Aramu, dove eravamo rimasti? Cosa può dare con Iachini

Il reintegro di Mattia Aramu

La settimana successiva alla batosta casalinga contro la Sampdoria si è aperta con una pessima notizia per il Bari: Yayah Kallon, nei finale del match contro i doriani, ha rimediato una lesione al legamento collaterale del ginocchio destro. I tempi di recupero si aggirano attorno ai 45 giorni, abbastanza per ritenere la sua stagione quasi terminata. Il suo infortunio, abbinato alle difficoltà di Diaw nel rientrare a pieno regime, alle due giornate di squalifica comminate a Marco Nasti dal giudice sportivo e ai continui fastidi al ginocchio che tormentano Menez, hanno convinto il Bari a reintegrare Mattia Aramu, proprio in sostituzione del fantasista francese.

La decisione, legittima date le gravi difficoltà numeriche alle quali sarebbe andato incontro Iachini, evidenzia ancora una volta come quest’anno sia funzionato poco in casa Bari, sia da un punto di vista tecnico che gestionale. L’impressione è che determinate situazioni – l’infortunio di Menez e soprattutto quello di Diaw – non siano state gestite con lucidità e lungimiranza dalla dirigenza, causando continue difficoltà allo staff tecnico nella scelta degli uomini (principalmente offensivi) da schierare.

Torna dunque a disposizione Mattia Aramu, quasi 3 mesi dopo quell’ultimo giorno di mercato in cui rifiutò qualsiasi destinazione nonostante l’alternativa fosse l’esclusione dalla lista. La sua ultima apparizione in biancorosso risale al 23 dicembre, quando nel soporifero 0-0 contro il Cosenza sostituì Ismail Achik al 75’, non lasciando traccia del suo ingresso.

Sin dalle prime apparizioni, il Mattia Aramu che aveva incantato nel triennio a Venezia era parso scarico e demotivato, oltre che fisicamente appesantito. All’inizio gli era stata concessa l’attenuante di una preparazione fatta a marce più basse, data la marginalità nel progetto Genoa, ma con il ripetersi di prestazioni ampiamente insufficienti anche la pazienza della piazza aveva iniziato a vacillare.

Menez Allenamento
Copyright: SSC Bari

Le difficoltà di Mattia Aramu

Prima, con Mignani e poi soprattutto con Marino, Aramu ha pagato uno schieramento tattico diverso dai sistemi in cui aveva ben figurato. L’ex Genoa è un calciatore peculiare, un fantasista vecchio stile, con caratteristiche non in linea con lo sviluppo del calcio e quindi di difficile collocazione in sistemi che richiedono atletismo e mobilità, anche nelle categorie inferiori. Il raffronto con un calciatore con doti tecniche e balistiche simili come Sibilli è impietoso: mentre Aramu si muove poco, chiede il pallone sulla figura ed è poco propenso a sacrificarsi in fase di non possesso, Sibilli è dinamico, copre tanto campo e sa disimpegnarsi in più fasi di gioco.

Durante la gestione Marino, quando entrambi sono stati provati nel ruolo di esterni d’attacco puri con il compito di ricevere larghi per poi accentrarsi, Sibilli si è ben distinto nonostante non fosse nel suo ruolo prediletto, mentre Aramu si è eclissato, finendo sin da subito ai margini delle rotazioni. La scelta del tecnico marsalese di confinarlo al ruolo di ultima risorsa offensiva sembrava foriera di un’immediata cessione nel mercato invernale, ma i tempi si sono dilatati e sul gong Aramu ha preferito declinare offerte a suo dire poco allettanti. L’esperienza di Aramu a Bari sembrava dunque ai titoli di coda, con 13 presenze e nessun contributo al gol alle spalle, tranne per un assist a Parma, e 6 mesi da vivere ai margini della squadra prima di far ritorno mestamente a Genova.

Aramu
Copyright: SSC Bari

Aramu nel Bari di Iachini

Negli ultimi giorni, però, la situazione si è ribaltata. Per lui si è profilata un’ultima possibilità per rilanciarsi e, soprattutto, per provare a lasciare il segno in un momento di profonda difficoltà per il Bari. Nel 3-5-2 di Iachini, almeno per le prossime due gare, sarà la prima alternativa alla coppia Morachioli-Puscas, a meno che il tecnico marchigiano non decida di inserire un centrocampista in più avanzando Sibilli in attacco per poi tenersi l’ex Renate come variabile a partita in corso.

In carriera Aramu ha ricoperto più volte il ruolo di seconda punta, che si sposa bene con le sue caratteristiche. Per fargli ritrovare fiducia e confidenza sarebbe necessario creargli attorno un ecosistema che lo metta nelle condizioni di giocare a ridosso dell’area di rigore, con possibilità di guardare la porta e sfruttare la qualità del suo mancino. A sorpresa Aramu è parso anche fisicamente competitivo, benché si fosse allenato in questi mesi da solo con un fisioterapista messo a disposizione dal Bari. Chiaramente manca il ritmo partita, ma almeno da Modena è auspicabile aspettarsi almeno uno spezzone di gara di qualità.

Bellomo Aramu Allenamento
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By Giovanni Fasano

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