pucino, che non disdegna sovrapposizioni profonde per compensare i tagli interni dei due compagni.
Con il passare dei minuti il palleggio del Bari ha perso efficacia, complice un primo tempo non particolarmente positivo di Cesar Falletti nella gestione del pallone. La pulizia tecnica e la rapidità d’esecuzione dell’uruguaiano sono fondamentali per velocizzare la manovra del Bari, e quando vengono meno l’intero impianto offensivo ne risente. Nel secondo tempo Falletti è salito di colpi e per 15 minuti, oltre a sacrificarsi facendo di fatto la mezzala, è stato utilissimo nel ripulire palloni su palloni. Il suo cambio naturale, cioè Sibilli, ha ricoperto le stesse mansioni palesando però una condizione fisica ancora precaria.
La prestazione di Lasagna
Nell’analisi di Bari-Cosenza una considerazione a parte la merita Kevin Lasagna, di ritorno dal primo minuto dopo i 90′ in panchina a Frosinone. Nel primo tempo è stata negativa anche la sua prova, che escluso un buon movimento pochi secondi dopo l’inizio del match si è visto pochissimo. Va detto che la partita, almeno per quello che è stato il canovaccio del primo tempo, non si prestava alle sue caratteristiche. Lasagna fatica contro squadre che non concedono la profondità e diventa impreciso quando è costretto a giocare tanti palloni spalle alla porte, dinamica che si è ripetuta più e più volte nei primi 45 minuti.
La musica è cambiata nella ripresa, quando l’espulsione di Lella ha costretto il Bari a rivedere il proprio piano gara. Con tanto campo da attaccare a disposizione, Lasagna ha sprigionato tutta la propria potenza in progressione producendosi in tre allunghi che con maggiore fortuna e precisione avrebbero potuto portare al gol del raddoppio.
Longo ha premiato la sua abnegazione tenendolo in campo per oltre 90 minuti, ma le gerarchie nel ruolo di prima punta restano fluide, e non è detto che la situazione cambi da qui a fine campionato.