Dopo l’ultima delle tre soste per le Nazionali di questa prima metà di stagione, i galletti si apprestano a tornare in campo per dare continuità al bel successo di Salerno. Sulla strada della squadra del Bari ci sarà il Cittadella, reduce da un avvio di stagione tribolato segnato dal sorprendente cambio in panchina. Sorprendente non per i risultati ottenuti da Gorini, che difatti erano tutt’altro che soddisfacenti, ma per la politica societaria storicamente poco avvezza ai ribaltoni tecnici.
Il posto di Gorini lo ha preso Alessandro Dal Canto, che nelle sue 5 partite alla guida dei veneti ha conquistato 5 punti, di cui 3 al Barbera di Palermo in modo abbastanza episodico. Per giudicare l’operato di Dal Canto ci vorrà tempo, ma queste prime gare ci hanno fornito diverse indicazioni sulle sue idee ed anche sul suo modo di approcciarsi alle problematiche della squadra.
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Le caratteristiche del Cittadella
Arrivato sulla panchina del Cittadella, Dal Canto ha provato a proporre il 4-3-1-2 che aveva reso celebre i veneti sotto la guida di Venturato. Gli esisti sono stati, però, nefasti. Dopo una prova incolore contro il Cosenza in casa, il Cittadella è crollato sotto i colpi della Carrese. Un 3-0 maturato nei primi 37 minuti che ha evidenziato tutti i limiti in transizione negativa della squadra, a cui vanno aggiunti le ormai croniche difficoltà nel produrre occasioni da gol.
Per tamponare l’emorragia, l’ex tecnico del Pescara ha tirato i remi in barca riorganizzando la squadra in un 5-3-2 più coperto. Gli effetti sono stati positivi da un punto di vista dei risultati (4 punti in 3 con un calendario tutt’altro che abbordabile), ma le prestazioni ci hanno detto altro. Escluso il 6-1 contro il Sassuolo, le ultime due gare del Cittadella, quelle contro Palermo e Cesena, sono state le peggiori in quanto a xG concessi agli avversari. Anche offensivamente progressi non se ne vedono: 1,5 xG accumulati nelle ultime 3 gare e un solo gol al fatto (quello di Pandolfi al Barbera al 90’).
I limiti offensivi del Cittadella sono visibili anche ad occhio nudo. Dall’attacco sono arrivati appena 3 gol e nessuno degli attaccanti utilizzati dai tecnici che si sono alternati in panchina hanno dato garanzie. In più, al Cittadella mancano elementi in grado di collegare il centrocampo e l’attacco, come faceva benissimo Antonucci un paio di anni fa. In questo Cittadella ci sono diversi centrocampisti dinamici, di passo e quantità (come Branca e Vita), ma c’è un evidente squilibrio quantitativo tra profili di questo tipo e giocatori più offensivi.
Tra le delusioni di questo primo scorcio di stagione c’è sicuramente Claudio Cassano, il fantasista pugliese che l’anno scorso al San Nicola disputò un’ottima prestazione che fece ben sperare sulla sua successiva evoluzione. Quest’anno la crescita del ragazzo originario di Barletta pare essersi arrestata, ma non è peregrina l’ipotesi che Dal Canto provi a rilanciarlo.
Difensivamente i dati del Cittadella sono eloquenti: peggior squadra per xG concessi e peggior squadra per tiri in porta subiti. Il passaggio a 3 non ha risolto le problematiche della squadra prima di Gorini e poi di Dal Canto, come i dati prima citati dimostrano. Il rendimento individuali dei centrali è calato drasticamente e di conseguenza collettivamente la squadra non riesce a difendere con efficacia in nessuna fase di gioco. Il Bari dovrà sfruttare tutti questi numeri deficitari del Cittadella per tornare immediatamente al successo.
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