Nei giorni scorsi in casa Bari si è chiusa la campagna abbonamenti con 7.154 tessere staccate. Rispetto alla scorsa stagione, son state vendute 1.655 tessere in meno, visti gli 8.809 tifosi che diedero fiducia al progetto De Laurentiis. Guardando al passato, quella appena terminata è stata la peggiore campagna dell’intera gestione De Laurentiis. In Serie D, nel 2018, furono 7.680 gli abbonati mentre un anno dopo, al ritorno in Serie C, 7.806. Un dato in crescendo significativo di quanto la piazza avesse fiducia in quel momento nel progetto Bari.
Tralasciando le stagioni 2020/21, giocata interamente a porte chiuse per il COVID, e 2021/2022, abbonamenti lanciati solo nel girone di ritorno a causa dell’iniziale incertezza per la pandemia ancora in corso, il ritorno in Serie B portò alla sottoscrizioni di 7.651 tessere mentre, dopo la Serie A sfiorata, i tifosi del Bari si fiondarono ai botteghini acquistando 8.809 abbonamenti. Dopo quel picco, la situazione – come già detto – si è ribaltata.

Il calo degli abbonamenti del Bari
Come detto poco fa, in un singolo anno il Bari ha perso abbonati e credibilità . La piazza barese, dopo la pessima stagione scorsa, si aspettava un mercato più convincente e maggiore chiarezza riguardo il futuro della società biancorossa. Tutto questo non si è verificato e le ripercussioni si son viste. Lo zoccolo duro della tifoseria non ha di certo abbandonato la squadra, anzi si prevedevano ancor meno abbonamenti, ma la fiducia nei confronti della società è ai minimi storici e la contestazione dello scorso giugno ne è la prova regina.
Partendo dal presupposto che i numeri non mentono, le 21 mila presenze nella gara contro la Juve Stabia devono far capire a tutti quanto basti poco per entusiasmare una città che vive a pane e pallone. Che ci si guardi attorno e si capisca che Bari non sarà mai una piazza come le altre, specialmente in Serie B. Occorre agire e dare dei segnali per poter sperare, un giorno, di vedere un San Nicola pieno e festante come merita.
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