Che Bari sarà? Le nostre prime impressioni dal ritiro di Roccaraso

Il diario da Roccaraso

Non è mai semplice pesare il valore di ciò che avviene in ritiro. Il caldo asfissiante, le gambe imballate, il calciomercato che assorbe energie: tutti fattori che alterano le indicazioni fornite da allenamenti e prime amichevoli. Il mese di luglio, nel mondo del calcio, è quello dei ‘ma’ e dei ‘però’, con leggere variazioni sul tema non semplici da cogliere. Per districarci nel caos di queste prime settimane di stagione, noi di PianetaBari abbiamo deciso di seguire da vicino l’ultima fase del ritiro di Roccaraso con l’obbiettivo di intercettare umori e sensazioni sul Bari che verrà.

Sono state giornate dense di momenti significativi che ci hanno aiutato ad individuare le linee guida impartite da Longo, a comprendere l’approccio dello stesso mister nei confronti della squadra e ad interpretare la reazione del gruppo al modo di operare del nuovo staff tecnico.

Longo
Copyright: PianetaBari

Come Longo vuole il suo Bari

In prima istanza questo ritiro ci ha detto che il Bari ha assunto una forma ben precisa, seppur decisamente perfezionabile. Longo ha lavorato con insistenza sul 3-4-2-1, un modulo rintracciabile soprattutto nella fase di possesso, ma che si presta a continue mutazioni. Proprio in relazione a questo abbiamo visto diversi lavori finalizzati a creare connessioni stabili tra i vari calciatori. Nello specifico, in occasione dell’amichevole contro l’Equipe Campania, Longo si è concentrato in particolar modo sulla posizione di Favasuli.

L’ex Ternana, nominalmente esterno sinistro di centrocampo, era chiamato a modificare la propria posizione in base allo sviluppo dell’azione. Longo lo ha pilotato per diversi minuti, fino a quando Favasuli non ha compreso quando stringere la propria posizione per creare densità al centro e quando allargarsi per dilatare gli spazi tra i difensori avversari. La posizione dell’esterno classe 2004 variava anche in base ai movimenti di Sgarbi, libero di scegliere se affiancare la punta, allargarsi sulla fascia o attaccare la profondità. Tra i due la sensazione è che stia nascendo una bella intesa.

Sgarbi Bari
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Altri due concetti su cui mister Longo batteva con insistenza erano l’intraprendenza dei terzi di difesa con il pallone e l’occupazione dell’area di rigore da parte delle mezze punte. In entrambi i settori Longo ha manifestato la necessità di ulteriori rinforzi che possano alzare il livello qualitativo della rosa. In difesa qualcosa si muove, con Davide Veroliprofilo comprensibilmente apprezzato da tutta l’area tecnica – ben indirizzato a ricoprire il ruolo di braccetto sinistro, mentre sulla trequarti al momento tutto tace.

Un altro indizio fornito dal ritiro è la potenziale coesistenza di Raffaele Maiello ed Ahmad Benali. Inizialmente si pensava che Longo potesse affiancare ad uno dei due un interditore come Maita o addirittura un centrocampista quantitativo come Lulic – parso decisamente più in palla rispetto alla scorsa stagione -, ma al momento l’intenzione è proprio quella di puntare su una mediana di palleggio e controllo. Difficile sbilanciarsi sulla reale affidabilità di una coppia del genere in fase di non possesso, ma quando il Bari ha il pallone sono giocatori in grado di muoversi sapientemente al fine di aprire linee di passaggio e fluidificare la manovra.

Benali
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L’atteggiamento del gruppo

Davanti alle pretese di Longo la squadra si è fatta trovare pronta. Sempre captando informazioni abbiamo colto grande soddisfazione da parte dell’intera area tecnica per il lavoro svolto dal gruppo squadra in queste due settimane. La nota più lieta è sicuramente la naturalezza con cui i nuovi innesti si sono calati nel contesto dimostrando applicazione e volontà. Dirlo adesso potrebbe risultare azzardato, ma la sensazione è che i reduci della passata stagione avessero bisogno della linfa vitale portata dai nuovi innesti per ricaricarsi. Ricci, al momento indietro nelle gerarchie rispetto a Dorval e Favasuli, sia in allenamento che in amichevole è parso ancor più determinato del solito, segno di come la concorrenza lo stia stimolando a dare di più.

L’ottimismo manifestato da staff e dirigenza, che noi ci sentiamo di condividere per quello che abbiamo potuto vedere, stride con il malcontento di una piazza legittimamente scettica. Non si può negare che i nuovi innesti, per status e modalità d’acquisto, siano poco attrattivi, ma quantomeno sono profili condivisi da società e allenatore, un passo avanti significativo rispetto al caos della scorsa stagione.

Di Cesare Magalini Longo
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Fortunatamente in Serie B si può essere competitivi in tanti modi, seppur con gradi di difficoltà diversi. Al Bari toccherà provare farlo percorrendo la strada più impegnativa, quella che non prevede spese ambiziose e che nasconde il disinteresse ad investire concretamente in questa piazza dietro il vessillo della sostenibilità. Tutte le fiches sono puntate sulle doti umane e lavorative del gruppo di lavoro. Una strategia chiara, ormai codificata, ma che ha portato gioie e altrettanti dolori a Bari. A questo giro la semina è andata bene, vedremo il raccolto.

By Giovanni Fasano

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