Dopo averlo inseguito a lungo, proprio mentre sembrava indirizzato verso altre squadre, Ismail Achik è diventato un calciatore del Bari. Sul gong del mercato, si è riaccesa la trattativa tra Bari e Audace Cerignola per la compravendita del talentuoso attaccante marocchino, conclusasi con un conguaglio di 300 mila euro con ulteriori bonus in favore della compagine gialloblù. Andiamo alla scoperta del nuovo giocatore del Bari.
Achik, le prime esperienze in Calabria e l’approdo al Rende
Per Achik il calcio non è mai stato un piano B, non ha mai avuto un’alternativa. Nato a Casablanca, è arrivato a Cutro quando aveva pochi mesi assieme alla famiglia, raggiungendo il padre venditore ambulante (da anni nel Belpaese). I primi calci al pallone li dà nelle squadre della sua città: Asd Cutro e Polisportiva Cutro. A 17 anni la prima chiamata importante: il Rende, all’epoca in Serie C, lo arruola nel proprio settore giovanile. Nella stagione successiva Ismail si toglie le prime soddisfazioni: l’esordio tra i professionisti arriva nel 1° turno di Coppa Italia, contro la Viterbese, a 18 anni nemmeno compiuti; quello in Serie C a dicembre dello stesso anno.
Una mezz’ora contro il Matera utile ad assaggiare per la prima volta i campi della C, a cui segue il primo prestito al Castrovillari, nel girone I di Serie D. Nel semestre al Castrovillari, Achik incrocia per la prima volta il proprio cammino con quello del Bari, nel 27° turno del campionato poi vinto dal Bari, in una partita in cui Achik gioca una mezz’oretta. Un segno del destino, guardandolo in retrospettiva.
Achik: il fugace prestito al Roccella e il biennio d’oro in D
L’anno successivo al Rende non va altrettanto bene: qualche panchina a inizio stagione, poi il ritorno nella Juniores, fino a gennaio, quando arriva un altro prestito, questa volta a Roccella, sempre Calabria, sempre girone I di D. L’impatto è discreto: 7 presenze, di cui 6 da titolare, e il primo goal della carriera dei grandi, contro il Giugliano. A marzo, però, i campionati si interrompono per via del lockdown causa COVID. Cause di forza maggiore che interrompono il momento positivo di un giovane che si stava finalmente prendendo il meritato spazio nel calcio.
Non tutti i mali, però, vengono per nuocere. Nell’estate 2020 Achik incontra due uomini fondamentali per la sua crescita tecnica e umana, che riescono ad estrarre da lui le qualità fino ad allora rimaste nascoste: il direttore sportivo Elio Di Toro e il tecnico Michele Pazienza. Di Toro gli sta vicino, lo consiglia e lo indirizza; Pazienza gli dà tanta libertà di movimento, da seconda punta o trequartista nel suo 3-5-2 (o 3-4-1-2). L’esordio è di quelli da sogno: l’Audace va sotto 0-2 in casa con il Team Altamura: Achik lo trascina al pareggio con due assist da fermo.
I calci piazzati diventano presto una sua specialità: punizioni dirette verso la porta (a foglia morta) o con cross, angoli verso il centro dell’area ma anche tentativi di gol olimpico (cioè direttamente dalla bandierina), a cui va spesso vicino. La prima stagione è estremamente positiva: l’intesa con Malcore è perfetta, i due mettono in difficoltà tante difese del girone H con i loro movimenti incrociati e la loro sconfinata qualità tecnica. La prima stagione di D per Achik finisce con 6 gol e 11 assist: benché il Cerignola finisca 7° in classifica, una stagione più che positiva per lui.
Nella seconda stagione in Capitanata diminuiscono leggermente i numeri realizzativi (6 gol e 9 assist) ma aumenta l’influenza sul gioco della squadra, nonché la sua intesa con i compagni. L’Audace aumenta le bocche di fuoco, potendo contare sulla trequarti autentici fuoriclasse della Serie D come Loiodice, Strambelli e Palazzo, ma Ismail riesce a farsi spazio anche tra questi campioni del dilettantismo pugliese, come dimostrano i suoi numeri. Nel 4-2-3-1 della seconda stagione, Achik diventa un’ala destra pura: un calciatore paradossalmente peculiare per il calcio moderno, dove spadroneggiano le ali a piede invertito, ma straordinariamente efficace grazie alla sua qualità.
Achik è un prodigio nel dribbling, tocca benissimo la palla ed è agilissimo nei movimenti. L’arretramento di qualche metro, ancor più accentuato nella stagione successiva, gli permette di sviluppare doti di sacrificio e intelligenza tattica fondamentali per sopravvivere nel calcio di alti livelli, come giustamente fatto notare da Mignani nella conferenza stampa pre-Ternana. La seconda stagione a Cerignola culmina con la vittoria della Serie D, l’approdo tra i professionisti ed una nuova, preziosissima amicizia: quella con Mehdi Dorval, le cui strade si separeranno al termine della stagione, ma solo momentaneamente.
