Sibilli: “Il gol una liberazione. Le difficoltà? Solo colpa mia, era una questione di testa. Con Falletti nessuna rivalità”

La conferenza di Sibilli

Il trequartista del Bari Giuseppe Sibilli è stato fra i protagonisti nella vittoria contro il Cittadella: oltre al gol e al rigore conquistato, il calciatore è entrato in diverse azioni pericolose prodotte dalla squadra (leggi qui la nostra analisi completa della gara). La rete segnata, inoltre, ha permesso al fantasista di interrompere un digiuno che durava ormai da diversi mesi: di questo e del momento complessivo il calciatore ha parlato in conferenza stampa. Di seguito le sue parole, raccolte dal nostro inviato Raffaele Digirolamo.

Sibilli
Copyright: SSC Bari

Le parole di Sibilli

Finalmente il gol. Cosa provi?
«Il gol è stata un po’ una liberazione, per un attaccante quando mancano le prestazioni e il gol da sei mesi nella testa si crea un po’ di casino. Sono contento perché l’avevo cercato, e nonostante le occasioni mi ero mangiato diverse reti. Sono felice perché aspetto un bambino e volevo questa dedica da inizio campionato. La mia stagione riparte ora».

Sibilli, il tuo calo di inizio stagione è spiegabile solo con l’infortunio?
«Non sono uno che vuole alibi, l’infortunio ha pesato solo sul livello fisico. Essendo un giocatore di gamba nelle prime partite ho avvertito dei fastidi, ma in realtà penso sia stata più una questione di testa. Sapevo però che stava per arrivare una prestazione così. Mi sono tenuto tante cose dentro, ho sofferto e non lo nego, ma sono stato sempre zitto perché era solo colpa mia. Non ero stato il Sibilli di sempre, ma c’è feeling con la squadra, sono sereno, il gol mi dà molta fiducia».

Che differenza c’è nel gruppo rispetto allo scorso anno?
«Rispetto all’anno scorso il gruppo è diverso perché la posizione di classifica aiuta. Si crea un’armonia che ti fa star bene. Gli abbracci ai gol? Sia nella mia rete che in quella di Maiello tutta la squadra ha esultato perché sapevano delle nostre difficoltà, per fare grandi cose c’è bisogno di quest’aria qua».

Sulle rimonte subite…
«Ci mancano diversi punti, non ricordo una vittoria nella quale non abbiamo meritato, anzi si contano soprattutto le rimonte subite immeritate. Di questo ci siamo resi conto tutti, vuol dire che il problema c’è. Secondo me è un aspetto mentale, tante volte ci piacciamo troppo, serve un po’ di malizia in più. Non deve accadere, prendere il terzo gol avrebbe fatto male e magari la cosa si sarebbe trascinata per tutto il campionato. Non deve più accadere proprio perché non ce lo meritiamo. In alcuni momenti serve più attenzione».

Rispetto alla scorsa stagione c’è un sistema di gioco più codificato
«Il campionato dell’anno scorso non è giudicabile, dentro e fuori dal campo è stata una annata particolare. Forse ero quello più lucido mentalmente e per questo mi sono assunto qualche responsabilità in più. Oggi c’è più intensità e sistemi codificati, di sicuro mi trovo meglio a giocare da trequartista rispetto alla mezzala, che non è il mio ruolo naturale. Indipendentemente dal modulo, però, so di giocare in una grande squadra, mi metto a disposizione».

Il dualismo con Falletti…
«Il rapporto con lui è fantastico, è un giocatore che mi ha impressionato. Possiamo pure giocare insieme, non c’è rivalità».

Come vedi il campionato di B?
«C’è tanto equilibrio, al di là del Sassuolo che ha qualcosa in più. Il Pisa sta facendo grandi cose, è una squadra fisica con un progetto dietro, però sono andati a Carrara e hanno steccato. Questo campionato è davvero difficile, ciò che mi sento dire è che alla lunga dobbiamo crederci, possiamo dire tanto. La classifica con noi è un po’ bugiarda».

Il Bari forse fatica di più quando deve gestire le partite…
«Ci sono tanti modi di interpretare il calcio. Per me la partita si può gestire anche verticalizzando e attaccando, non per forza addormentando la gara. Sicuramente possiamo far meglio nel palleggio, ma dobbiamo farlo per segnare».

Brescia, Cesena e Pisa. Tre partite che possono dire molto sull’identità del Bari?
«Sono degli esami importanti, ci diranno di che pasta siamo fatti. Giochiamo con squadre forti, bisognerà fare più punti possibili, capiremo a che livello siamo e a cosa possiamo ambire».

By Raffaele Digirolamo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Post Correlati