26 giorni senza comunicazioni. Longo l’ultimo dei traditi, lo meritava?

L'editoriale

Come ogni anno, come se fosse una tassa da pagare, il Bari si è chiuso a riccio in un silenzio tanto assordante quanto stucchevole. Cellulari spenti, zero comunicazioni, anche ai propri dipendenti. Moreno Longo, infatti, non riceve notizie dall’area tecnica e dal presidente De Laurentiis da quel 13 maggio, quando si ripresentò dopo un altrettanto lungo, strano e censurabile silenzio al termine di Südtirol-Bari, una delle gare più inutili della storia recente pugliese. Fonte certa.

Al di là delle opinabili decisioni di farlo fuori e ripartire da un nuovo tecnico, cosa che era già ben chiara da prima che finisse la stagione, visto che la narrazione delle ultime partite lo ha portato al patibolo col cartello intorno al collo di capro espiatorio dell’annata calcistica appena passata, Longo meritava davvero questo trattamento?

Longo pagelle Bari
Copyright: SSC Bari

Il silenzio tombale su Longo

Chi scrive, sia chiaro, più volte si è esposto in stagione, mettendoci la faccia anche quando il Bari era in zona playoff, parlando di diverse scelte dell’allenatore poco convincenti e che sarebbero potuto costare la post season, come del resto è avvenuto. La gestione dei trequartisti nefasta per tutto l’anno, l’incapacità cronica di cambiare le sorti delle partite nella ripresa, con i galletti che invece si scioglievano come neve al sole, sono solo alcuni degli elementi che facevano presagire come probabilmente a fine anno sarebbe servito cambiare qualcosa, visto che l’obiettivo dei playoff era ampiamente alla portata.

Se la proprietà e il duo Magalini-Di Cesare hanno rivendicato spesso la bontà di un gruppo che, ai loro occhi, soprattutto dopo il mercato di gennaio, aveva tutte le carte in regola per giocarsi i playoff da protagonista, Longo ha spesso tenuto più bassa l’asticella delle aspettative, a volte (in particolare nella prima parte dell’anno) parlando esplicitamente di salvezza come obiettivo primario da raggiungere. Chiaro che tutto questo ha probabilmente logorato i rapporti, portando alla decisione dei due direttori di cambiare, malgrado l’iniziale volontà di De Laurentiis fosse quella di ripartire tutti insieme.

Tutte considerazioni che possono anche portare a dedurre come Longo meritasse l’esonero, tuttavia 26 giorni di silenzio tombale non li avrebbe sicuramente meritati. Questo perché quel leone che nella conferenza stampa di inizio stagione chiedeva l’80% della rosa in ritiro evidentemente è stato tradito dalla proprietà. Non l’unica volta durante l’anno, visto che una volta si lasciò sfuggire che dei tanti calciatori chiesti quest’estate non era arrivato neanche uno.

Longo Bari
Copyright: Domenico Bari / IPA Sport / IPA

Non la prima volta…

Ma così come è stato tradito Longo, fu tradito Ciro Polito, quando dopo quella arcinota conferenza in cui davanti a tutta Bari dichiarava di voler alzare l’asticella alla guida di un carrarmarto, si trovò con le ruote forate e l’imposizione da Napoli di farsi da parte per la questione Cheddira e Caprile. Per non parlare di tutti i bocconi amari ingoiati da Mignani nel corso degli anni o da quel Vivarini che si permise di chiedere di rafforzare la rosa con 2-3 tasselli e gli fu risposto di fare le valigie.

Ecco, tanti uomini diversi che sono accomunati da una mancanza di tatto da parte della proprietà che sembra fregarsene dei rapporti umani e dei valori. Potremmo citare l’addio silenzioso di Antenucci, il secondo miglior marcatore della storia del Bari messo alla porta ingenerosamente. E così anche Longo si aggiungerà alla lista di chi ha abdicato venendo calpestato nell’orgoglio.

By Claudio Mele

Ho un assegno di ricerca in matematica, sono anche un insegnante di matematica e fisica. Nel tempo libero faccio il giornalista (con scarsi risultati)

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