Venezia-Bari, l’analisi: l’avvio sconcertante, la reazione e la prova di Ricci

L’analisi di Venezia-Bari

Al Penzo di Venezia si consuma l’ennesima delusione stagionale del Bari, che crolla sotto i colpi della squadra di Paolo Vanoli. Il match ha avuto uno sviluppo particolare, e per buona parte del secondo tempo si è avuta l’impressione che il Bari potesse completare la rimonta iniziata dal gol di Puscas, ma la rete nel finale di Pohjanpalo ha legittimato la vittoria dei lagunari. La sfida è stata indirizzata dall’avvio bruciante dei padroni di casa, facilitato da un approccio sconcertante del Bari. I gol di Gytkjaer e Altare, realizzati con irrisoria facilità sugli sviluppi di calcio d’angolo, sembravano predire un epilogo nefasto per i biancorossi, ma Di Cesare e soci hanno quanto meno ritrovato la forza per battagliare e pareggiare l’intensità degli avversari, riuscendo a creare qualche grattacapo ad una compagine dimostratasi decisamente superiore.

Il terzo ko nelle ultime quattro partite riduce ulteriormente il margine di vantaggio sulla zona playout, ora sceso a soli 4 punti. Per il Bari la prossima gara in casa contro la Sampdoria assume una valenza capitale, così come la successiva trasferta di Modena. Venezia-Bari è storia, ma con la nostra rubrica Il Bari a Scacchi cerchiamo di analizzare ciò che è avvenuto al Penzo evidenziando i temi più significativi della partita. L’approccio alla gara delle due squadre è stato diametralmente opposto, ma a Iachini è bastato qualche accorgimento per rimettere in moto la sua squadra: perché il Bari non riesce ad essere mai costante per 90 minuti? Inoltre, approfondiremo l’ottima prova di Giacomo Ricci, per distacco il miglior biancorosso in campo.

Iachini Pedone
Copyright: ACF Fiorentina

Il caos del primo quarto d’ora

L’inizio della partita ha presentato alle due squadre l’incognita del campo appesantito dalla pioggia incessante, a cui il Venezia si è adattato decisamente meglio del Bari. Favorito da un centrocampo iper muscolare e abituato a sovrastare gli avversari facendo leva sulla propria potenza, l’undici di Vanoli si è impossessato del pallino del gioco affettando le linee biancorossi grazie alle progressioni dei vari Tessmann, Busio e Candela. Soprattutto sulla sinistra, dove sin dai primi minuti Sibilli ha faticato a ripiegare puntualmente, il Venezia ha trovato terreno fertile per tessere le proprie trame di gioco. Il Bari è invece rimasto al guado tra la volontà di aggredire gli avversari sin dalla prima costruzione e l’incapacità di farlo in modo organico e compatto. Dopo 10 minuti i biancorossi avevano già subito diverse transizioni che solitamente si vedono sul calare del match quando le squadre, consumate dalla fatica, si sfilacciano.

Oltre a non riuscire a contenere le sgroppate di esterni e centrocampisti, la difesa e il centrocampo biancorosso faticavano ad assorbire i movimenti di Pohjanpalo e Gytkjaer, sempre abili nello spartirsi i compiti e alternare ricezioni sulla trequarti e attacchi alla profondità. In questo si è notato come a Iachini serva ancora tempo per oliare i meccanismi difensivi. La superficialità della retroguardia biancorossa si è fatta inquietante in occasione dei due gol dei padroni di casa. Due reti quasi identiche nello sviluppo, con Svoboda libero di svettare e servire prima Gytkjaer e poi Altare, entrambi reattivi nell’emergere dal nugolo di statuine biancorosse.

Venezia Gytkjaer
Copyright: Venezia FC

La reazione del Bari

Fortunatamente l’impeto dei padroni di casa si è via via attenuato, consentendo al Bari di entrare in partita. Iachini ha parlato di qualche accorgimento che ha ridestato la squadra, ma più che una sensibile mutazione tattica è stato l’atteggiamento a cambiare. Il calo di tensione del Venezia ha sicuramente favorito il ritorno dei biancorossi, ma dal 30esimo in poi la squadra è riuscita a piantare le tende nella metà campo avversaria producendo diverse potenziali occasioni tra cui quella del gol sull’asse Ricci-Puscas.

Nel secondo tempo il Bari ha confermato le buone indicazioni lasciate dal finale della prima frazione. L’aggressività richiesta da Iachini è stata assecondata, tanto che da un paio di recuperi alti il Bari ha creato i presupposti per riportare in equilibrio il match. Come avvenuto nella trasferta di Catanzaro, a mancare è stata la precisione in fase di finalizzazione, che ancora una volta condanna il Bari ad una sconfitta meritata, ma che lascia qualche rammarico. Negli ultimi minuti Iachini ha provato a mischiare le carte puntando su un attacco più mobile e leggero composto da Kallon, Achik e Morachioli, ma stretti tra le maglie sempre più ermetiche dei padroni di casa i due esterni brevilinei non hanno avuto modo di rendersi pericolosi.

Morachioli Iachini Bari
Copyright: SSC Bari

L’ottima prova di Ricci

Spesso, e per ovvi motivi, il nostro focus individuale verte sul sempre performante Giuseppe Sibilli, ma c’è un altro calciatore del Bari che per rendimento complessivo sta disputando una buona stagione. Parliamo di Giacomo Ricci, che con l’ex Pisa condivide la zona di campo e il lato forte dell’attacco biancorosso.

Pur garantendo sempre un apporto atletico di alto livello, Ricci è spesso incappato in prestazioni negative da un punto di vista tecnico, ma la partita di ieri è andata diversamente. Oltre al delizioso assist per Puscas, preceduto da una bella percussione centrale, l’esterno biancorosso ha garantito un’uscita palla sempre pulita, associandosi bene sia con Sibilli che con la punta che si abbassava per sovraccaricare il lato palla. Per comprendere quanto lo sviluppo della manovra penda più a sinistra che a destra basta leggere alcuni dati piuttosto esemplificativi: rispetto al pari ruolo Dorval, Ricci ha toccato 21 palloni in più (63 a 42), ha tentato più dribbling (4 a 1) e ha effettuato più cross (5 a 2). A onor del vero va precisato che Ricci è stato in campo 19 minuti in più rispetto a Dorval, ma va anche sottolineato che dall’ingresso di Achik (proprio al posto dell’algerino) e Maita il Bari ha cercato di riequilibrare le zone di attacco sollecitando i nuovi innesti.

Tra le diverse mosse controverse di Iachini quella di rilevare Ricci per Guiebre è forse la più discutibile. In questo momento, per condizione fisica e conoscenza del sistema, tra i due giocatori c’è un abisso di cui va tenuto conto quando si operano determinate scelte in momenti delicati del match. Altrettanto oscura la scelta di sostituire a meno di dieci minuti dalla fine Puscas con Kallon, togliendo di fatto l’unico riferimento offensivo di ruolo. Il tecnico l’ha giustificata con stanchezza del centravanti rumeno, ma resta qualche dubbio.

Allenamento Ricci Bari
Copyright: SSC Bari

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By Giovanni Fasano

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