Salvatore Sibilli (padre di Peppe) a PianetaBari: “Il gol un’emozione inspiegabile, c’è tutto il suo repertorio. Mio figlio un trascinatore, sogna la A col Bari”

L'intervista a Salvatore Sibilli, padre di Peppe

Sono i giorni di Peppe Sibilli. La freccia partenopea, votata dai nostri utenti MVP della dodicesima giornata di campionato, è reduce dal terzo gol in campionato: una saetta poderosa che si è spenta in fondo al sacco dopo una cavalcata inesorabile di 60 metri palla al piede. Un gol che ha fatto vibrare i tanti tifosi del Bari e innescato il boato del San Nicola, ma anche palpitare il cuore di papà Salvatore, come ci racconta ai nostri microfoni.

Bari esultanza
Copyright: SSC Bari

L’intervista a Salvatore Sibilli

Salvatore Sibilli, quante emozioni ha provato sabato pomeriggio?
“Eh, quel gol l’ho rivisto parecchie volte. Peppe l’ha fatto bello, ma in realtà ha sempre fatto gol belli, anche a Pisa. Quando segna però mi sembra sempre come se fosse il primo. Io ho giocato a calcio e per un attaccante segnare è la gioia più bella che si possa provare. Però provandolo sulla pelle di mio figlio diventa un’emozione inspiegabile. Non ho parole, non so spiegare l’emozione che si prova quando lo vedi giocare e fa un gol così. Davvero non si possono spiegare le emozioni che si provano quando segna un figlio”.

Suo figlio Peppe ha fatto davvero un bel gol.
“Possiamo dire che in quella rete c’è tutto il repertorio di un attaccante completo. Secondo me un attaccante deve avere sia caratteristiche tecniche che velocità, oltre che un tiro potente. In quel gol di sabato si raccoglie tutto, perché è partito da 60 metri palla al piede. Poi arrivi là, ne salti uno, ne salti due, ne salti tre e hai anche la forza, la lucidità di tirare un tiro così forte dopo aver fatto 60-70 metri palla a piede. È un gol che rispecchia il suo modo di giocare a calcio. Io ne ho visti fare tanti a lui e con questo tipo di gol così Peppe rispecchia l’attaccante ideale”.

Se lo aspettava un Sibilli trascinatore?
“Me lo aspettavo perché Peppe sin da piccolino ha sempre avuto questa dote di trascinatore. Specialmente quando hai delle caratteristiche del genere. Io ho avuto anche la fortuna di giocarci insieme e lui è uno che ti trascina, ti dà quella grinta in più e ti trascina dietro. Peppe è un leader che è maturato tantissimo e con quelle caratteristiche che ha, alla squadra dà energia, voglia di vincere, di lottare. Lui è un lottatore, nel DNA non vuole perdere, vuole vincere sempre. Se fai una partita anche tra amici vuole vincere sempre. È una dote che ce l’ha nel sangue”.

Sibilli esultanza
Copyright: SSC Bari

Oggi Sibilli ha dichiarato di sentirsi in un momento di grande felicità. Suo padre come lo vede?
“Sì, lui è felicissimo, soprattutto di stare a Bari. Perché lui a Bari si sente a casa, fin dal primo giorno che è arrivato. Poi è in un momento che sta facendo bene. Avverte quella fiducia in più che a Pisa non si è sentito. Quindi stanno uscendo le vere qualità di Peppe.  Anche a Pisa ha fatto bene, ma lì segnava e la domenica successiva andava in panchina. Entrava magari facendo un gol del genere, portava a casa una vittoria però la domenica successiva andava in panchina. A Bari sta trovando la fiducia della società e della squadra, il calore dei tifosi. E alla fine escono fuori tutte quelle qualità che hai dentro”.

Con il cambio di guida tecnica si è visto forse un giocatore più decisivo. A suo avviso che cosa è scattato?
“Io posso parlare da come la vedo fuori. Ieri siamo stati insieme a pranzo, abbiamo parlato ma non di calcio. Secondo me lui sta facendo bene, ma anche con Mignani aveva fatto bene. Marino gli sta dando fiducia e lui la sta ripagando alla grande. Però il fatto della posizione nuova non lo vedo come un vantaggio. Peppe è un generoso, è uno che vuole vincere, uno che lotta sempre. Anche io giocavo nello stesso ruolo di Peppe. L’attaccante vive per il gol. Quindi quando l’attaccante segna sta sempre bene, il gol ti fa allenare bene, ti tiene alto il morale”.

Sibilli
Copyright: SSC Bari

Quando giocava con suo figlio aveva capito che avrebbe avuto una carriera ad alti livelli?
“Era Eccellenza, circa 9-10 anni fa. Io in quel campionato ho fatto il play davanti alla difesa, mentre lui aveva 16-17 anni e giocava in attacco. Ha sempre avuto queste doti tecniche, si vedeva che aveva qualcosa in più rispetto a qualche altro giocatore. Era però piccolino, non aveva ancora forza nelle gambe non avendo ancora avuto lo sviluppo. Non immaginavo in quel momento che potesse arrivare a questi livelli, ma dopo la crescita ne ero convinto. Per me è un giocatore completo, credo che gli stia stretta anche questa categoria”.

Ma Sibilli la sogna la Serie A col Bari?
“Tantissimo. Di questo ne parla spesso, anche con me. Mi dice «Pa, speriamo di riuscire a vincere questo campionato. Se non direttamente almeno tramite i playoff». Peppe lo sogna eccome”.

E la doppia cifra è possibile?
“Ne ho sempre parlato con Peppe. Per me deve tirare di più in porta, perché ha tiro e forza. Prima pensava più agli assist che al gol, ma per un attaccante sono importanti i gol. Come ho detto prima segnare ti fa vivere sereno e felice. Avendo queste qualità deve tirare molto più spesso, perché sa calciare indifferentemente sia col destro che col mancino”.

 

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By Claudio Mele

Ho un assegno di ricerca in matematica, sono anche un insegnante di matematica e fisica. Nel tempo libero faccio il giornalista (con scarsi risultati)

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