La prima stagione completa nei professionisti di Achik
La vittoria del campionato di Serie D significa per Achik il ritorno in quella Serie C solo sfiorata nel lontano 2018 e mai più rivista fino al 4 settembre 2022: 3-0 sul “Mannucci” di Pontedera contro il Monterosi. Impatto fortissimo, insomma.
I primi mesi in C sono difficili per Achik: deve riadattare il suo fisico e il suo stile di gioco ai ritmi del professionismo, ben più probanti di quelli della Serie D. Pazienza fatica ad inserirlo proficuamente nel suo 4-3-3 di inizio stagione, ma ragiona intensamente ad un modo in cui inserire il suo fuoriclasse nella struttura di gioco cerignolana senza perdere equilibrio. I primi segnali positivi arrivano ad ottobre, quando il numero 19 gialloblù segna il suo primo gol nei professionisti contro il Messina.
Nel frattempo, però, Pazienza lavora in gran segreto alla rivoluzione copernicana del suo Cerignola: un 3-5-2 fluido e imprevedibile in cui Achik e Capomaggio sono gli aghi della bilancia. Il primo, in particolare, parte quinto di centrocampo ma ha libertà di movimento assoluta: svaria in avanti, viene a prendere palla indietro, si associa col socio di catena Tascone, corre e inventa. L’unica cosa che Pazienza gli chiede è un contributo in fase di non possesso, che puntuale arriva.
La prima uscita di questo modulo è il derby dello “Zaccheria” contro il Foggia. Il Cerignola soffre per un tempo abbondante, non riesce a trovare le misure; ma, appena comincia a capire come colpire, straripa e rimonta 2-3. La ciliegina sulla torta è il geniale assist di Achik a Neglia per il gol del sorpasso, da vedere e rivedere.
Pazienza ha scoperchiato il vaso di Pandora: il suo gioiellino comincia ad inventare, rifinire, colpire in ogni modo. Le partite simbolo dell’Achik-mania sono il 4-2 contro la Juve Stabia, in cui firma un gol d’autore e due assist altrettanto deliziosi, e la doppietta con cui stende l’Avellino. Achik c’è sempre, incide in ogni modo, segna di rincorsa ed è protagonista in ogni grande vittoria dell’Audace: detto dell’Avellino, fa l’assist per la capocciata di Capomaggio contro il Pescara (da punizione, ovviamente), punisce il Foggia anche al ritorno, fa impazzire il “Monterisi” con un gol su punizione diretta al Latina a tempo quasi scaduto.
Achik è cresciuto, e si vede subito anche nei play-off: segna alla Juve Stabia, entra bene contro il Monopoli, ma Pazienza non lo schiera titolare, si dice per una condizione fisica non perfetta. Segna su rigore nell’andata degli ottavi contro il Foggia, dove parte per la prima volta titolare; al ritorno si vede solo nell’ultima mezz’ora. Il Cerignola naufraga nella notte di Kontek: lui ha poche colpe. Sarà quella dello “Zaccheria” l’ultima apparizione ufficiale di Achik con la maglia del Cerignola.
Che Achik arriva a Bari e come potrà usarlo Mignani
Dopo un tira e molla durato un mese, accantonato a lungo e ripreso sui titoli di coda del mercato 2023, Achik è diventato un calciatore del Bari. Partiamo da un presupposto: Achik ha effettuato tutta la preparazione con il Cerignola, quindi è fisicamente pronto. Ovviamente lo svezzamento dal punto di vista tattico e comportamentale sarà responsabilità di Mignani, che dovrà abituarlo ai colpi e ai ritmi della Serie B. Dal punto di vista tattico, il tecnico genovese potrà utilizzare il calciatore marocchino in vari ruoli: da trequartista del suo amato rombo, così come da ala di un 4-3-3 o esterno di un 4-4-2.
Achik porta a Bari un bagaglio di qualità importanti, che potranno essere messe in luce in modi diversi ma tutti intriganti. Ismail lotta per un doppio obiettivo: fare le fortune del Bari e attrarre le sirene del commissario tecnico del Marocco Walid Regragui. «Durante il Mondiale ho festeggiato in piazza con la mia famiglia: spero che il Marocco mi chiami presto» ha detto in un’intervista alla Gazzetta dello Sport. Regragui ha già dimostrato con Cheddira di avere un occhio di riguardo per i colori biancorossi: la speranza è che Achik replichi il suo exploit, questa volta con un finale della storia diverso.